Ritorno
L'aeroporto di Fiumicino era gremito di persone nonostante l'ora tarda.
La gente andava e veniva, la folla si avviava verso i banchi dei
check-in o ai cancelli scivolando quasi in silenzio sui pavimenti
lucidi.
L'aereo proveniente da Beica aveva fatto quasi quattro ore di ritardo e
Giorgia era appoggiata alla balaustra davanti all'uscita sbadigliando
sempre di più ogni ora che passava.
Non aveva quasi dormito, al pensiero di chi avrebbe riabbracciato quel
giorno, dopo tre lunghissimi anni… ma in quel momento la
stanchezza aveva sopraffatto perfino l'emozione ed era certa che, se
non fosse rimasta in piedi, si sarebbe addormentata miseramente su una
delle sedioline metalliche della sala d'attesa, perdendo il tanto amato
appuntamento.
Si era sfregata violentemente gli occhi e quando aveva ripreso la vista
si era accorta di una tazza di cartone colma di caffè
proprio davanti a lei.
- Mi sa che ti ci vuole proprio un po' di caffeina. - Disse Tommaso con
un sorriso malizioso.
- Non sono fatta per stare sveglia così tanto. -
Un sorso al caffè e la bevanda calda e amara lungo la gola
la fece riprendere un po', abbastanza da rendersi conto che la voce
metallica dello speaker aveva annunciato finalmente l'atterraggio del
volo che stavano aspettando.
Pochi minuti più tardi i primi viaggiatori iniziarono a
defluire dall'uscita e Giorgia si mise più dritta,
sistemando golfino e capelli specchiandosi nelle porte a vetri.
- Ehi, non pensavo che saresti stata nervosa! -
- Non sono nervosa! - Replicò Giorgia.
- Sicura? -
Per tutta riposta la ragazza gli diede una gran gomitata nelle costole,
ma poi gli lanciò un sorriso.
Al suo ritorno da Monza non si era accorta di quanto Tommaso le
mancasse fino alla mattina in cui il suono del campanello l'aveva
buttata giù dal letto. Scalza, spettinata e in pigiama
andò ad aprire e si ritrovò davanti Tommaso e le
sue valigie, assieme alla richiesta di avere un po' di
ospitalità perché si era appena trasferito a Roma.
Da allora vivevano assieme in una casa disordinatissima, coloratissima
e spesso decisamente rumorosa, visto che i bisticci tra loro erano
all'ordine del giorno. Bisticci che finivano sempre con una
dichiarazione di pace eterna e duratura… fino al battibecco
successivo.
Ma, discussioni o meno, Giorgia sapeva che Tommaso era esattamente
quello che mancava alla sua vita perché fosse perfetta. E a
sentire lui pareva che fosse reciproco.
In quel momento, Tommaso fece cenno a Giorgia di guardare verso la
porta degli arrivi.
Quando la ragazza si voltò, quasi non riconobbe la giovane
donna bionda vestita di rosa che si era fermata vicino a loroo. Per un
lungo momento rimasero immobili a guardarsi, poi Elisabetta le sorrise
e Giorgia corse verso di lei, abbracciandola come non si erano mai
abbracciate prima.
Erano passati tre anni dal loro ultimo incontro a Monza e nonostante le
telefonate e le mail Giorgia era felice di poter riavere la sua
migliore amica vicino.
- Sei bellissima! - Le disse allegramente.
- Anche tu. - Replicò Elisabetta, ravviandosi la frangetta
con un dito e sorridendole, gettandosi un'occhiata nervosa alle spalle.
Fu solo in quel momento che Giorgia si rese conto che la sua amica non
era da sola: alle sue spalle, con una valigia in mano e l'aria sana e
abbronzata di chi non passava più tutte le sue ore in un
ufficio c'era un uomo. E non un uomo qualunque: era Cristiano.
Giorgia guardò prima Elisabetta, poi Cristiano e poi di
nuovo Elisabetta.
- E lui cosa ci fa qui? - Esclamò.
- È venuto a trovarmi per Natale. - Disse Elisabetta,
arrossendo. - E non è ritornato. -
Allungò una mano verso di lui e Cristiano la strinse con un
sorriso.
Giorgia era ancora a bocca aperta e Tommaso le si avvicinò
passandole un braccio attorno alle spalle.
- Modera il tuo stupore, tesoro. Credo ti si stia slogando la mascella.
-
- Si slogherebbe anche a te si ti ritrovassi davanti l'ultima persona
che pensavi di vedere! - Esclamò Giorgia. - Al confronto la
nostra notizia è veramente una sciocchezza! -
- Notizia? Quale notizia? -
- Le ho chiesto di sposarmi. - Replicò Tommaso con un
sorriso. - E mi ha risposto di sì. Beh, in realtà
mi ha detto più o meno
“ommioddiosantocielooggesù”, ma il
significato credo fosse lo stesso. -
- Quindi adesso mi ritrovo a gestire il mio lavoro, un fidanzato
pasticcione, disordinato e assolutamente incapace di vivere da solo e i
preparativi per un matrimonio. -
- Aha, allora era per questo che continuavi a chiedermi di tornare il
prima possibile! - Esclamò Elisabetta. - Hai bisogno di qualcuno su cui scaricare l'ansia dei preparativi! -
Giorgia le sorrise, prima di rispondere.
La proposta di Tommaso era caduta come un fulmine a ciel sereno,
durante una innocente discussione sul futuro durante una passeggiata.
Per poco non era caduta nel Tevere per lo stupore, ma alla fine aveva
accettato. Non ci aveva nemmeno dovuto pensare molto, sapeva che era la
cosa giusta da fare.
Quando si era resa conto di quello che aveva deciso, però,
si era sentita sommergere dalla paura. Paura a cui aveva deciso di non
arrendersi, ma di sconfiggere. E allora aveva chiamato Elisabetta e le
aveva chiesto con insistenza di tornare, di rivedersi finalmente.
Vederla davanti a sé, con le guance abbronzate, il sorriso
sincero e gli occhi finalmente pieni d'amore le faceva capire che avere
coraggio era veramente la cosa giusta da fare.
- No, Elie. Ho bisogno del nostro Tocco Magico. -
Ed ecco qui, il finale della storia.
Dedicata come sempre alla mia meravigliosa Fra,
con l'augurio che tutti i suoi sogni si realizzino.
E ovviamente auguro lo stesso a chiunque abbia trovato tempo e voglia
di leggere questa storia.
Bacibaci
Flora
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