A Letizia.

di Francesco Di Feo
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Qual mai omaggio posso portare
con questi miseri versucci
a colei che per nome possiede
la Gioia stessa?

Questo dolce e splendido fiore di cui parlo,
il quale sta vivendo ora il sabato della sua vita,
se ne va amenamente per le calli
e di là, di qua, di su, di giù,
il suo sorriso caldo e raggiante come l'Astro antico
regala a tutti senza inibizione veruna.

L'indole più buona e mite e quieta,
vi dico, si cela dietro a siffata presentazione,
lasciando immutata, nella sua essenza,
l'immagine graziosa che in prima ci venne data
da detta creaturina.

Oh mia lieta bambina, mia piccola sorellina,
che il futuro ed il destino della vita,
così crudeli ed ingiusti talvolta,
mai ti tolgano il bene più grande al mondo,
donandoti sempre una forza infinita
di continuare a gioire e a sorridere.

Francesco Di Feo,
18 ottobre 2013
 




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