OSSERVO LA NATURA

di biamar
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NELL’ ARCO DELL’ AUTUNNO

 
L’ Autunno,
 creativo pittore,
dipinge le fronde
d’ intense tonalità ocra.
Su persistenti
fondi estivi
tersi d’azzurro
e di lucenti sempreverdi.
Le foglie autunnali
disgiunte
dai rami materni,
come languide parole
disancorate dai pensieri,
volteggiano nell’ aria
sospinte
da un vento impietoso.
 Il sole ancor mite
ravviva
le tonalità sfumate
dei gialli e dei rossi
rivestendole
di vivace bellezza.
Come a celebrare
Il loro ultimo struggente addio
prima di soccombere.
Destinate
ad intridersi nell’ umidità
della pioggia autunnale.
Affidate
alla terra fradicia
odorosa di muschio
per essere disgregate,
scomposte
a completare il loro ciclo di vita.
Il sole, ora incurante,
si cela
dietro un paravento
di nubi stanziali.
 Fattosi distante
si volge ad altri lidi.
E la terra privata
del suo abbraccio,
caloroso e rassicurante,
s’ incupisce.
Ed il giorno uggioso
si fa a poco a poco più breve
trovando proseguo
per cupa affinità
in un epilogo notturno.
Nei boschi, piccoli animali
colti da un’ istintivo torpore
si apprestano
ad un lungo, placido sonno
nel quieto tepore
di un rifugio segreto.
Le notti, tenebrose,
scorrono pigramente
verso un’ alba
pallida e velata.
E da sotto molli rugiade
traspaiono
contrastanti distese
fresche d’ aratura
e luccicanti prati d’ erba.
Nonché giardini  
 di solitarie fioriture.
La natura ormai spoglia
si vela di sottile brina.
Che il gelo notturno
con tocco d’ artista
opererà
di magica, candida trina.
 




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