corde tese

di Shiho Miyano
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                                                                  corde tese





Appoggiò il mento sulla pelle morbida ed in parte usurata della mentoniera ed esitò.

Non ricordava quale fosse stata l'ultima volta in cui aveva suonato il violino,ma ricordava benissimo il perchè avesse smesso.

Quel dover guardarsi le mani,le dita mentre scorrevano sulle corde tese del manico e vederle in continuazione sporche di un liquido vermiglio e vischioso. Sporche di dannato sangue.

Sospirò,l'archetto sul ponticello pronto a suonare.

Conan stava per guardarsi le mani.

Quelle mani che appena poteva nascondeva in tasca,quelle mani col callo da rivoltella cilindrica,formatasi dopo il tanto allenarsi a sparare assieme al padre,quelle mani dalle dita affusolate e bianche che all'apparenza non avevano nulla di male.

 

Le dita sul manico.

Dita rosse.

 

Suonò un “mi” e sentì chiaramente le corde ferire la pelle ammorbidita dei polpastrelli.

Stava premendo troppo,tant'è che la nota suonò sbilenca e stonata per tutta la stanza, con orribili echi lugubri.

Un altro “mi” corto ed una corda cedette rompendosi a frusta e ferendogli una guancia.

-dannazione..-

imprecò tra i denti.

Sbatté violentemente lo strumento sul tavolo,le nocche strette fino a farle sbiancare del tutto.

 

Le sue Mani sono ricoperte di sangue.

sangue non suo.

 

Si costrinse a guardarsi i palmi,i dorsi,le nocche e vide il sangue .....

Perchè si sentiva così terribilmente...sporco?

oppure...oppure era senso di colpa?

Strizzò gli occhi e gli avvenimenti di quel giorno si ripresentarono vividi,come a voler sottolineare che non se n'erano mai andati...

 

“-è una follia-

-ma è la cosa giusta da fare-

-rischiare la riserva dell' FBI per avere solo l'1% delle possibilità di riuscita in più?-

Akai guardò sbilenco il bambino,gli occhi verdi puntati su quelli color lapislazzuli.

Vedeva chiaramente i meccanismi girare nella testa di Conan in cerca di un piano più sicuro e fruttuoso,inutilmente.

Entrambi sapevano che la “spina” di nome Rena doveva essere conficcata più a fondo nel fianco dell'organizzazione e occorreva farlo subito.

Edogawa scosse la testa,le mani perennemente nascoste nelle tasche della giacca.

-non riuscirò a fermarti...giusto?-

lo sguardo dell'uomo ,come risposta, fu più che sufficiente.

Akai era uno che non demordeva facilmente e ciò faceva suonare la loro chiacchierata più come un'informazione che uno scambio di opinioni.

-giusto-

-fa un po' come ti pare....-

Conan aveva demorso e si era appoggiato al muro,quando aveva rialzato lo sguardo l'uomo si era gia allontanato.

Era nuovamente nei guai,ma d'altronde ci era abituato a stare nella melma.

-però sappi che penso ancora che sia rischioso,capito Akai?-

la risposta dell'interessato fu una mano alzata a mo di saluto infondo al corridoio e delle parole ironiche.

-Ognuno di noi rischia ogni sera di diventare il fatto di cronaca del giorno dopo.

Fa parte del nostro lavoro*- “

 

fissò il violino,la corda tranciata e arrotolata su se stessa.

 

Aveva mentito,aveva lasciato che akemi morisse,era fuggito,si era fatto da scudo con il corpo di Irish,non aveva impedito il piano folle di Akai.

 

Fallire? È stato così facile...

 

 

chiuse gli occhi,non era ancora pronto per guardarsi le mani.

Quelle mani sporche.



*frase di  
marcel proust
 

 





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