GRAZIE! Sono molto contenta che questa storia vi stia piacendo! Spero
che il seguito non vi deluda, adesso vi lascio al capitolo nuovo e aspetto i
vostri commenti! See you!
Sara
3. Lungo il fiume
Finita la cena, i due ragazzi
uscirono dal ristorante; Orlando, alla fine, siccome era stato bene, aveva
deciso di pagare tutto lui, ma non lo disse a Sunny.
Scesero dalla passerella
affiancati, l'aria era fresca, ma non pungente; arrivati sul marciapiede, la
ragazza si frugò in tasca, tirando fuori qualcosa.
"Oh, accidenti, sono
finite!" Imprecò, gettando il pacchetto vuoto in un cestino dei rifiuti;
si girò verso Orlando. "Hai una sigaretta?" Gli chiese.
"Hem..." Tossicchiò
lui, grattandosi un orecchio. "...ecco, in teoria, io non fumerei..."
Sunny fece un'espressione strana,
aggrottando la fronte. "Ma, in realtà fumi?"
"Beh, sì... ma poco..."
Rispose il ragazzo.
"Insomma, hai una sigaretta
o no?" Orlando annuì, tirando fuori il pacchetto. "Ecco, ci voleva
tanto?!" Continuò avvicinandosi.
"No, è solo che il mio
agente preferisce che non si sappia, sai per l'immagine." Spiegò il
ragazzo, porgendole le sigarette.
"Che me ne frega, se fumi
oppure no?" Ribatté lei, allargando le braccia. "Io non devo essere
politicamente corretta, sono la figlia di un rocker sopravvissuto all'epoca
d'oro del sesso, droga e rock'n'roll!" Concluse, mentre prendeva una
sigaretta; Orlando gliela accese ridacchiando.
Finì che se ne accese una anche
lui e si misero a fumare appoggiati al parapetto, lungo il fiume. A New York
non si vedono le stelle, sempre che non si sia in cima ad un grattacielo, ma
era lo stesso una sera molto bella.
"Hey..." Sunny lo
richiamò, dopo qualche minuto di silenzio; Orlando si girò a guardarla
interrogativo. "...che ne dici di camminare un po'?" E gl'indicò il marciapiede
che seguiva l'argine. "Sempre se non devi rientrare."
"No." Rispose l'attore
scuotendo il capo. "Ho tutto il tempo che voglio." Lei gli sorrise e
s'incamminò, lui le andò dietro.
"Senti." Fece Sunny,
dopo che si erano allontanati qualche centinaio di metri dal ristorante.
"Ma perché ti hanno organizzato questa cosa con me?" Gli chiese,
appoggiandosi contro il parapetto.
Orlando piegò il capo di lato,
con un sorrisino furbo. "Potrei farti la stessa domanda..." Mormorò.
La ragazza puntò l'indice. "Rispondi
prima tu." Gl'intimò allegramente.
L'attore sospirò rassegnato;
sorrideva, anche se non era proprio entusiasta di cimentarsi in una confessione
in piena regola. Si avvicinò alla spessa ringhiera, sbattendoci sopra le mani
con energia, poi si spenzolò avanti e indietro per qualche secondo; stava
cercando il modo giusto per introdurre l'argomento. Girò appena il capo verso
Sunny, e la trovò piegata all'indietro che lo guardava con espressione
rilassata; le sorrise, capendo che non c'era nulla di cui preoccuparsi, dopo
quella serata probabilmente non l'avrebbe rivista più.
"Quest'estate mi è successa
una cosa." Esordì infine, poi si voltò del tutto verso di lei, mettendosi
di lato rispetto alla ringhiera. "Avevo una storia che andava avanti da un
bel po'."
"Tipo?" Chiese lei che,
dopo l'ultimo tiro, stava buttando la cicca nel fiume.
"Circa quattro, cinque
anni." Sunny sollevò le sopracciglia, sospirando; era una cosa seria,
allora.
"Vai avanti." Lo
incitò, girandosi a sua volta, per averlo di fronte; lui, invece, si mise a
guardare il fiume.
"Io, negli ultimi sei anni,
non mi sono fermato un attimo, ho lavorato con accanimento, perché la fama è
una cosa effimera e lo so benissimo..." Riprese serio, concentrando lo
sguardo sulle luci riflesse nell'acqua, era più facile parlare così.
"...perciò ho dato tutto me stesso alla carriera, anche se nel frattempo
mi ero innamorato e vivevo profondamente questo sentimento." Guardò la
ragazza, che annuì, spronandolo a continuare. "Quest'estate, finalmente,
ho deciso che era venuto il momento di staccare la spina e mi sono preso la mia
prima vera vacanza da anni. Ho preso la mia ragazza e sono partito per paradisi
tropicali, come si suol dire."
"E fin qui, mi sembra tutto
normale." Intervenne comprensiva Sunny.
"Era un idillio,
direi." Ribatté amaro Orlando. "Le prime due settimane è stato un
sogno: baci e abbracci, io imbocco te e tu me, sesso ogni notte, e a volte
anche di giorno..." Si scambiarono un sorrisetto malizioso, quindi lui
tornò a guardare l'orizzonte. "Poi siamo tornati a Los Angeles, ed è stato
l'inizio della fine..." Chinò il capo, ma continuò. "...si è rotto
qualcosa." Sentenziò mesto. "Sono iniziate le discussioni, per ogni
stupidaggine, le male parole, e quel che è peggio... i silenzi e la noia... Non
ci potevamo più vedere, ci davamo reciprocamente la nausea, così, prima di
arrivare ad odiarci, ci siamo lasciati." Concluse, stringendosi nelle
spalle.
"Credo di capire, quello che
vuoi dire." Affermò la ragazza seria, incrociando le braccia.
"Io non so chi ha mollato
per primo." Dichiarò arreso Orlando, mettendosi appoggiato alla ringhiera
di spalle. "So soltanto che è finita, né gioia, né dolore..."
Aggiunse allargando le mani e scuotendo il capo. "...non ci siamo
strappati i capelli, non abbiamo festeggiato, ci siamo solo rassegnati al fatto
di non amarci più."
"Sono comunque storie che
lasciano un retrogusto amaro." Commentò Sunny, osservandolo, sembrava
abbastanza tranquillo.
Orlando sbatté gli occhi, quasi
infastidito. "Certo!" Esclamò poi, tornando a girarsi verso di lei.
"E' normale, biologico, ma i miei amici si sono messi in testa che io
soffro come un cane, che sono caduto in depressione, e questo solo perché sono
meno brillante del solito!" Sbottò poi, facendo una smorfia.
"Hai provato a spiegargli
che non è così?" Domandò timidamente la ragazza.
"In tutti i modi!"
Rispose lui. "Non intendono, sono delle teste dure peggio della mia!"
Proclamò a braccia allargate.
"Forse è il tuo
comportamento..." Ipotizzò Sunny, con un sorriso divertito.
Il ragazzo sbuffò arreso.
"Ammetto che in questo periodo non sono di grande compagnia..." Lei
si sentiva di smentirlo. "...ma sto attraversando una fase di adattamento,
dopo tanto tempo non è facile svegliarsi in un letto vuoto, fare colazione da
solo o non doverla chiamare nella pause del lavoro, calcolare i fusi per
parlarle quando sono lontano... insomma, mi devo abituare, ma giuro che non sto
male, semplicemente non provo nulla." Concluse, stringendosi nelle spalle.
"E forse è peggio."
Mormorò la ragazza, scrutandolo; era sicura che, in ogni modo, quella storia un
po' di dolore glielo aveva lasciato, ma lui lo nascondeva bene.
Orlando la guardò negl'occhi per
un lungo momento. "Probabilmente è peggio, sì, ma per ora è così, e non so
che farci." Sunny fece una smorfia sarcastica, mentre si spettinava la
lunga frangia; lui, allora, incrociò le braccia, sorridendo sornione. "Io
mi sono confessato, ora tocca a te." Lei rise, poi posò i gomiti sulla
ringhiera.
Il lungo momento di silenzio che
seguì era riempito solo da una sirena lontana e dallo sciabordio del fiume
contro l'argine di cemento; Sunny guardava verso il ponte illuminato, lei non
si vergognava della sua storia, solo voleva essere più ironica possibile, in
modo che non venisse fuori quanto aveva realmente sofferto.
"La mia storia..."
Esordì infine, dopo un sospiro. "...si è conclusa in modo un po' più
rocambolesco, rispetto alla tua." Lo guardava sorridendo, lui sembrava
incuriosito.
"Dimmi tutto." L'incitò
l'attore; lei alzò gli occhi al cielo un po' imbarazzata, poi riprese a
camminare, affiancata subito dal ragazzo.
"Mi ci vorrà un'altra
sigaretta..." Non fece in tempo a finire la frase, che lui le aveva già
porto il pacchetto; si sorrisero e lei ne prese una.
Per accendere la sigaretta,
dovettero fermarsi un attimo, si voltarono l'uno verso l'altra, trovandosi a
pochi centimetri di distanza. Lei si sporse, lui avvicinò l'accendino; tutto
questo lo fecero guardandosi negl'occhi. Era innegabile per entrambi, che ci
fosse una discreta attrazione, ma decisero d'ignorarlo, per il momento. Il
rumore metallico dell'accendino che si chiudeva li scosse, sorrisero e
ripresero a camminare.
"Dunque..." Riprese la
ragazza. "...io stavo con un tizio, da un paio d'anni circa, tra tira e
molla vari." Spiegò tranquilla. "Si tratta di Darrin Gretchnik, il
leader dei Mazaria, non so se li conosci..." Orlando la guardò,
pensandoci.
"Oh, sì!" Esclamò poi,
ricordandosi. "L'ho conosciuto qualche tempo fa, ad un party..."
Continuò. "...mi ha dato come l'impressione che si lavasse poco..."
Aggiunse storcendo la bocca; lei lo guardò divertita.
"Forse perché, in effetti,
non si lava." Affermò allegra; risero.
"Dai, raccontami il
resto." L'incitò Orlando, quando smisero di ridere.
"Beh, niente di che."
Fece Sunny, allargando le mani. "Un sera, ero di ritorno da Londra, e lui
lo sapeva, gli ho fatto un'improvvisata..." Smorfia con sibilo
dell'attore, occhiataccia sorridente della ragazza. "...nel suo
appartamento, di cui per altro avevo le chiavi."
"Ragazza, ma non ti hanno
insegnato nulla? Non lo sai che le sorprese non si fanno mai?" Domandò
ironico Orlando, accompagnando il tutto con uno dei suoi sguardi assassini.
"Ehhh, che ci vuoi fare,
ormai è andata..." Replicò lei. "Ad ogni modo..." Continuò, dopo
aver battuto le mani. "...entrai in casa e lo trovai intento in esercizi
di equitazione con una procace rossa..."
"Oddio!" Esclamò
Orlando ridendo; Sunny lo guardò.
"Sì, più o meno era quello
che stava dicendo lui... Oh, Oddio, sì
baby, vieni così!" Mimò, imitando il tono dell'ex. "Ovviamente la
nostra relazione è finita lì, adesso siamo in causa." Spiegò infine,
tranquillamente.
"In causa? E per quale
motivo?" Chiese stupito l'attore.
"Danneggiamenti."
Rispose noncurante la ragazza. "Gli ho spaccato il maxischermo a cristalli
liquidi, semi distrutto la saletta registrazione di casa, rotto i vetri della
macchina e bucato le gomme... ah, gli ho anche buttato dalla finestra il
palmare!" Il ragazzo era allibito, quella ragazza non sembrava certo
innocua, ma nemmeno così violenta. "Ho rifiutato il patteggiamento."
Aggiunse poi, tornando a guardarlo. "Ad andare male mi condanneranno al
servizio sociale, e ti dirò, per me è quasi una ricompensa." Affermò
soddisfatta.
"Caspita, sei
pericolosa!" Commentò Orlando. "Tradirti non è consigliabile!"
"Guarda, a dire il vero, non
sono tanto le corna..." Ribatté calma, gettando il mozzicone a terra e
spegnendolo. "...quelle può capitare a tutti di averle. Quello che non mi
va giù è essere presa per il culo."
"In che senso?"
Soggiunse l'attore incuriosito.
"Sai che cosa è stato capace
di dirmi, quando l'ho beccato a farsi cavalcare?" Lui negò col capo.
"Si è giustificato dicendo che le stava firmando un autografo!"
Orlando spalancò gli occhi, cercando di trattenersi dal ridere, ma era dura,
anche per il tono che stava usando Sunny. "Dico, ma si può essere più
idioti?! A te è mai capitato di firmare un autografo mentre eri steso
orizzontale e coi pantaloni calati?" Stavano ridendo entrambi, ormai.
"Direi proprio di no!"
Rispose lui, cercando di smettere di ridere. "Una volta, una si è tolta le
mutande per farmele firmare, ma niente di più!" Affermò alzando le mani.
"Ah, dovevo dare retta a mio
padre!" Dichiarò allegramente la ragazza, scuotendo il capo. "Lui lo
ha sempre detto che Darrin era un viscido idiota!"
"Che tipo è lui?"
Chiese, abbastanza all'improvviso, Orlando; Sunny gli dedicò uno sguardo
sospettoso.
"Darrin?" Fece
perplessa; le sembrava strano che lui volesse sapere qualcosa in più del suo
ex, magari era un fan...
"No, tuo padre."
Rispose Orlando, riprendendo a camminare avanti a lei; Sunny lo seguì con gli
occhi, per un attimo, interdetta, ma poi sorrise.
"Eh, sai..." Riprese la
ragazza, mettendosi al suo fianco. "...è un tipo piuttosto originale, ma
credo sia abbastanza normale per un artista del suo livello." La sua voce
si era fatta più dolce, lui la guardò, trovandola con lo sguardo assorto.
"Io ho le mie idee su Ned, lo vedo come una specie di reduce..."
L'attore non se la sentiva d'interrompere il suo discorso con stupide domande,
la lasciò continuare. "...è sopravvissuto ad un'epoca mitica della musica,
ma erano anni di eccessi, e lui li ha fatti tutti, adesso è un vecchio
guerriero pieno di cicatrici che non si è arreso, ha solo cambiato modo di
lottare."
"Lo adori, non è vero?"
Domandò dolcemente Orlando; Sunny si girò verso di lui, sorridendo con gli
occhi blu luccicanti nel buio.
"Si vede tanto?" Gli
chiese con aria innocente; lui fu solo capace di sorriderle e prenderla per le
spalle, mentre continuavano a camminare.
Percorsero ancora qualche metro,
poi decisero di tornare indietro, senza però lasciarsi. Il ragazzo la stringeva
delicatamente per le spalle, facendola quasi poggiare contro di se, il suo
profumo dolce nelle narici; lei, invece, lo aveva preso alla vita con
leggerezza, passando col braccio sotto la giacca, ed era bello sentire il
calore della sua pelle oltre la camicia.
"Ma non è che, il tuo ex,
voleva che tuo padre collaborasse ad un suo disco, oppure gli scrivesse
addirittura una canzone?" Le domandò Orlando ad un certo punto,
sull'ispirazione del momento; Sunny si fermò e lo guardò.
"Scherzaci!" Sbottò
poi, divertita. "Mio padre a scritto alcuni pezzi veramente mitici, pensa
a The purple ballad, Your eyes between e..."
"Before the sunrise." L'interruppe
lui; lei annuì.
"Before the sunrise." Ripeté
quindi. "Io preferisco Your eyes between, è più cupa, più rock, ma Before
the sunrise è un classico." Aggiunse.
"Sai..." Fece il
ragazzo, tornando a guardare avanti e stringendola un po' di più. "...Lij
e Hannah me l'hanno cantata..." Raccontò, senza trattenere un brivido, al
ricordo della scena.
"Davvero?" Intervenne
Sunny sorpresa; Orlando annuì.
"E' stata una cosa
agghiacciante, era orribile..."
"Bada a come parli di quella
canzone!" Esclamò la ragazza, scostandosi un po' da lui; non che il
contatto le desse fastidio, anzi stava diventando pericolosamente piacevole.
"Potrei offendermi, io ne porto il titolo nel nome!"
"Ma... veramente?"
Replicò incredulo Orlando, sbattendo gli occhi.
"Eh, sì." Annuì Sunny.
"Il mio nome completo è Sunrise George Cole." L'attore era sempre più
allibito. "Forse è il caso che ti spieghi." Aggiunse lei, vedendo la
sua espressione.
"Sarebbe gradito."
Ribatté lui con un sorriso ed un lieve inchino.
"Allora, tutto ha origine
dal fatto che io sono nata nel marzo del '77." Cominciò a spiegare la
ragazza. "Nell'ottobre del '76 era morto Russ Mulchay, che oltre ad essere
il front-man dei Red Blaze, era anche il migliore amico di mio padre, dai tempi
della scuola media." Orlando annuì, dimostrandole che seguiva il
ragionamento. "Ned cominciò a pensare di fargli un omaggio e, visto che
Before the sunrise l'avevano scritta insieme, decise di chiamarmi così. In più,
porto come secondo nome quello di Russ, che faceva Russel George Mulchay, ecco
tutto." Concluse allegra, aggiustandosi i capelli.
"Tuo padre è un tipo
originale." Commentò il ragazzo; Sunny lo scrutò con aria furba.
"Potrei dire lo stesso di
chi ti ha chiamato Orlando..." Mormorò poi; scoppiarono a ridere.
Erano tornati davanti al
ristorante; le risate di poco prima si erano tramutate in un silenzio
leggermente imbarazzato, e i due ragazzi si scambiavano occhiate d'attesa, ma
nessuno dei due si decideva a fare il primo passo. Un'idea si affacciò
improvvisa nella mente di Sunny, la ragazza sperò che lui non fraintendesse.
"Senti..." Fece,
voltandosi verso di lui. "...ti andrebbe di ascoltare la vera Before the
sunrise?" Gli chiese; Orlando le rispose annuendo con un dolce sorriso.
"Allora, potremmo andare a casa mia..."
La proposta lo fece irrigidire;
non che l'idea di andare nel suo appartamento gli dispiacesse in se, solo che
erano passati due mesi dalla rottura e non aveva ancora ritoccato una donna. Il
pensiero lo eccitava e gli dava allo stesso tempo disagio; era dolorosamente
consapevole di essere molto, ma molto, attratto da lei, che gli piaceva non
solo fisicamente, ma era presto, troppo presto, per impegnarsi di nuovo.
Sunny, nel frattempo, si era
accorta che lui aveva frainteso alla grande; e come sbagliarsi, davanti ad una
faccia sorpresa e preoccupata come quella. Da una parte era lusingata che
Orlando avesse pensato al più classico degli abbordaggi, però le dispiaceva che
l'avesse classificata come una che ci prova e basta.
"Io... veramente..."
Balbettò il ragazzo, massaggiandosi la nuca; erano passati solo pochi secondi
dalla proposta di lei.
"No, tranquillo!" Lo
rassicurò immediatamente la ragazza, alzando le mani. "Non ho intenzione
di saltarti addosso, non la do mai al primo appuntamento!" Scherzò poi,
tentando di farlo rilassare.
A Orlando parve di ricominciare a
respirare solo in quel momento. "Non... per carità, non l'ho
pensato!" Esclamò quindi, negando con le mani.
"Oh sì, che lo hai
fatto!" Replicò divertita Sunny ridacchiando, ma era ancora un po'
nervosa; il ragazzo continuava a negare col capo, mentre lei annuiva.
"Ohf..." Sbuffò
l'attore, poi, sorridendo, guardò in alto alla sua destra e, infine, rise,
ammettendo i suoi cattivi pensieri.
"Ad ogni modo..."
Affermò la ragazza, ancora divertita. "...non ti volevo circuire, è
soltanto che a casa mia ci sono le registrazioni originali, ed è tutta un'altra
cosa."
"Capisco." Annuì
Orlando, mettendosi le mani in tasca. "E scusami per il mio
comportamento... Vengo volentieri, chiamiamo un taxi?" Aggiunse
tranquillo.
"No." Rispose Sunny.
"Ho un casco in più..."
CONTINUA