Note: Muhahaha!!
Su richiesta di psycopathic
serial
, nel gruppo Fanfiction
Challenges II su Facebook, eccovi qui la mia prima James
Sirius/Scorpius! Colpa tua cara che mi hai fatto innamorare di questi
due u.u
Te la dedico caraaaaaaa!! *si sbraccia*
Prompt:
Incantesimo e Aula di Pozioni
L'inizio
della fine
Scorpius non poteva fare a meno di constatare con orgoglio quanto bene
gli fosse uscito l’incantesimo.
Glielo si leggeva in faccia che era felice come una Pasqua.
-E questo me lo chiami incantesimo?- domandò una voce
derisoria alle sue spalle.
Gliela si leggeva in faccia la follia omicida.
-Sì, Potter.- rispose il Malfoy, calcando bene il cognome,
ma non con il disgusto usato da suo padre nei confronti di quello dello
spilungone alle sue spalle.
Giusto con una punta di superiorità, perché
doveva proprio ricordarglielo -Tu neppure lo sai fare e non sei al
primo anno come me.-
Quando si trattava di Scorpius e James Sirius, gli altri studenti
preferivano stare alla larga. Quei due erano come una bomba ad
orologeria. Hogwarts non era ancora stata evacuata solo
perché in fondo non si odiavano. Però vedere un
Potter e un Malfoy andare quasi d’accordo lasciava sempre
interdetti gli insegnanti, troppo abituati alle scaramucce dei due
padri da giovani.
Per non parlare del fatto che James Sirius sembrava figlio dei suoi
omonimi e non di Harry, il che la diceva lunga sul calvario dei poveri
martiri per inculcargli un po’ di buon senso.
Colpito e affondato, James sapeva incassare, ma ciò non
significava che si sarebbe arreso all’idea di
“infastidire amorevolmente” l’oggetto del
suo interessamento.
-Eh, forse… Se conoscessi una magia per ingrandire i
cornetti alla crema, verresti a mangiarne uno con me?-
-Odio i dolci.- ribatté l’interessato, riponendo
la sua bacchetta nella tasca.
-Che vita infelice… - rispose l’altro, con
disgusto e pietà dipinte in volto, ma ridendosela di gusto
al tempo stesso.
-Avevi altro da dirmi, oltre che ovviamente farmi i complimenti per il
mio incantesimo ben riuscito?-
-Come siamo fieri… beh, sì, in realtà
avrei una cosetta… - gli rispose James con aria da
cospiratore, buttandogli un braccio intorno alle spalle e
bisbigliandogli qualcosa all’orecchio. Il giovane Malfoy
sorrise maliziosamente, brutto segno per chi sapeva cosa significasse
davvero quell’espressione.
I due si diressero nell'Aula diPozioni, al momento deserta e, dopo
essersi assicurato che non ci fossero occhi estranei a tenerli
d’occhio, il maggiore si sfilò dei fogli ripiegati
dalla tasca dell’uniforme.
-Eccola.- disse, fiero.
-E’ proprio lei?- domandò Scorpius, con gli occhi
che quasi gli brillavano. Aveva sentito tanto parlare di
quell’oggetto da James e Albus, ma era la prima volta che lo
ammirava con i propri occhi.
-Già. L’ho presa in prestito da mio padre.-
rispose James.
-A tempo indeterminato, suppongo, eh?-
-Finché non se ne accorge.- concesse angelico quello e prese
la sua bacchetta. –Direi che è ora di provarla.-
Puntò la bacchetta magica sui fogli e disse, formale -Giuro
solennemente di non avere buone intenzioni.-
E non ne aveva, proprio per nulla.
A meno che spiare mezza Hogwarts, sgattaiolare per i passaggi segreti
vari e infrangere quante più regole possibili trascinandosi
dietro (senza fatica fra l’altro) un rampollo purosangue, si
possa considerare come un mucchio di buone intenzioni.
I “tempi bui” dei Malandrini, a quanto pare, erano
tornati.
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