Come uno specchio.

di Elyod
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Si sedette a terra, spalle al muro, lacrime amare le rigavano il viso. La mente iniziò a vagare nell'oscuro luogo che è l'inconscio: la famiglia, gli amici, la scuola, quell'avvincente romanzo sul comodino dove la protagonista amata da tutti prendeva in mano la situazione e risolveva il problema.
Tutto vorticava nella sua mente e i pensieri le sembravano tante palline da ping-pong che rimbalzavano contemporanemente confondendola ancora di più.
Si accorse che, appoggiata spalle al muro, era parallela allo specchio della sua camera.

E le sembrò di essere anche lei uno specchio.

Le sembrava che, ogni volta, le persone che aveva davanti le si specchiassero dentro, dandole una forma, una storia, rendendola interessante.
Ma, in realtà, lei era coinvolta nelle loro vite come uno spettatore da un film.
I veri protagonisti erano loro, non lei. E quando gli altri erano a vivere la loro vita, lei si rinchiudeva nel suo mondo immaginario, sognando ad occhi aperti la vita che voleva ma che non aveva. Si immaginava protagonista di una di quelle moltitudini di storie intrecciate alla perfezione dal caso.

E invece era un inutile specchio che rifletteva le storie della gente intorno a sé, incapace di averne una propria.




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