22.
Gelosia? Mah…
Quando
sono le sei
il taxi arriva. Accidenti, a quest’ora mia mamma
sarà
arrivata a casa! E se per caso facesse un salto a casa di Arianna per
vedere come sto e non mi trovasse? Devo dire ad Arianna di dirle che
sono in bagno e che sto male. Si, arriverà proprio quando
sto
vomitando (la cosa fa ribrezzo pure a me!). E dirà alla
mamma
di andarsene a casa perché lei ha dovuto cambiare
già
sei maglie. No, questo fa troppo schifo.
Mi
rimane comunque
il dubbio del perché Arianna fosse a scuola: l’ho
vista io
andare a casa! Mhm… sarà stata la sua gemella
cattiva!
Il
taxista scende
per vedere se abbiamo bagagli da trasportare.
-
Siamo a posto -
dico io.
Allora
saliamo tutti
in macchina, l’autista davanti, io e Stefan dietro.
-
Dove volete
andare? - domanda il signore.
-
A Brescia -
rispondo io.
L’autista
annuisce, mette in moto la macchina e parte.
Finalmente!
Sono
così emozionata! In realtà sto solo tornando a
casa,
ma… sono così emozionata comunque!
Come
consuetudine,
Stefan estrae il suo maledettissimo i-pod e inizia ad ascoltarlo.
Uff! Quanto lo odio!
Io
mi metto comoda e
realizzo di avere detto al taxista che la nostra destinazione
è
Brescia.
-
Mi scusi - mi
correggo.
L’autista
mi
guarda attraverso lo specchietto.
-
Ci porti sulla
strada per Brescia, finché bastano ventidue euro. -
Il
signore annuisce,
poi procede.
Torno
ad appoggiarmi
con la schiena allo schienale e ripenso a tutto ciò che
è
successo oggi. Ho ancora risentimenti per Michele. Ora sarà
in
questura. Forse lo arresteranno e lo accuseranno di omicidio! Magari
mi starà odiando per averlo lasciato lì da solo.
Odio
non poterlo sapere! Ma quei ragazzi… erano poco
più grandi
di me e sono morti! Spero che Jasmin venga arrestata e tenuta dentro
per un bel po’! Scommetto che lei darà tutta la
colpa a
Michele. Oddio, sono disperata!
E
chissà
invece come starà Elena… mi sembra passata
un’eternità,
invece è passata solo qualche ora…
I
miei pensieri sono
interrotti dallo squillo del mio cellulare. E adesso chi
sarà?
ARIANNA
Arianna!
-
Pronto? Arianna! -
“ Alice!
Finalmente! Ma dove sei? Stai bene? Non sarai mica scappata di
casa?”. Arianna è esagitata
-
Arianna!
Rilassati! - dico, facendole prendere fiato.
“ Alice, mi
preoccupi!”
-
Lo so - dico - lo
faccio sempre. -
“ Mi stai prendendo
in giro?” sta per avere una crisi di nervi.
-
No! - ribatto. -
Tu sei sempre perennemente in pensiero per me! -
“ Solo quando le
combini tutte!”
-
Non è vero,
la settimana scorsa sei partita in tromba e corsa a casa mia come un
diavolo della Tasmania con il terrore che mi stessi per tagliare le
vene dopo avere preso 1 in matematica; così hai anche reso
conscia mia mamma del brutto voto, e io ho dovuto mentirle, dicendole
di avere preso 5, e se ora non prendo almeno sette per recuperare mi
trancia la testa. Come credi che le dirò del 4?
‘Mamma, è
stato un miglioramento passare dall’uno al
quattro!’ -
“ Sei ancora
arrabbiata con me per questa storia?” Arianna sembra
mortificata.
-
Potrei esserlo -
rispondo io - ma in questo momento ho un altro problema a cui
pensare, credimi, il quattro in matematica è il minore dei
miei problemi. E comunque mi hai salvata, se non fosse stato per te
ora sarei già all’obitorio. -
“ Già,
spiegami! Mi hai fatto prendere un colpo!”
-
Ehm… hai
presente l’altro problema a cui pensare?
Ecco… proprio
quello è la causa della tua preoccupazione. -
“ Alice!” esclama Arianna “devi
smetterla di prendermi in giro!”
-
Ma è la
verità - ribatto, innocente.
“ Ci stai girando
intorno! Vieni al sodo. Hai presente che sono stata in pena per tutto
il santo giorno?”
-
Posso immaginare -
rispondo. - Ma solo perché mi hai chiamato una volta e non
ho
risposto? -
Mi
viene il magone a
pensare che se non ho risposto alla sua chiamata è
perché
probabilmente stavo fuggendo dalla polizia.
“ No!” replica
lei. “Mi sentivo in colpa per il tuo brutto voto,
così ti ho
chiamata a casa, ma non rispondevi. Allora ti ho chiamata sul
cellulare, e neanche lì rispondevi. Sono venuta a cercarti a
casa, magari, con la musica a tutto volume, non avevi sentito il
telefono. A casa non c’eri, allora ho chiesto ai tuoi vicini
se ti
avevano vista, ma mi hanno detto di no. Sono tornata a scuola, visto
che non sei salita sul pullman, ma nessuno ti aveva vista tornare,
dopo che sei scesa. In quel momento mia ha chiamata tua mamma, che
confermava che neanche lei riusciva a mettersi in contatto con te.
Allora le ho detto che eravamo a scuola e che tu eri stata
male.”
-
Lo so - dico - mi
ha chiamata. -
“ Ehm… Alice, c’è
un problema.” dice Arianna, con voce flebile. “In
quel momento
Camilla, che aveva appena terminato il corso di danza, era dietro di
me e…”
-
Ha detto
dell’interrogazione - concludo. - Lo so, mia mamma me
l’ha detto.
-
“ Si è
arrabbiata?”
-
No, perché
le ho detto che non aveva ancora terminato l’interrogazione. -
“ E ti ha creduta?”
-
Sì, grazie
al cielo. -
“ Bé, per
fortuna. Ma adesso dimmi di te, dove diavolo ti sei cacciata?”
-
Ehm… è
una storia lunga. -
“ Ho tempo.”
Tzè!
Perché
con lei queste scuse non funzionano?
-
Bé, dunque…
vedi, stamattina, quando siamo uscite da scuola, siccome ero
arrabbiata, quando sei salita sul pullman, siccome non volevo salire
con te, quando io sono rimasta alla fermata, siccome il pullman era
affollato, quando il pullman è ripartito,
siccome… -
“ Alice!”
-
Io? -
“ Smettila con
questo assurdo giro di parole! Vieni al sodo e dimmi
dove sei
finita!”
-
A Bergamo. -
“ Scusa?”
-
A Bergamo. -
“…”
-
Arianna? -
“ È uno
scherzo?”
-
No. -
“…”
-
Arianna? -
“ Mi stai dicendo
che sei scappata di casa?”
-
No! -
“ E allora come
diavolo ci sei finita a Bergamo?”
-
Ehm, ecco… ho
preso il pullman sbagliato. -
“ Si può
sapere come hai fatto a prendere il pullman sbagliato che va dalla
parte opposta, e soprattutto in
un’altra città?”
-
Ho preso il
Milano. -
“ Il Milano?”
-
So che sarai un
scettica, ma… -
“ Alice” mi
blocca Arianna.
-
Sì? -
rispondo io.
“ Come hai fatto a
salire su un pullman diretto a Milano se dovevi salire su un pullman
interno di Brescia?”
Bella
domanda… se
solo io avessi sbagliato davvero a prendere il pullman.
-
Ecco… c’è
stato un piccolo imprevisto. -
“ Che tipo di
imprevisto?”
-
Hai presente
l’austriaco che oggi era seduto accanto a Camilla? -
“ Sì.”
-
Ecco… ho tentato
di dirottarlo in un posto sbagliato. -
“ Perché?”
-
Perché
pernotta da Camilla. -
“ E questa era una
buona scusa per mandarlo fino a Milano? O forse solo un pretesto
perché ci volevi andare tu?”
-
Io non volevo
andare a Milano! È stata colpa sua! -
“ E com’è
che siete finiti a Bergamo?”
-
È salito il
controllore. -
“ Alice, non ho
parole… veramente.”
Credo
che Arianna
abbia intenzione di citarmi al Guinnes dei Primati perché
sono
la ragazza più stupida. E non ha tutti i torti. Io mi
citerei
solo per avere mandato in carcere un ragazzo innocente…
questo non
ho intenzione di dirlo ad Arianna.
Ad
un certo punto,
il taxi si ferma e l’autista dice:
-
Siamo arrivati.
Sono venti euro. -
-
Arianna, ti
saluto. - dico, dando i soldi al taxista e scendendo.
“ Vedi di non fare
altre stupidate” dice lei.
-
Non le farò,
ciao. -
Chiudo
la chiamata e
osservo il taxi che se ne va.
-
Bene - dico a
Stefan. - Dove siamo? -
Lui
mi guarda torvo.
-
E lo chiedi a me?
-
-
Giusto - rispondo
- ti ho sopravvalutato. -
-
Verrückt -
borbotta Stefan, guardando da un’altra parte.
In
quel momento, una
ragazza bionda, alta e magra si gira di scatto, guardando Stefan con
un sorriso irradiante. Ha due bellissimi occhi azzurri. Stefan la
osserva incuriosito. Povera lei, non sa che Stefan non parla
italiano.
-
Puoi rinunciarci
in partenza - dico, sbuffando. - Stefan è austriaco. -
-
Ho sentito bene
allora? Tu tetesco? -
E
questa cos’è,
imbranata? Ho detto a-u-s-t-r-i-a-c-o.
Con
mio sommo
orrore, posso distinguere un nitido “Ich bin
Deutsche!”
No.
Non può
essere! Non un’altra!
Lei
e Stefan
iniziano a parlare animatamente in tedesco. Sembra
che si
conoscano da anni. Ora sono io a non capire neanche
una
parola. È così fastidioso!
-
Scusate! - dico,
dopo dieci minuti.
Stefan
mi lancia
un’occhiataccia, mentre la ragazza mi sorride.
-
Oh, scusa. Che
maletucata! Non mi sono neanche presentata! Io sono
Marianne,
piacere. -
-
Alice - rispondo,
stringendole la mano. Almeno lei sa parlare l’italiano.
-
È molto
carino il tuo amico! -
Io
sgrano gli occhi.
-
Ehm… tu sei
tedesca? - cerco di cambiare discorso.
-
Sì, sono
tetesca! Sono qui con delle mie amiche, vengo ta
Brema.
-
Sto
per dire
qualcosa, ma Stefan mi interrompe.
-
Bremen? - chiede,
affascinato.
-
Ja. Kennst du
Bremen? -
-
Ach ja, natürlich!
-
Oddio,
mi gira la
testa! Questo è il mio incubo peggiore! Dopo altri cinque
minuti, dico:
-
Scusate, non per
interrompervi - in realtà sì - ma dovremmo
tornare a
casa adesso. -
Marianne
sorride.
-
Sì, Stefan
mi ha parlato tel vostro problema. Birichina,
l’hai caricato
sul pullman sbagliato, eh? -
Vorrei
tirare uno
schiaffo prima a Stefan e poi alla ragazza.
-
Ora dobbiamo
veramente tornare a casa. -
-
Non ti
preoccupare! - dice raggiante Marianne. - Mi sono proposta ti
accompagnarvi per un piccolo pezzo. -
Mi
sto innervosendo.
-
Non so cosa Stefan
ti abbia detto, ma a casa di fisso non ci torniamo a piedi! -
-
Lo so, non sono stupida! Ma io so la strada. Siamo a Chiari. -
Chiari!
Non ci credo! Siamo di nuovo in provincia di Brescia!
Senza
che io abbia
possibilità di contestare, Stefan e la ragazza si avviano.
Non
so quello che stanno dicendo, ma noto che Marianne ci sta
spudoratamente provando con Stefan e Stefan ci sta spudoratamente con
Marianne. Ci sta e basta. Vengo assalita da un attacco di
gel… ehm,
ira. A Stefan non può piacere Marianne,
perché… ehm…
perché io piaccio a Stefan, e anche se
lui non mi
interessa affatto io non sopporto che mi scarti per provarci con una
stupida del genere. Non la conosce neanche!
Dopo
poco ci
fermiamo e Marianne afferma:
-
Siamo arrivati. -
-
Dove? - chiedo io.
-
In piazza. -
-
E ci serve a
qualcosa? -
Marianne
sorride.
-
Qui ci sono le mie
amiche che mi aspettano. -
Questa
qua sta
giocando col fuoco?
-
Tedesche anche
loro? - chiedo.
-
Tetesche al
cento per cento! - risponde lei.
Mi
sento male.
Due
ragazze, più
oche di lei, ci trotterellano incontro.
-
Britta! Karola! -
-
Marianne! -
Il
loro sguardo si
perde subito su Stefan.
-
Marianne, ma tove
l’hai trovato un ragazzo kosì
karino? -
Marianne
sorride.
-
Lui è
Stefan, ed è pure austriaco! -
La
ragazza si
scioglie e inizia a profondersi in stupide smancerie. Bleah, che
schifo! Perché Stefan accondiscende che una cosa del genere
accada?
-
E lei è
Alice - continua Marianne. - Alice, lei è la mia amica
Britta,
e l’altra è Karola. -
Ma
le due amiche
sono troppo concentrare a leccare i piedi a Stefan e a riempirlo di
abbracci. Vorrei proprio dargli del Don Giovanni!
La
cosa più
tremenda è che siamo in cinque e quattro parlano il tedesco,
mentre la quinta, che sarei io, non capisce niente.
Sto
per urlare.
Ancora un po’ e stacco Britta dal suo collo per poi
scaraventarla
sotto ad un treno. Per fortuna Karola si rivolge verso di me e mi
dice.
-
Abbiamo un’idea:
io ho appena preso la patente, così ora stiamo aspettando il
pullman per tornare a casa mia. Dopodiché, vi caricheremo
tutti in macchina e vi riporteremo a Brescia! -
Marianne
si volta
verso l’amica e dice:
-
Stefan si siede
tietro in metzo! -
Le
tre ragazze
scoppiano a ridere. Poi tornano tutte a parlare con Stefan.
Giuro,
non ce la
faccio più… perché diamine mi sto
comportando in
questo modo? Dovrei essere contenta di essermelo tolta dai piedi,
dopo che ha tentato di baciarmi. Va bé, non ha proprio
tentato, però voleva.
Le
tre ragazze
continuano a corteggiare Stefan, il quale sembra piuttosto
soddisfatto. Quella che lo attira di più è
Britta, me
ne accorgo, e Britta è quella che osa di più. Ha
un
braccio attorno al suo collo e con l’altro gesticola. Mi
verrebbe
voglia di strattonarle tutte e baciare Stefan, solo per dimostrare
loro che lui vuole me, e loro sono solo uno spasso.
Ma a me
Stefan non piace, non deve piacere! Non mi devo
lasciare
influenzare da delle stupide oche! Assomigliano a Camilla!
Un’incredibile
mal
di stomaco mi prende. Che cos’è questa sensazione?
Gelosia…
l’ultima volta che l’ho provata è stato
quando ho sorpreso
il mio ragazzo con un’altra.
Ah,
santo cielo!
Scuoto la testa e caccio quegli stupidi pensieri.
-
Alice! - mi chiama
Marianne - vieni, è arrivato il pullman. -
Io
sono più
che risoluta a non muovermi, ma quando Karola prende Stefan per mano
e lo fa salire sono presa da un motto di ira. Mentre le porte si
stanno chiudendo, afferro Stefan per un braccio, lo strattono e lo
faccio cadere dall’autobus. Lui, spaventato, urla, mentre
Marianne,
Karola e Britta guardano con rammarico e tristezza le porte che si
chiudono.
Verrückt:
pazza.
Ich
bin Deutsche:
sono tedesca.
Bremen:
Brema.
Ja.
Kennst du
Bremen?: sì. Conosci Brema?
Ach
ja, naturlich!:
sì, naturalmente!
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Eccomi!!
Dunque, ho
scritto questo capitolo solo in un giorno =D e ora lo posto prima di
andare al concerto dei Simple Plan, quindi vi lascio velocemente che
fra poco parto. Vi adoro tutti!! <3
Jess_91;
Shio;
La_LaUrEtTa;
Kokky.
Grazieeeee!!!
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