Reflection

di Fanelia
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Un'altra serata in questa lurida bettola, annebbiato dai fumi dell'alcohol.

Rientro in camera e, per errore, passando davanti allo specchio, vedo riflessa un'immagine che stento a riconoscere.

Occhi cerchiati, viso smunto e sciupato, capelli incolti e disordinati, abiti stropicciati e consumati.

Non posso evitare di domandarmi chi sia quel povero derelitto che sto osservando minuziosamente, incredulo, perché di certo non posso essere io.

Una persona sconfitta dalla vita, sopraffatta dalla sofferenza, un'anima che tenta di annegare, inutilmente, i propri dolori in una bottiglia di whiskey da quattro soldi.

Distolgo lo sguardo, disgustato da ciò che vedo e incapace di reggere il confronto fra il ricordo che ho di me stesso e il me a cui mi trovo di fronte in questo preciso istante.

Mi riconosco solo grazie a quel bagliore che ravviva il mio sguardo, ormai spento, nel momento in cui il pensiero di te mi sfiora il cuore.

Mi chiedo che faccia faresti se mi vedessi ora, se toccassi con mano a cosa mi ha portato quell'assurda e incomprensibile decisione di separarci.

Angosciato dal pensiero della tua potenziale reazione, preoccupato di causarti una cocente delusione, faccio ciò che mi riesce meglio in questo periodo e mi verso un altro bicchiere.

Un altro sorso di questo liquido ambrato che scende così bene in gola e mi scalda il cuore, consentendomi di dimenticare.

Sì, è un oblio temporaneo, ne sono consapevole, ma è l'unico modo che ho di sopravvivere in questo mio nuovo mondo senza di te: stordendo i sensi e perdendomi nella dolcezza dei tempi passati.

Sono debole?

Sì, forse, ma ormai che importa?

Nulla mi interessa, solo l'oblio.

Vorrei potermi perdere nel verde dei tuoi smeraldi e invece mi perdo in un mondo sfocato, colorato solo dalle mille sfumature del dolore e della rabbia che provo.

Mi getto sul letto attendendo il sonno che, solitamente, in queste condizioni, non tarda ad arrivare.

L'incoscienza ora è l'unica mia salvezza, l'unico momento in cui non debba lottare con il tuo ricordo così ingombrante. Per quanto vorrei lasciarlo andare, non posso, mi ancoro a esso come se fosse l'ultima fonte di salvezza, consapevole che sia il motivo della mia dannazione ma l'unica cosa che potrebbe salvarmi e darmi la forza di riapprorpiarmi di me stesso.

Se solo ne avessi il coraggio, se solo riuscissi ad affrontarlo...



NDA: niente, un piccolo sclero. Chiedo venia. Forse non dovrei nemmeno pubblicarlo ma già che l'ho scritto XD

 





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