Ok, lo ammetto, sono negata per i titoli. Passo più tempo a
pensare a come intitolare una ff, che a scriverla... Sono un caso
disperato!
Per non parlare dei generi... Non so mai cosa mettere!
Va bene, la pianto di parlare di cose perfettamente inutili, e vi
lascio alla ff.
Devo dire che non mi piace granchè com'è venuta,
ero anche indecisa se pubblicarla o meno, ma vabbè.XD
Buona lettura! ^^
UN
POMERIGGIO PERFETTAMENTE NORMALE
La porta sbatté così forte da far vibrare i
cardini.
Matt sospirò, senza staccare gli occhi dalla PSP.
Per poco non aveva fatto
sbattere la sua macchina da corsa contro il muro!
Spinse i tasti velocemente per rimediare al danno...
“Tsk!”
Grugnì Mello, forse a mò di saluto, forse no,
prima di gettarsi di peso sul letto accanto a quello di Matt.
Quest'ultimo si limitò a scoccargli un'occhiata in tralice,
indeciso, senza accennare ad abbassare la PSP.
“Cos'è successo, Mello?”
Non che morisse dalla voglia di saperlo, intendiamoci, ma il biondo
l'avrebbe incenerito se non l'avesse chiesto. E dopo averlo fatto a
fettine per la sua totale mancanza di tatto, o qualcosa del genere,
gliel'avrebbe detto ugualmente.
Tanto valeva evitare di
soffrire, no?
“Near!”
Il biondo pronunciò il nome del ragazzino come fosse una
tremenda parolaccia.
Ah! Ecco dov'era il
problema!
Ma come aveva fatto a
non capirlo?
Adesso sarebbe partita
un'interminabile tiritera su quanto era odioso, inferiore a lui, e
giù di lì.
Matt sospirò affranto, riuscendo anche a far eseguire un
sorpasso perfetto alla sua macchina da corsa. E non era una cosa da
poco.
“Sono arrivati i risultati di quei test che ci ha fatto fare
Roger, vero?”
La voce di Matt suonò tranquilla e vagamente comprensiva.
Per quanto possa essere comprensivo qualcuno che continua a giocare
alla PSP, anziché prestare attenzione ai drammi esistenziali
del suo migliore amico.
Mello ringhiò in risposta, e l'amico lo prese per un
sì.
Matt rimase in silenzio, aspettando che il biondo si decidesse a
parlare, sperando, tuttavia, che non lo facesse.
“Maledetto ragazzino!”
Speranza vana.
“Diamine! Ho sbagliato una domanda, una domanda, capisci? Naturalmente, le ha
fatte tutte giuste, lui!”
Matt, annuì comprensivo, senza però guardare
l'amico.
Era ad un punto cruciale del gioco.
D'altra parte Mello neppure se ne accorse, troppo occupato a sfogarsi.
“Tanto sono sicuro che avrò sbagliato quella
domanda perché lui
mi ha distratto! Anzi, me lo ricordo proprio!”
Ecco, ora iniziava la
fase delle accuse, è colpa di Near, di Roger, del chiasso
che faceva l'altra classe... E poi chi altro c'era?
“E poi ho avuto il foglio per ultimo! Il professore l'ha
fatto apposta... Ma certo, lui adora Near!”
Ah, giusto, il
professore.
“Ma come si può ammirare quel... quel... quello? Sempre a
giocare con i suoi stupidi giocattoli! Così
infantile!”
Matt aveva temuto questo momento, quello degli insulti al primo della
classe.
Menomale che aveva la
sua PSP.
“Odio quel suo modo di fare, è così
saccente!
Ah, sì, era
saccente. E anche odioso, infantile, asociale...
“E asociale! Sempre lì da solo! Si crede troppo
importante per mischiarsi agli altri?”
Da che pulpito...
Matt scossa la testa, divertito, nonostante tutto.
Aspetta, che altro
c'era? Ah, lo sapevo....!
Ah, sì:
superbo!
“E poi hai visto come se la tira? Odio quando fa il
superbo!”
Ma stavano parlando
sempre di Near...?
Cielo, gli scappava da
ridere.
Ma, visto che ci teneva alla pelle, riuscì a ricacciare la
risata in gola.
“E poi l'hai visto oggi...?”
Si, Mello, sì.
Hai ragione, Mello.
Sempre odioso, saccente,
superbo, bla bla bla bla...
“Mi stai ascoltando, Matt?”
Certo, Mello,
è tutta colpa sua se hai sbagliato la domanda...
“Matt?”
Si, è ed
anche infantile, dovresti essere tu il successore di L...
“MATT!”
E la macchina da corsa finì per tamponare quella
davanti,uscendo di strada.
Game over.
Dannazione!
“Non mi stavi ascoltando!”
Matt alzò lo sguardo colpevole su Mello.
“Ehm, no, ho sentito... Parlavi di Near...”
“Rispondi alla domanda, Matt”
“Quale doman...”
“Allora non mi stavi ascoltando!”
“No, no, ascoltavo!”
“Rispondi, allora”
“Ehm... Sì”
“E' la risposta?”
“Sì sì”
“Io ti ho chiesto come ti è andato il test e tu mi
rispondi sì?”
Matt sobbalzò, sorpreso.
Questa non se l'aspettava, davvero!
“Allora? Che punteggio hai avuto?”
Mello faceva una domanda
che non era incentrata su se stesso?
Decisamente quello non
era il suo amico.
No, era un alieno pronto
a conquistare la Wammy's House, Londra, e il mondo.
Non necessariamente in
quest'ordine.
“Ehm, a dir la verità ancora non lo so, non ho
controllato...”
La voce di Matt suonò un po' incerta e un po' stupita.
“Sei sempre il solito, Matt! Sempre attaccato a quel dannato
affare!”
Le mani di Matt strinsero più forte la PSP. Un gesto
istintivo, ecco.
“Non ho ancora avuto tempo; oggi vado a leggere i
risultati”
“Sai, Matt, se ti staccassi da quell'affare e ti dedicassi
più allo studio, il tuo punteggio si alzerebbe
molto...”
“Mhà, se lo dici tu...”
Buttò lì il ragazzo, distratto dal gioco.
Mello era strano quel
giorno...
Pensò Matt, osservando il biondo mentre scartava una
tavoletta di cioccolata della sua personale scorta.
Il rosso sperò vivamente che il cioccolato lo calmasse, o
che, almeno, gli facesse passare quel momento di stranezza.
Per l'ennesima volta si ritrovò a domandarsi dove diavolo lo
mettesse tutto quel cioccolato, visto che era magro da far paura! E per
di più passava il giorno a studiare o a star seduto da
qualche parte, guardando storto chiunque gli rivolgesse la parola:
insomma era umanamente impossibile che fosse così secco.
Matt ripensò alla teoria sugli alieni.
“Matt, perché sogghigni?”
“Cos...? Ma stavo solo sorridendo tra me e
me!”
“Ti dico che sogghignavi, e ora spiegami il
perché!”
Sei stato rapito dagli
alieni ultimamente, Mello?
“No, nulla, è una schermata del gioco”
“Ti fa ridere scegliere il personaggio con cui
giocare?”
Chiese Mello, allungandosi per spiare lo schermo della PSP.
Fregato.
Adesso il biondo ne
avrebbe fatta una questione di principio.
“Ma era solo una sciocchezza, non preoccuparti,
Mello”
“Chi si preoccupa! E' solo che sei strano oggi”
Lui era strano, eh?
“Ma non è vero! E' che volevo finire il
livello”
“Sempre con quel dannato aggeggio! Facciamo qualcosa che mi
faccia passare la voglia di prendere Near a pugni”.
Matt gli lanciò un'occhiata un po' perplessa e un po'...
sorpresa.
“Mh mh, aspetta...il livello, il record...”
“Matt, ascoltami quando ti parlo!”
Il rosso fisso sconvolto Mello che stringeva la PSP che gli aveva
strappato dalle mani.
Sul display lampeggiò la scritta “Game over”.
Matt gemette deluso.
“Ecco, ora che ti sei finalmente staccato da questo dannato
affare, vedi di ideare qualcosa di divertente da fare”.
“Giochiamo a qualche videogioco?”
“Ma per piacere! Sei tu che sei fissato con questa
robaccia!”
Matt sospirò affranto.
Si sarebbe vendicato.
Subito l'idea di tal proposito lo risollevò un po', mentre
già immaginava sadiche vendette ai danni di Mello che
consistevano quasi tutte nel far sparire quella maledetta cioccolata.
Tanto sapeva
già che non ne avrebbe messa in atto nessuna...
“Perché non giochiamo ad obbligo e
verità?”
Il rosso sussultò.
“Mello, per favore, no!”
Matt ricordava fin troppo bene come era finita la volta precedente,
quando aveva, chissà per quale stupido motivo, scelto obbligo.
Diverse settimane dopo, molti studenti si chiedevano ancora cosa
diavolo ci facesse il rosso, in mutande, a correre attorno all'istituto.
“Allora è deciso, giochiamo ad obbligo e
verità”
Il tono di Mello suonò deciso, nonostante fosse intento a
scartare la seconda
tavoletta di cioccolato.
“Ok, capito, va bene...”
Meglio assecondarlo...
Tanto bastava solo non scegliere obbligo, no?
“Inizio io, ok?”
“Va bene, va bene”
“Un po' di entusiasmo, Matt!”
Non che a Matt dispiacesse passare del tempo con il biondo, anzi,
nonostante fosse un
filino stravagante (era un problema comune ad un sacco di
geni), era davvero un ottimo amico.
Bastava saper leggere tra le righe dei suoi strani comportamenti.
Probabilmente quell'“obbligo
o verità” era solo un modo per
cercare di capire cosa avesse Matt, visto che erano un po' di giorni
che c'era qualcosa che non andava.
Matt apprezzava il gesto, davvero, ma perché
proprio quel
gioco?
“Obbligo o verità”
“Verità”
“Mannaggia, avevo in mente un bell'obbligo, ma... vediamo,
sono più importante io o la tua PSP?”
“Ma cosa dici, Mello?! Ovviamente tu!”
“Allora non hai bisogno di quest'affare. Penso che per un po'
lo terrò io!”
Matt iniziò a pensare che, dopotutto, mettere in atto una
delle vendette escogitate prima, quelle sulla cioccolata, non sarebbe
stato poi così malaccio.
“Obbligo o verità, Mello?”
“Verità! Altrimenti mi obbligheresti a ridarti la
PSP, no?”
“Ok... Pensi davvero che sia colpa di Near, se sei arrivato
secondo al test?”
“Certo che sì”
Decisamente era un caso
irrecuperabile...
“Non disturbarti a chiederlo, Mello, scelgo
verità...”
“Uff... sei tu che fumi di nascosto nei bagni del secondo
piano?”
“Sì”
“Dovresti smetterla, sai? Il fumo uccide”
“E il cioccolato fa venire il diabete”
“Non è vero!”
“Si, si... Obbligo o verità?”
“Obbligo”
“E' vero che...”
“Ho detto obbligo”
Era ancora
più sospetto.
Mello non sceglieva mai obbligo.
Matt sogghignò, e questa volta veramente.
Aveva appena escogitato qualcosa di veramente crudele.
Sperava solo che Mello non uscisse di senno, ne sarebbe stato
responsabile in quel caso.
“Bene, bene, allora ti obbligo a non scartare più
tavolette di cioccolata per il resto della giornata”
“Matt! Ma sei veramente sadico!”
“Un obbligo è un obbligo”
“E' sleale!”
“No, non lo è. Non hai scelta!”
Matt poteva quasi scorgere la mente di Mello che si affannava alla
ricerca di una scappatoia.
Si godette il climax di disperazione che si dipingeva sul viso
dell'amico.
Quasi quasi gli dispiaceva per lui, ma non avrebbe dovuto strappargli
la PSP prima.
“Bene, obbligo o verità?”
Il tono stizzito di Mello lo fece sorridere. Dopotutto, non era una
cosa da tutti i giorni ottenere una qualunque vittoria sul biondo.
“Verità, naturalmente”
Matt rabbrividì.
L'occhiata che gli aveva lanciato l'altro non prometteva nulla di buono.
Per un attimo si pentì di avergli imposto un simile obbligo.
“Bene, Matt, che ne dici di vivacizzare un po' la faccenda?
Mi sono stufato di fare domande da poppanti”
“Cosa intendi dire?”
Matt sudava freddo.
Cosa gli prendeva ora a
quell'instabile mentale del suo amico?
“Matt, ti piace quella smorfiosa bionda che oggi era al banco
dietro al nostro?”
Ci mancò poco che il rosso morisse soffocato, strozzandosi
con la saliva.
Sarebbe stata una morte
ben poco eroica...
“Ma che dici, Mello? Quella?
Ovvio che no!”
“E non urlare! E poi non me la racconti giusta! Ti ho visto
che la fissavi oggi, sai?”
La fissava?! Ma quando
mai! Neppure ricordava come diavolo si chiamasse!
E con che diamine di
tono lo chiedeva? Sembrava quasi che lo stesse accusando.
“E poi, ultimamente, hai l'aria da perfetto innamorato!
Sempre con la testa sulle nuvole...!”
“Nella PSP, vorrai dire!”
“No, no, so quello che dico! Ti conosco, io!”
“Vabbè, tocca a me! Obbligo o
verità?”
“E' inutile svicolare! Comunque, verità!”
Vendetta, vendetta...
“Mello, ti piace Near?”
Il biondo sussultò, stupito.
“Matt! Ma come ti vengono in mente certe cose!”
“Bhè, sempre a parlar di lui... E' ovvio che ci
penso, no?”
Il tono di Matt suonò infastidito.
“No, dico, Matt, ma hai presente di chi stiamo parlando? Di
quell'affare bianco!”
L'occhiata che Mello rivolse al rosso era a dir poco incredula.
“Ok, tocca a te”
“Cosa?”
“Obbligo o verità, Mello”
“Ah, già... Obbligo o verità?”
“Verità”
A Matt scappò un sospiro.
“Mh... Matt, ma a te piacciono i ragazzi?”
“Cos...?! In che senso, scusa?”
“Perché quanti sensi ci sono?”
“Ah, ok... bhè, ecco, io... no”
Dopotutto non aveva propriamente mentito... Non è che gli
piacessero tutti
i ragazzi...
E poi, diamine! Ma come erano arrivati a parlare di simili questioni?
Un attimo fa stava giocando tranquillo alla sua beneamata PSP!
Di certo, quella non era
una giornata da segnare sul calendario.
“Sei sicuro, Matt? Ti sento un po' titubante...”
“No, no, ma cosa vai a pensare Mello?”
Matt era arrossito fin dove era umanamente possibile.
“Ma guardati, sei pure diventato tutto rosso! Dai, Matt, sai
che a me puoi dire tutto...!”
Un sorriso guizzò sul viso di Mello.
Il rosso, intanto, sarebbe volentieri evaporato. O sotterrato. O
qualsiasi altra cosa che comportasse la sua sparizione immediata.
Aveva dimenticato che Mello, se voleva, sapeva essere un osservatore
fin troppo attento.
“Dai, Matt, dimmi chi ti piace... Non lo dirò a
nessuno!”
Sempre il solito Mello: quando si metteva in testa una cosa, doveva
averla vinta per forza.
“Ma anche no!”
“Ah-ah! Non hai negato!”
“Nego adesso, però!”
“E' troppo tardi per ritrattate! Dimmi il nome, Matt, il
nome!”
“Mai!”
“E' per caso Near?”
Matt sussultò!
“Ma come ti viene in mente, Mello?”
“Mhà, prima, quando lo hai nominato, sembravi
così geloso...”
Geloso sì, ma
di certo non di quel cotton fioc!
Matt era davvero stufo!
Il biondo sapeva essere fin troppo insistente, e lui non sapeva neppure
più cosa inventarsi.
Tanto, ormai, si era palesemente tradito.
Tanto valeva fare anche
il passo successivo, no?
E poi Mello diceva
sempre che lui non prendeva mai l'iniziativa... Bhè, si
sarebbe ricreduto!
“E poi... Mh!”
La frase di Mello fu stroncata sul nascere dalle labbra di Matt.
Quest'ultimo stava mettendo davvero tutto se stesso in quel bacio, dopotutto quella poteva essere
al sua unica occasione!
Mello sapeva di cioccolato, di buono, e di un sacco di sfumature
indefinibili e labili che non avrebbe saputo riconoscere.
Le sue labbra erano meglio di qualsiasi altra cosa Matt avesse mai
sperimentato nell'arco della sua giovane vita (compresa la PSP!).
Mello non si tirò indietro, anzi, e questo rese Matt ancora
più intraprendente, avvolgendo le braccia attorno al corpo
del biondo.
Matt, imprecando mentalmente contro la stupida necessità di
respirare si staccò dall'altro.
La testa era talmente vorticante di pensieri che, in fin dei conti, era
come non pensare a nulla.
Era andato in black out, per rendere l'idea.
Ecco il momento della
verità.
Il rosso alzò gli occhi sul compagno, in attesa di una
reazione, una qualsiasi reazione.
Mello si limitò a sospirare, accennando un sorriso a fior di
labbra.
Per poi aggiungere:
“Bene, Matt, ci voleva tanto?”
L'altro era a dir poco spiazzato.
“Vieni, Matt, dobbiamo andare, Roger ci voleva tutti riuniti
alle quattro in punto, ricordi?”
Nel dirlo strinse la mano del rosso nella sua.
E Matt, mentre cercava
di star dietro al biondo, si ritrovò a pensare che,
contrariamente alle sue aspettative, quella era una giornata da segnare
sul calendario.
FINE
Vorrei scusarmi se non rispondo mai alle recensioni, ma
sono comunque estremamente grata a tutte coloro che hanno lasciato un
segno del loro passaggio per due drabble su Death Note che ho
pubblicato i giorni passati.
Quindi grazie a Freija,
Luna11, Hyatt, MellosBarOfChocolate,
Amy_Vampire,
DarkRose86, Elly_Mello, renachan, Soleya per le
recensioni di "Fiaba crudele"
e grazie anche a Freijia
(nuovamente!^^), BaByIcYBlUeS,
renachan, RenAlchemist93, che
hanno recensito "Rain in the heart".
Non avrei mai immaginato che sarebbero piaciute così tanto!
(Me commossa!ç_ç)
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