cap1
Prologo
Bip-bip… Bip-Bip…
La sveglia stava suonando. odiava quel suono.
Non odiava il suono in se, odiava quello che quel suono
preannunciava: l’ennesima giornata schifosa in un mondo schifoso…
Bip-bip… Bip-Bip…
Si girò su di un lato e allungò una mano sul comodino
cercando di spegnere quell’odiosa tiranna che con il suo suono stridulo
sentenziava che “l’ora di alzarsi” era arrivata. Clik
La sveglia taceva, anche se non al primo colpo era riuscito
a spegnerla.
Resto li, steso nel letto, con la luce che iniziava a
filtrare nella stanza. Una tenue e fredda luce invernale. Passarono forse dieci o quindici minuti poi,
lentamente, Alessandro si alzo; scese le scale e entro in cucina. Come ormai
faceva da un po’ di tempo accese la radio, non che badasse più di tanto a ciò
che trasmettevano, era più che altro un modo per uscire dall’intorpidimento
mattutino.
Ancora sbadigliando e stropicciandosi la faccia inizio a
preparare il caffè, l’aroma che usciva dalla moca era quello che davvero lo svegliava.
ma ecco che, mentre il caffè iniziava a salire, ecco che
qualcosa colpì la sua attenzione…
... a un passo dal
possibile
a un
passo da te
paura di decidere
paura di me…
quella canzone, era da una vita che non la sentiva…
Ed ecco che mentre le parole e la musica uscivano dallo
stereo rimase li, immobile. “ci mancava solo questa” sussuro mentre gli occhi gli si
facevano lucidi.
Quella canzone lo aveva riportato a poco più di un anno
prima. Era stata una canzone importante per lui, anzi per loro… era la “loro” canzone…
Poggiò le mani sul mobile della cucina e chinò il capo. I ricordi che aveva cercato di seppellire negli spazi più
reconditi della memoria stavano tornando.
Ora era li e ripensava al passato, cercando di mettere
ordine nella testa.
Lei, la prima volta che l’aveva vista, il suo viso, il suo
profumo, il tempo assieme…
Poi… la fine. Senza un perché o un come.
Erano passati circa due anni da quella prima volta in cui
l’aveva vista varcare i cancelli del liceo…
Lui era già al terzo anno. Non era uno dei soliti bellocci,
di quelli tutti griffati che giravano in gruppo per i corridi, con dietro come
un corteo che sembrava formato da lumache che sbavano più che da ragazze. Non
era nemmeno uno di quei “boss” della scuola che, tutti con il petto in fuori e
la tipa di turno affianco, sembravano essere stati colpiti dal quella che lui
chiamava “sindrome del Quarterback”.
No lui era un semplice ragazzo sedici anni, un po’
trasandato, incolti capelli scuri stile Jim Morrison anche se un poco più corti
e pizzetto alla Kurt Cobail, aveva pochi (ma buoni) amici e due passioni: la
musica e gli spettacoli teatrali stile musical che si organizzavano nella
scuola.
In quei tre anni aveva
avuto qualche storia, qualche amore fugace, ma non si era mai davvero
innamorato. Anzi a dire la verita,
nessuna si era mai nemmeno davvero innamorata di lui e questa era una delle
cose che più lo affliggevano. Vedeva i suoi amici che ormai erano tutti belli e
sistemati. Tutti loro avevano trovato una ragazza che li amava e loro amavano
lei a loro volta.
Più di una volta si era chiesto cosa si provasse ad essere
innamorati per davvero.
Il classico batticuore. Le farfalle nello stomaco. Non
sapeva cosa fossero.
fino a quel giorno
almeno…
Capitolo Uno
-Quel Giorno-
Lui se ne stava li. Seduto su di una delle panchine fuori
della scuola in quel primo giorno del terzo anno. Era settembre ma ancora,
nonostante l’ora mattiniera, faceva davvero caldo. Stava fumando la sua prima sigaretta mattutina in compagnia
dei suoi amici di sempre
“la volete finire? Se continuate cosi poi il dentista me lo
pagate voi!” disse ridendo rivolgendosi alla coppietta che si stava sbaciucchiando e gli sedeva
accanto
Stefano si stacco dalla ragazza “ Ma che cazzo c’entra Ale?”
“siete così dolci che mi state facendo venire le carie!”
disse sputando una nuvoletta di fumo verso l’alto per poi girarsi verso gli
amici con un ghigno.
la ragazza rise istintivamente poi disse“sei solo geloso!” e
gli fece la linguaccia.
“ Marta… quella usala
con lui…” disse Alessandro facendo cenno col capo verso l’amico.
Marta mise su un finto broncio e poi riprese a baciarsi
Stefano.
“dai lasciali perdere… piuttosto concentrati sull’ingresso,
è appena passata una sfilata di culi che non ti dico… gli mancava solo la
parola!” disse Mirko
“quella se vuoi ce la metto io” esclamò Sara, ovvero la
ragazza di Mirko “ne ho già una: Stronzo!”
e se ne andò dal gruppetto a
grandi passi
“dai amore stavo scherzando… sai benissimo che per me tu sei
la più bella…” disse Mirko cercando di
scusarsi in fretta per la gaffe mentre la rincorreva
“si dai Ale oggi
arrivano pure le sbarbine nuove! Mi è già sembrato di vederne un paio che sono
due fighe da panico!” Filippo.
L’unico
assieme a lui ad essere ancora single. L’amico ke lo salvava dall’essere il lanternino
del gruppo.
Non era single perché non riuscisse a trovare una ragazza, anzi,
Alessandro spesso pensava che ne avesse fin troppe. Più di una volta gli aveva
parato il culo perchè aveva dato appuntamento a due ragazze contemporaneamente
e nello stesso posto. Non si faceva alcuno scrupolo con le ragazze, per lui
erano come clinex usa e getta. Alessandro si immaginava già due possibili carriere
per lui: l’attore porno o il pappone.
“bah se lo dici tu… tutte in tiro e ipertruccate… guarda ciccia
che è una scuola non una discoteca! Sinceramente a me sembrano tutte delle
mezze troie quest’anno” disse Alessandro sputando l’ennesima nuvoletta di fumo
“è questo il bello! Te la danno più facilmente!” disse
Filippo facendo l’occhiolino
“contento tu! Puoi tenertele tutte! A me non interessano”
“si.. come no…” disse l’amico ridendo
“io cerco una ragazza che sia seria, che sappia farmi
innamorare, che sia bella per quello che
è… senza artifizi”
“abbiamo delle pretese anche… ma dai li! Goditi la vita!”
“un giorno arriverà…” disse portandosi la sigaretta alla
bocca.
“si un giorno… aspetta e spera…”
Fu in quel momento che la vide…
Bellissima… di quella bellezza acqua e sapone, fisico
stupendo, lunghi capelli biondi e…
quando lei si voltò
verso di lui ecco che li vide. Grandi occhi castani, occhi da cerbiatta.
Stava entrando a scuola assieme ad un paio di amiche che
sembravano giuste giuste per Filippo.
E in mezzo a loro lei gli sembrava ancora più bella,
semplice, naturale, con quel fascino magnetico che solo poche persone
possiedono.
Sembrava quasi fosse un sogno, ma era reale. Lei era li, a
poca distanza da lui.
Ed ecco che lo sentì. Il cuore palpitava. Lo stomaco si
contorceva e sembrava che dentro svolazzassero davvero delle farfalle. Che cosa
gli stava succedendo?
Si era voltata verso di lui o era stata una sua impressione?
Aveva davvero
guardato verso di lui o semplicemente si stava guardando attorno esplorando con
lo sguardo quell’ambiante a lei nuovo ed alieno?
Non lo sapeva, ma a dire il vero non gli importava molto.
Era stato solo un attimo ma era stato magico…
Sentì come se mille campane risuonassero nella sua mente.
Restò li imbambolato per un po’, con il fumo di sigaretta
che saliva, confondendo linee e confini delle cose attorno a lui.
“Ale… Ale… Ale!”
si riscosse
“eh si? Che c’è?”
“che cazzo ti era preso? sembravi in catalessi…” disse
Stefano
“hai visto la madonna?” fece Marta
“no..” disse “un angelo...” aggiunse poi in un sussurro
“cosa?” domandò Filippo
“niente… niente… lascia perdere”
“dai và andiamo che è suonata la campanella.” sentenzio
tristemente Stefano
Alessandro si alzo dalla panchina e si avvio quasi di corsa
verso l’ingresso della scuola.
“e adesso che gli è preso? Cazzo è sta fretta?” disse Marta
“boh… ci sarà mica rimasto?” continuò Stefano
“beh un po’ matto lo è sempre stato…” fece Filippo mulinando
un dito vicino ad una tempia
poi i tre amici accortisi di essere gli ultimi rimasti li
fuori si diressero anche loro verso la scuola…
|