Want To Be My Self
Prima Parte
Courtney e Gwen sono sorelle, spesso si chiedono se Dio non le odi
talmente tanto, da averle fatte finire sotto lo stesso stramaledetto
tetto.
Non hanno lo stesso sangue, semplicemente la madre di Courtney ha
sposato il padre di Gwen.
Tra loro non c'è ne amicizia, ne alcun tipo di rapporto,
anzi si odiano profondamente e la mattina è il momento peggiore per
vederle insieme.
"Gwen! Vuoi uscire da quel bagno o devo sfondare la porta?!" Urla
Courtney sbattendo ferocemente i pugni sulla superficie bianca,
è lì da quasi cinque minuti e lei odia aspettare,
non sopporta quando le persone la fanno attendere anche solo per
qualche minuti. "Gotica dei miei stivali, esci!" Continua imperterrita
ad urlare e dare pugni sulla porta.
Dal canto suo Gwen non se ne cura molto, è abituata al
comportamento aggressivo della "sorella" quindi semplicemente continua
a truccarsi come se nulla fosse, una linea spessa di matita sotto
l'occhio, ombretto nero e rossetto del medesimo colore. Si guarda allo
specchio, e sbuffa sonoramente quando sente nuovamente Courtney urlare
qualche insulto diretto a lei.
"Arrivo!" Dice sospirando pesantemente e avviandosi verso la porta, poi
prima di girare la chiave nella toppa ed aprirla ci pensa un attimo. Sa
che se esce mentre Courtney è ancora lì davanti,
certamente la ucciderà, o peggio le preparerà una
lista sulle cose che lei non deve fare. Neanche fosse sua madre! "Esco
solo se tu ti allontani dalla porta!" Replica lei ghignando,
può sentire la sua sorellastra grugnire sommessamente per
poi tirare un pugno ben assestato alla porta.
"Non prendo di certo ordini da una gotica da strapazzo!" Ruggisce
Courtney prendendo il pomello della porta con la mano sinistra e
tirandolo, continuando a urlare "apri questa maledetta porta!" Mentre
Gwen si mette seduta per terra, con la schiena appoggiata sulla porta,
la schiena le vibra ogni volta che la sorella sbatte le mani contro la
superficie bianca. Si guarda distrattamente intorno, si sofferma sulla
camicia bianca di Courtney fissandola quasi disgustata.
"Come diavolo fa a mettere roba del genere?" Domanda a sé
stessa con una smorfia insofferente sul viso, come se quello che stesse
guardando non sia un semplice pezzo di stoffa, ma una cosa dell'altro
mondo talmente orribile da non poter nemmeno essere nominata da una
bocca umana. Sobbalza leggermente quando sente Courtney dare un pugno
molto più forte degli altri, pensa seriamente che potrebbe
tirare giù la porta.
"Apri!" Ruggisce Courtney alzando ancora di qualche tono la voce, Gwen
scuote energicamente la testa, quando poi si accorge che l'altra non la
può vedere risponde con voce pacata e tranquilla.
"No." È in quel momento che Courtney esplode, Gwen
può sentire la rabbia che monta si sposta velocemente dalla
porta, perché ora ha seriamente paura di quello che potrebbe
accadere, entrare nel bagno e ucciderla è un ipotesi. Quando
sente dei passi pesanti salire su per le scale, il suo cuore ricomincia
a battere regolarmente, fino a calmarsi completamente quando sente la
voce calda di suo padre.
"Court cosa succede?" Chiede con un tono dolce il signor Barlow, che ha
preso il cognome della moglie dopo che si sono sposati, Courtney
sospira sconsolata perché davvero, non può odiare
quell'uomo è il padre che ha sempre desiderato, quella
figura paterna che le è sempre stata negata. Ma di certo
questo lui non lo sa.
"Tsk, Gwen non esce dal bagno" sibila inferocita con gli occhi che
continuano a puntare sulla porta, senza distogliere mai lo sguardo, le
labbra sono increspate in un espressione dura e fredda. Lui sbuffa
sconsolato scuotendo energicamente la testa, bussa delicato alla porta
con le nocche della mano.
"Gwen, se hai finito, puoi uscire?" Domanda gentile il signor Barlow,
Gwen sbuffa sonoramente, si alza in piedi mettendosi a posto la mini
gonna a scacchi nera e verde, spostandosi la frangia, infila la chiave
nella toppa girandola, non appena esce Courtney le lancia uno sguardo
di disprezzo entrando a sua volta nel bagno, urtandola ferocemente
apposta e sbattendosi violentemente la porta alle spalle.
Il padre scuote la testa leggermente scendendo lentamente le scale, i
tratti del viso sono delicati e la pelle e bianca come quella della
figlia, porta sempre dei vestiti molto semplici, dei pantaloni color
caramello e una camicia bordò, i capelli sono legati in una
piccola coda, di un colore nero anche se spunta qualche capello bianco.
Courtney non appena è dentro al bagno grugnisce
energicamente vedendo in che stato è ridotto il lavandino
-come al solito- c'è ombretto parso su tutto il lavabo, la
matita nera è appoggiata distrattamente sul ripiano dello
specchio e per terra può ancora vedere il pigiama nero di
Gwen. "Stupida gotica, ma nessuno le ha mai insegnato un po'
d'ordine?!" Sibila irata raccogliendo da terra i vestiti e buttandoli
stizzita dentro al cesto dei panni sporchi, si abbassa sino al
mobiletto bianco che è situato sotto la finestra per
prendere una spugna e pulire il lavandino.
Ghigna divertita prendendo il ombretto e la matita lasciati incustoditi
e li butta nel cestino del pattume, "così impara a non
mettere mai a posto" sorride soddisfatta, per poi mettersi davanti allo
specchio e spazzolarsi i capelli. "Forse dovrei tagliarli" arriccia
leggermente una ciocca dei capelli intorno all'indice, poi sospira
spostandosi dallo specchio e infilandosi la solita camicetta bianca e
un paio di jeans a vita alta, infila la camicia dentro i pantaloni e
legandosi i capelli in uno chignon alto.
Piega leggermente le labbra all'insù, i jeans le mettono in
risalto il ventre piatto, e la camicia le risalta le curve generose,
sì, è decisamente belle. Pensa distrattamente.
Apre la porta del bagno scendendo velocemente le scale per arrivare in
cucina, sbuffa sonoramente quando vede Gwen seduta che mangia
tranquillamente delle fette biscottate con della marmellata. Si siede
anche lei il più lontano possibile dalla sorellastra, la
guarda per qualche secondo per poi afferrare la sua tazza di
caffè nero. Ne sorseggia qualche sorso per poi domandare con
voce pacata. "Mamma?" Chiede indirizzato alla gotica, che alza la testa
con un sopracciglio alzato.
"È andata con papà al lavoro" risponde pacata
continuando a mangiare la sua fetta biscottata, Courtney grugnisce
infastidita.
"Se solo tu ti fossi mossa in quel bagno, io avrei salutato mia madre!"
Riprende acida sbattendo la tazza sopra al tavolo, facendolo vibrare,
Gwen si alza in piedi accigliandosi e arricciando il naso bianco. Le
unghie nere stringono forte il tavolo.
"Come se a te importasse di qualcuno!" Risponde di rimando Gwen, anche
Courtney si alza in piedi e a grandi passi ai avvicina alla gotica fino
ad arrivarle ad un palmo al naso, sente il sangue ribollire nelle vene,
si odiano, sono due anni che vivono insieme e ormai c'è
talmente tanta tensione in casa che si potrebbe percepire anche nello
sgabuzzino.
"Tu-" Courtney sta per dire qualcosa di tagliante, ma viene interrotta
dal suono del campanello, stizzita va ad aprire la porta, ma prima di
uscire dall'ingresso lancia un occhiataccia a Gwen "non finisce qui"
sibila a denti stretti uscendo dalla stanza, Gwen sospira stanca
buttandosi pigramente a sedere sulla sedia.
Non appena arriva alla porta, si scrolla leggermente come per azzerare
la rabbia che ha in corpo, si dipinge in faccia un sorriso finto
aprendo la porta. I suoi occhi si illuminano, sulla soglia dell'entrata
una ragazza dai lunghi capelli biondi lasciati sciolti e gli occhi di
un azzurro che potrebbero leggerti nell'anima, le sorride dolcemente,
le mani sono dentro alle tasche della grande felpa azzurra.
"Bridgette!" La chiama Courtney sorridendo di rimando, lei l'abbraccia
leggermente, per poi entrare in casa. "Hai già fatto
colazione?" Chiede leggermente premurosa la padrona di casa
accompagnando l'ospite sino alla cucina, solo in quel momento si
accorge che Gwen è ancora lì, quindi sbuffa
irata, accartocciando il volto.
"Oh, ciao Bridgette" la saluta tranquilla, Courtney incrocia le braccia
sotto il seno e si dirige a grandi passi fuori dalla stanza.
"Vado a prendere la cartella" dice uscendo definitivamente dalla
cucina, Bridgette scuote la testa facendo ondulare i lunghi capelli
biondi, per poi volgere il suo sguardo sull'altra ragazza.
"Non prendertela Gwen, anche con me era così all'inizio"
bisbiglia cercando di non farsi sentire da Court, la gotica le fa un
sorriso stanco, scuotendo la testa e sospirando. Perché lei
lo sa che Courtney infondo non è una cattiva ragazza, vede
come tratta le persone a cui tiene, ma non riesce davvero a capire
perché la odi così tanto. A primo impatto le era
sembrata una ragazza davvero bella e con un sorriso davvero gentile, ma
poi in qualche modo Courtney ha iniziato a provare uno strano odio nei
suoi confronti.
"Sì lo so" vengono interrotte dalla voce di Courtney.
"Ti muovi? Non voglio di certo far tardi, sono la prima della classe"
Bridgette ride leggermente, saluta educatamente Gwen e va verso l'amica
che intanto l'aspetta sulla soglia della porta, con una cartella bianca
a tracolla.
Gwen rimane da sola in casa, sospira sconsolata prendendo lo zaino nero
che aveva appoggiato precedentemente di fianco alla sedia dove era
seduta, e a passi lenti e stanchi si dirige verso l'uscita, prende le
chiavi e chiude la porta.
***
"Perché non ti sciogli i capelli?" Chiede Trent sorridendo
leggermente, ricevendo in cambio un'occhiata seccata da parte di
Courtney. Trent è il migliore amico di Courtney da quando
lei ne ha memoria, si sono semplicemente trovati, spesso le persone di
chiedono come un ragazzo come lui, uno spirito libero sempre sorridente
e gentile con tutti, faccia ad essere amico di una come lei, la
perfettina, prima della classe ed egocentrica.
A volte anche Courtney se lo domanda, ma dopotutto non è che
gli importi molto, le basta che Trent le sia vicino.
"Tu perché ti ostini a portarti la chitarra ovunque?"
Domanda acida lei alzando un sopracciglio, lui ride divertito.
"Hai ragione" dice alzando le mano in segno di resa, appoggia il suo
zaino e la chitarra per terra sedendosi vicino a Courtney, che alza gli
occhi al cielo. Trent la guarda divertito, per poi volgere il suo
sguardo verso Justin che si trova proprio dietro di loro, e che guarda
con aria trasognante Courtney. "Secondo me Justin ha una cotta per te"
le bisbiglia facendolo l'occhiolino, lei lo guarda scettica.
"Non essere ridicolo" ribadisce lei, Trent le fa segno di guardare
dietro, lei leggermente incuriosita si gira e vede Justin che la
guarda, "hai bisogno di qualcosa?" parla con voce fredda.
"No, stavo solo pensando!" Risponde Justin ridestandosi e spostandosi
il ciuffo, "sabato Geoff dà una festa, ti va di andarci
insieme?" chiede con sguardo che molte ragazze definirebbero seducente,
ma che Courtney lo trova quasi stupido ma sorride comunque.
"No" e detto questo Courtney si gira di nuovo verso e guarda disattenta
la lavagna, immersa nei suoi pensieri, sente Trent di fianco a lei
ridere sommessamente, mentre Justin la guarda scioccato, gli occhi sono
spalancati. Digrigna leggermente i denti "okay" bisbiglia in un soffio.
"Con Scott?" Chiede Trent con una nota leggermente preoccupata nella
voce, Courtney alza gli occhi al cielo attenta a farsi vedere
dall'amico e scuote la testa.
"La smetti?" La sua voce è irritata come lei del resto, al
suo migliore amico non è mai piaciuto il suo ragazzo e
questo potrebbe andare anche bene a lei, non è che gli
importi più di tanto. Ma le dà fastidio che
comunque Trent pensi sempre male di Scott.
Trent abbassa lo sguardo e scuote leggermente la testa sospirando, non
ha voglia di litigare con lei -di nuovo- per quella specie di animale,
quindi lascia cadere il discorso continuando a parlare del
più e del meno come fanno di solito. Smettono di
chiacchierare quando nella classe entra il professore.
Courtney quasi esulta quanto sente la campanella che suona,
è la pausa pranzo quindi può passarla con il suo
ragazzo. Prende velocemente la sua cartella, salutando velocemente
Trent che sospira sconsolato, esce dalla classe con altrettanta
velocità, cammina a testa alta, i ragazzi di tutta la scuola
sono quasi intimiditi da lei.
Svolta giusto l'angolo per ritrovarsi faccia a faccia con Scott, che le
sorride -quasi ghignando- e la prende per i fianchi. "Ciao piccola" le
dice avvicinandosi e dandogli un veloce bacio a fior di labbra,
"andiamo a mangiare qualcosa?" continua sorridendole, lei annuisce.
Courtney stranamente non parla, non dice niente a Scott su quanto odi
quell'odiosa di Gwen, non gli parla di quanto la irriti quel ragazzo
che sta in classe con lei, non dice assolutamente niente. Sta assorta
nei pensieri con uno sguardo fisso davanti a se. Il braccio di lui
cinge la sua vita e la guarda leggermente curioso. "Ehi, va tutto
bene?" Chiede con una smorfia sul viso, Courtney annuisce
distrattamente.
"Stavo solo pensando, cosa che tu non fai spesso" risponde lei
leggermente tagliante ma sorridendo, Scott sbuffa una risata baciandole
una tempia, non appena arrivano in mensa si siedono al solito tavolo
quello dei "popolari" come molti nella scuola lo chiamano.
Courtney fa parte dell'élite scolastica, tutti gli studenti
vorrebbero sedersi al suo tavolo e questo a lei ha sempre fatto
piacere, le piace essere al centro dell'attenzione e destare stupore,
infondo è la presidentessa del comitato studentesco come
potrebbe non essere al centro dell'attenzione?
"Mi ascolti?" Chiede Alejandro sventolandogli una mano davanti alla
faccia, lei si riprende e fissa intensamente il suo amico, quarterback
della squadra di football il migliore negli ultimi dieci anni nella
scuola, come molti dicono. A lei non le è mai piaciuto quel
gioco, va solo a guardare le loro partite perché gioca anche
Scott, altrimenti lo snobberebbe molto volentieri.
"Che vuoi?" Sbotta infastidita Alejandro non le è mai andato
più di tanto a genio, se anche da subito si era presa una
mezza cotta per lui, col tempo è arrivata a quasi odiarlo.
Ma sopratutto la infastidisce che quando girino insieme, le persone
debbano sempre chiederle se sono fratelli, si assomiglieranno un po'
per la pelle perennemente abbronzata, per i capelli color cioccolato ma
nulla di più e nulla di meno.
"Si può sapere che hai?" le chiede Scott con un sopracciglio
alzato, può sentire una nota di irritazione marcata nella
sua voce, Courtney digrigna i denti, si alza seccata lasciando la
cartella vicino a lei.
"Vado in biblioteca, non mi seccate" dice fredda lasciando
un'occhiataccia al suo ragazzo che sbuffa sonoramente girandosi verso
Alejandro, lei grugnisce qualcosa di probabilmente incomprensibile
iniziando a camminare a passi decisi con i pugni serrati.
"È più scontrosa del solito o è una
mia impressione?" Chiede il quarterback all'amico che annuisce poco
convinto per poi sospirare.
"Che faccia quello che le pare! Dannazione" impreca a denti stretti
Scott mentre addenta un panino al tonno preso dallo zaino, Alejandro
scuote energicamente la testa mentre vede l'amico alzarsi anche lui
"non sto andando da lei" precisa mentre si dirige sugli stessi passi
della fidanzata, prendendo anche la sua cartella. Il quarterback non
può fare altro che ridere sotto i baffi mentre guarda lo
zaino dell'amico lasciata scomposta sulla panchina della mensa,
"dovrò portargliela in classe" dice a se stesso "che
seccatura!" Continua.
Courtney continua a camminare per i lunghi corridoi della scuola, non
ha realmente voglia di andare in biblioteca quindi decide di andare
nella terrazza sul tetto della scuola, ha le chiavi che aprono la porta
quindi non ci sono nemmeno problemi su come entrarvi.
Sale un paio di rampe di scale, negli ultimi gradini sente un leggere
fiatone, forse dovrebbe ricominciare a fare un po' di sport invece che
stare sul divano a leggere. Non appena arriva davanti alla pota, fa un
grande sospiro estraendo dalla tasca posteriore il mazzo di chiavi che
apre tutti le porte della scuola. Ridacchia leggermente pensando, che
con molta probabilità qualche anno fa non avrebbe mai fatto
una cosa del genere, se non avesse conosciuto lui probabilmente non lo
avrebbe mai fatto, nemmeno fra un milione di anni.
Sta per inserire la chiave quando la porta si apre da sola, Courtney fa
un balzo indietro socchiudendo gli occhi
"Tu!" Si rivolge con disprezzo al ragazzo che gli si para davanti,
piercing al naso e al sopracciglio, cresta verde fluorescente, una
maglietta con un teschio sopra e jeans stracciati. "Che ci fai qua? Lo
sai che è vietato venire qui?!" Chiede arcigna lei,
incrociando le braccia sotto il seno e assottigliando ancora di
più gli occhi color nocciola.
"Principessa, la stessa cosa dovrebbe valere anche per te!"sogghigna
lui, la lingua incastrata tra i denti e gli occhi celesti che la
guardano divertito, lei stringe i pugni lunghi i fianchi grugnendo
visibilmente infastidita.
"Senti un po' " ma non fa nemmeno in tempo a finire la frase, che sente
una voce strisciata e roca, una voce adulta probabilmente uno dei
professori, chiedere "c'è qualcuno?" Courtney sta per
rispondere che lei è la presidente del consiglio studentesco
e che ha trovato questo bifolco, ma prima che possa aprire bocca,
Duncan la prende per il polso trascinandola sul terrazzo e chiudendo
immediatamente la porta dietro di sé. "Che cosa stai
facendo?" Sibila irata lei.
"Ti salvo il culo principessa" replica lui, ammiccando nella sua
direzione, lei sbuffa infastidita togliendo in malo modo il suo polso
dalla mano di Duncan e sedendosi per terra.
"Finezza, proprio" scuote energicamente la testa "sei solo?" Chiede
quasi divertita. Duncan dal canto suo la guarda con sopracciglio
alzato, e poi ammicca verso di lei.
"Sì, speravi che fossi solo, vero principessa?" Dice
sedendosi di fianco a lei, Courtney scoppia in una fragorosa risata che
le fa quasi venire le lacrime agli occhi.
"Certo, certo troglodita, da quando Gwen ti ha dato il due di picche
sei sempre solo?" Chiede divertita, anche se le fa male, fa davvero
male pensare che loro due stessero insieme, a Courtney Duncan era
piaciuto davvero forse ne era innamorata, ma poi i loro battibecchi, le
serate passate a mangiare pizza insieme a Trent e Scott si sono
volatilizzate, lui si è fidanzato con Gwen, ha preferito
Gwen a lei. È per questo che ha iniziato ad odiarla, le ha
rubato l'unico ragazzo che abbia mai davvero amato, a quel pensiero
sente ancora le budella contorcersi, anche quando si sono lasciati non
ha fatto nulla per riprendersi Duncan, non è mai stato suo e
lei ha un orgoglio da difendere.
"Ci siamo lasciati di comune accordo" dice Duncan scrollando le spalle,
come se non gliene importasse davvero.
"Oddio!" Esclama Courtney portando si una mano davanti alla bocca "sai
articolare una frase così complessa?" Chiede fintamente
sorpresa.
"E tu ora hai senso dell'umorismo?" Domanda ghignando e infilando la
lingua fra i denti, Courtney soffoca una leggera risata, poi si
appoggia al muro tranquilla, probabilmente qualche anno prima non lo
avrebbe mai fatto, ma in qualche modo si sente diversa, cambiata.
Sospira socchiudendo gli occhi e sorridendo mesta. È
piacevole, l'aria le accarezza il volto, il silenzio che si
è creato la manda in uno stato di quiete e tepore, si
dimentica quasi della presenza del ragazzo vicino a lei.
"Con Scott?" Duncan rompe il silenzio che si era creato tra i due,
Courtney apre gli occhi di scatto come se fosse appena stata scottata
da qualcosa.
"Bene" dice mordendosi l'interno della guancia, ripensando a quello che
è successo in mensa, forse, direbbe smetterla di comportarsi
così rischia di perdere i suoi amici.
"Sai principessa" sussurra Duncan vicino al suo orecchio,
"probabilmente se non ci fosse stata Gwen, mi sarei innamorato di te"
continua, Courtney si sente morire, gli occhi le pizzicano ma fa finta
di nulla, anzi, ride. Una risata roca e piena di malinconia.
"Sai, se non fossi esistito sarei stata meglio!" Dice sorridendogli, un
sorriso ironico e alzandosi velocemente, apre la porta con movimenti
meccanici correndo giù per le scale, il respiro irregolare e
gli occhi che le continuano a pizzicare. "Maledizione!" impreca, corre
per i corridoi quasi deserti, non importa cosa succeda lei
girerà sempre a testa alta.
Non si accorge nemmeno della mano che si è posata sulla sua
spalla.
"Courtney!" Si volta velocemente e sospira quasi consolata quando la
vede, la pelle diafana, gli occhi neri e intensi dai tratti asiatici, i
capelli del medesimo colore raccolti in una coda alta, la mini gonna a
pieghe di un giallo canarino, il top corto e arancione che non arriva
quasi all'ombelico, la capo cheerleaders.
"Heather!" Courtney si fionda letteralmente tra le sua braccia, mentre
l'amica leggermente sorpresa ricambia quello strano abbraccio.
***
È ora di cena e Gwen è pigramente sdraiata sul
suo morbido letto con le lenzuola color cremisi, non vuole sedersi a
tavola e tornare a discutere rumorosamente con Courtney nuovamente,
è stanca dei continui litigi che impetuosi si scatenano in
casa. Si rigira nel letto pigramente, affondando la faccia nel cuscino
che profuma di pulito.
"Ragazze è pronta la cena! Scendete!" Gwen alza la faccia
dal cuscino e con un gemito sconnesso si mette in piedi, sospira
prendendo il telefono e uscendo dalla camera. Scende il più
lentamente possibile dalle scale, non ha davvero voglia di vedere
Courtney, quindi cerca di andare con calma.
Non appena entra nella cucina vorrebbe sotterrarsi di mille metri, se
non più, si sente morire. Non bastava il tormento di
Courtney, incrocia lo sguardo di Heather, la capo cheerleaders della
scuola e oltretutto è amica stretta con Courtney. Hanno
letteralmente messo la scuola in ginocchio e questo Gwen lo odia, odia
sentirsi così intimidita da due ragazze come loro, ma
sopratutto da Heather, fredda e calcolatrice.
Stranamente la cena non va affatto male, Gwen ha parlato
tranquillamente con i genitori mentre Courtney parlottava con Heather,
non ci sono state battute taglienti, litigi o sguardi truci. Non le
piace per niente, avrebbe preferito di gran lunga le solite litigate,
perché questo significa quasi certamente che stanno tramando
qualcosa contro di lei. A metà cena infatti hanno detto di
essere sazie e si sono dirette veloci in camera di Courtney, prima
però hanno guardato divertite la gotica, ridendo
sommessamente.
Courtney ride soddisfatta, girandosi tra le mani un diario nero pieno
di scritte, Heather le lancia uno sguardo complice facendolo
l'occhiolino. "Tutto merito mio" dice soddisfatta, facendo slittare la
lingua tra i denti, la Barlow scuote leggermente il capo, continuando
però a mantenere un sorriso vittorioso sulle labbra.
"Hai già un piano in mente?" Domanda Courtney buttandosi sul
letto, sfogliando un paio di pagine ma senza vederle leggermente,
finché qualcosa non attira la sua attenzione, i suoi occhi
si illuminano di una luce sinistra. "Ehi, vieni qua!" dice l'ispanica
divertita, Heather si alza dalla poltroncina bianca su cui era
pigramente seduta, si avvicina all'amica e non può che
scoppiare in una fragorosa risata.
"Sta scherzando vero?" Ormai stanno ridendo da un sacco, leggendo le
pagine di quel diario "oddio leggi qua!" esclama Courtney indicando un
angolo della pagina, "non ci posso credere!" riprende ancora
continuando a sfogliarlo e "oddio! Hai letto?"
"Cos'hai intenzione di fare?" Chiede Courtney, il suo sorriso ha
qualcosa che ricorda vagamente un felino che sta per catturare un topo,
guarda l'amica curiosa mentre sdraiata sul letto continua a ridacchiare
tra se e se, Heather assottiglia gli occhi divertita.
"Domani saprai tutto, tutta la scuola riderà di lei" Mentre
Heather pronuncia queste parole, Courtney si morde distrattamente
l'interno guancia, sente lo stomaco che si attorciglia leggermente ma
continua a sorridere beffarda.
"Cos'hai intenzione di fare con Scott?" Domanda l'asiatica
infine cercando di non dare peso alle sue parole, anche se sa quanto
peso quelle parole abbiano in realtà, ma l'ispanica non
sembra dell'idea di rispondere quindi lei continua, "oggi quanto sono
andata io a riprendere la tua cartella, mi ha guardato sconvolto e
poi-" non riesce a finire la frase che viene interrotta.
"Lo so, me lo hai già detto" risponde acida Courtney
girandosi e dandole le spalle, ha la testa pigramente appoggiata sul
cuscino, strizza forte gli occhi come se potesse cancellare i dubbi
nella sua mente, ma non funziona. Non vuole far soffrire Scott, "ci
tengo davvero a lui, mi piace sul serio" dice riaprendoli.
"Ma non lo ami" finisce Heather per lei, Courtney affonda il viso nel
cuscino biascicando qualcosa di praticamente incomprensibile, dal canto
suo, l'asiatica scuote la testa sconsolata.
Meglio che vada a casa è tardi" dice mentre si alza in
piedi, prendendo il diario nero che è appoggiato di fianco a
Courtney, lei alza subito il viso.
"Ehi! Quello volevo tenerlo io!" Heather sbuffa sonoramente,
lasciandosi sfuggire però una mezza risata.
"Piano mio, diario mio!" Sorride beffarda lasciando un sonoro bacio
sulla guancia dell'amica, e aprendo la porta "non c'è
bisogno che mi accompagni la strada la so" replica divertita uscendo
definitivamente dalla stanza.
Courtney si infila velocemente il pigiama mettendosi a letto, ha la
mente affollata da pensieri, sopratutto su Duncan e Scott, per lei
Scott è stata la sua ancora di salvezza, è vero
non lo ama. Ma è comunque una parte importante della sua
vita, forse la più importante, pensa mentre chiude gli occhi
e cerca di dormire. Domani sarà una lunga giornata.
***
Heather entra senza bussare ne niente nell'aula che è
adibita a radio della scuola, si guarda in torno e vede solamente due
ragazzi che reputerebbe al quanto sfigati, uno ha un gigantesco paio di
occhiali sul naso e i capelli arruffati arancioni. L'altro è
un normalissimo ragazzino non molto alto, con i capelli castani, lei lo
guarda meglio, le ricorda vagamente qualcuno, ma non sa di preciso chi.
Non che la cosa le interessi più di tanto, in fin dei conti.
"Cosa ci fai qui? Solo io, Cody e i membri invitati da noi possono
rimanere qui! Lo ha detto il preside!" Parla il ragazzo dai capelli
arancioni, Heather sorride, un sorriso di scherno che fa rabbrividire i
due che sono seduti di fronte al microfono, si avvicina a passi lenti e
misurati con in pugno il diario nero. Si siede di fronte a loro
accavallando le gambe, non togliendosi però di bocca quel
sorrisino.
"Sono la capo Cherleaders e la figlia del preside, dite che posso
rimanere?" domanda fingendo una voce dolce, i due si scambiano uno
sguardo leggermente preoccupato, per poi tornare a guardare la ragazza
che è seduta di fronte a loro.
"Cosa vuoi?" Chiede con un filo di voce, quello che dovrebbe essere
Cody, lei se è possibile allarga ancora quel sorriso quasi
felino, passandosi la lingua sulle labbra morbide.
"Bravi ragazzi, vedo che capite al volo, devo solo leggere una cosa al
microfono" vede i due ragazzi di fronte a lei esitare, "se non lo fate
vi distruggo, rendo la vostra vita un inferno, talmente orribile che
dovrete cambiare" continua, non smettendo mai di sorridere, loro
sbiancano completamente boccheggiando qualcosa, lei sbuffa irritata
strappando di mano il microfono, lancia un occhiata di fuoco a loro
prima che possano dire qualsiasi cosa. "Come si accende?" Chiede
irritata.
"Mentre parli devi tenere premuto quel pulsante rosso che-"
"Ho capito, ora zitti!"
Courtney è seduta al suo banco, la testa è
sorretta dalla mano sinistra e guarda distrattamente Trent che sta
parlando di qualcosa, anche se non ha la minima idea di cosa stai
dicendo. Annuisce qualche volta, solo per far finta di essere
interessata.
Ma qualcosa di ben più importante colse la sua piena
attenzione.
"Ciao ragazzi, sono Heather" Courtney si guarda intorno leggermente
smarrita, ma poi si accorge che la voce è leggermente
metallica, guarda immediatamente verso il punto dove proviene la voce,
e nota divertita che non è altro che la cassa musicale dove
fanno gli annunci. "So che mi conoscete tutti, ma non voglio parlarvi
di me, voglio leggervi alcune parole dettate dal cuore di Gwen,
direttamente dal suo diario. Lasciamo perdere le prime noiose pagine e
andiamo direttamente ai punti più piccanti!" Trent guarda
l'amica stupito con gli occhi completamente spalancati, non si
sorprende però a vedere Courtney che cerca in tutti i modi
di trattenere una risata che impeta sta per uscire. "Caro Diario," dice
Heather cercando di imitare la voce di Gwen "da quanto è
finita la relazione con Duncan sto molto male, sopratutto
perché mi sento sola, la casa è sempre
più incasinata, ma non mi va di parlare sempre della mia
sorellastra, vorrei parlarti invece del suo migliore amico, Trent. Quel
ragazzo è dolcissimo, l'ho sentito suonare nell'aula di
musica l'altro giorno è stato semplicemente fantastico! Ha
una voce così melodiosa, e-" Heather si bloccò un
attimo, "non sono sicura che sia legale leggere una cosa del genere, ma
comunque" riprese a leggere tornando ad avere quel tono fastidioso
"Trent è davvero figo!"
Courtney in quel momento scoppia a ridere, talmente forte da tenersi la
pancia, sente le lacrime che le solcano il viso. Ma si accorge
immediatamente che non è l'unica a ridere, infatti anche
altri nella classe sono scoppiati in una fragorosa risata che sta
coinvolgendo tutti. Non ci può credere che Heather lo abbia
davvero fatto, ma non riesce comunque a collegare il cervello tanto sta
ridendo forte.
Ma il sorriso le muore completamente in gola quando Trent le prende il
braccio in malo modo, facendola alzare e correndo verso la porta, non
appena sono usciti l'ha lasciata malamente guardandolo con astio.
"È colpa tua!?" Non è una domanda, ma una
constatazione fatta però quasi con odio, lei assottiglia gli
occhi accigliandosi parecchio, mentre Heather continua a leggere pagine
di diario ma non se ne cura molto, ora è impegnata in altro.
"A te cosa importa?!" Dice inviperita facendo un passo avanti e
agitando leggermente le mani, "poverina! Per una volta che ha avuto
quello che si merita!" esclama poi con una smorfia contratta sul viso.
"Non ci posso credere," replica Trent quasi in un sussurro "ti rendi
conto di quello che state facendo tu e Heather?! Siete per caso
impazzite?!" Trent sta ribollendo di rabbia e Courtney lo
può vedere dai suoi occhi, ha litigato così poche
volte con il suo migliore amico che le liti le può contare
sulle dita di una mano.
"Perché la difendi?" Chiede aspra, stringendo i pugni lungo
i fianchi magri, Trent spalanca leggermente gli occhi, apre un po' la
bocca come per dire qualcosa ma le parole gli muoiono in gola e storce
il naso, scuotendo la testa.
"Non difendo lei, sto solo dicendo che-" Viene interrotto da Courtney
che lo spinge violentemente facendolo barcollare, guarda leggermente
sbigottito l'amica che ha una maschera d'ira sul volto.
"Ti odio! Sei come lui!" Urla lei in preda all'ira spingendo di nuovo
Trent che la guarda, senza riuscire a dire niente, la bocca semi aperta
non riesce nemmeno a emettere un suono. "Questa me la pagherai cara,
stanne certo" sibila a denti stretti. Entra in classe come una furia e
prende la cartella, uscendo con altrettanta ferocia sotto lo sguardo
sorpreso di Trent come degli altri compagni di classe.
Non appena è fuori dalla classe, vede Gwen avvicinarsi a lei
e buttare la cartella per terra.
"Lo so che è colpa tua!" Urla avvicinandosi a Courtney,
è quasi divertita dalla situazione, tutti escono dalle
classi per vedere quello che sta succedendo. La gotica continua a
camminare velocemente verso l'ispanica che invece non si muove di un
passo, le braccia incrociate sotto il seno, la guarda con
superiorità come se quello che dice non la sfiorasse
nemmeno. "Ho sopportato tutto per non avere problemi, ma ora hai
esagerato! Come ti sei permessa!" Ringhia nuovamente, Courtney ride,
una risata forse nervosa.
Succede tutto in un secondo, Gwen corre nella direzione della
sorellastra arrivandole di fronte e tirandogli uno schiaffo, Courtney
dal canto suo lascia cadere la cartella vicino a lei, spingendo forte
l'altra che cade rovinosamente a terra.
Tutto cade nel più caotico caos, alcuni studenti incitano la
lotta, mentre altri cercano di fermare le due che continuano a urlarsi
contro, e cercare di colpirsi, nonostante le stiano tenendo ferme.
Courtney riesce a liberarsi dalla presa ferrea di Trent che la teneva
da dietro, scatta in avanti cercando di tirare un pugno a Gwen, ma
viene fermata da Scott che cerca di portarla via, mentre la gotica
continua ad urlarle insulti.
Scott cerca di tenere ferma Courtney, che continua a urlare e dimenarsi
come un anguilla*. "Ti vuoi calmare?!" Sbotta lui trascinandola via e
portandola finalmente in un aula vuota, dove chiude immediatamente
dietro di se la porta, cercando comunque di non lasciarla andare.
"Siamo soli, okay?" Dice Scott cercando di farla calmare, lei regola un
attimo il respiro e chiude gli occhi, ma non ci riesce e in un impeto
di rabbia si allontana da lui iniziando a camminare avanti e indietro
per la stanza, rovescia un banco, e si siede su una sedia passandosi le
mani sul viso. "Si può sapere che diavolo succede?"
Courtney non gli risponde, grugnisce solo qualche monosillabo,
rimanendo ferma in quella posizione e cercando di ripristinare la sua
calma. La porta dell'aula si apre, mostrando una figura magra ed esile
dai lunghi capelli biondi.
"Ciao Scott" saluta tranquilla lei, come se non fosse scoppiato il fini
mondo nella scuola, si rivolge poi alla ragazza ancora seduta "sono
arrivati i suoi genitori, dovresti andare nell'ufficio del preside, mi
ha mandata a cercarti" riprende guardando il banco scaravoltato.
Courtney si alza e grugnisce qualcosa, incamminandosi lo stesso e
uscendo rabbiosa dalla stanza, non guarda nemmeno per un secondo Scott
che intanto ha una postura rigida.
Non appena lei è uscita anche Scott lascia l'aula, lasciando
la ragazza dai capelli color grano a tirare su il banco rovesciato.
Dopo averlo tirato su, si siede su di esso e medita, incrocia le gambe
e chiude gli occhi, ha bisogno di pensare. Ma viene prontamente
interrotta da una voce gentile, "Dawn, che è successo?"
Una ragazza dalla chioma rossa tenuta legata in due codini alti, ornati
da un fiore rosa si siede vicino a lei, "Zoey, dovrebbero imparare a
capirsi" dice tranquilla continuando a tenere gli occhi chiuso, la
rossa scuote la testa energicamente per poi ricominciare a parlare.
"Dovrebbero vivere la vita l'una dell'altra per capirsi veramente"
parla in un soffio, ma Dawn non appena sente quelle parole apre
velocemente gli occhi, guarda l'amica con un sorriso gentile.
"Hai ragione, ti ringrazio" replica felice, scendendo dal banco e
camminando verso l'uscita "sei davvero incredibile" Zoey la guarda
sbigottita uscire dall'aula, inclina il capo leggermente verso destra,
"Spero solo di non aver peggiorato le cose..."
***
Gwen si adagia leggera sul letto, sente dolore ovunque sopratutto al
fianco destro, quando Courtney l'ha spinta è caduta
malamente, sicuramente domani avrà un gigantesco livido
viola. Non che le importi più di tanto di qualche livido, ma
non riesce davvero a capacitarsi di quello che lei abbia fatto, sa
perfettamente che non gli è mai andata più di
tanto a genio, ma arrivare a tanto?
Rubarle il diario, e poi leggerlo a tutta la scuola? Si sarebbe
aspettata di tutto, ma certamente non una cosa del genere.
Appoggia la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi, non ha nemmeno
voglia di pensare al casino che è successo dal preside, le
sarebbe piaciuto però se fossero state sospese, Courtney
sarebbe certamente impazzita. Non le ha sospese solamente
perché, avrebbe dovuto sospendere anche la piccola Heather,
pensa Gwen con disgusto.
Si rotola nel letto, non riesce a prendere sonno con tutto quello che
è successo oggi le viene il mal di pancia al sol pensarci,
sopratutto la terrorizza quello che accadrà domani a scuola.
Probabilmente la perseguiteranno più di quello che
già non fanno, scuote la testa sconsolata cercando di non
pensarci, ma non può fare a meno di pensare a Trent, quando
Courtney è stata portata via da Scott. Le è
sembrato che Trent le cercasse di dire qualcosa, ma con la confusione
non sa precisamente se sia vero oppure no.
Chiude gli occhi, vuole addormentarsi, ma tra i pensieri che le
affollano la mente e il dolore a fianco trova difficile addormentarsi,
ma dopo alcuni momenti sente le palpebre chiudersi automaticamente e
finalmente riesce ad addormentarsi.
Gwen apre gli occhi pigramente quando sente qualcuno urlare,
probabilmente è Courtney, pensa distrattamente. Si strofina
una mano sugli occhi, e stranamente sente un dolore lancinante al
polso, mentre il fianco non le fa più male. Sbuffa
sonoramente, riesce finalmente ad aprire completamente gli occhi, e
stranamente vede alcune ciocche castane caderle sugli occhi. Ma non ci
da troppo peso, forse sono sole le ciocche nere che le sembrano
più chiare per la luce, ma quando le sposta con la mano,
spalanca completamente gli occhi. Guarda le braccia completamente
sconvolta, hanno un bel colorito abbronzato, le unghie non sono
colorate di nero ma bensì hanno un delicato colore rosato,
le si mozza il respiro quando vede che non è nemmeno nella
sua camera, è la stanza di Courtney, ha quasi paura a
specchiarsi nello specchio che è posizionato sulla parete
destra.
"AAAH!" Urla, un urlo strozzato con una voce che non è la
sua, quella nello specchio non
è lei, è Courtney.
*Vi è mai capitato di vedere una persona in preda ad una
crisi isterica? Per quanto il "comportamento" di Courtney possa
sembrare assurdo, come viene anche ripetuto nel cartone, Courtney non
riesce a trattenere la rabbia, le crisi isteriche sono appunto un
"esplosione" di rabbia repressa e quando capita le persone sembrano
davvero impazzire, spero solo di essermi spiegata bene e di non aver
fatto troppa confusione.
Angolo Autrice:
Sì avete capito bene, le nostre due protagonista si sono
scambiate di corpo, questa prima parte doveva essere solo
"introduttiva" nella seconda parte vedrete cosa combineranno l'una nel
corpo dell'altra ehehehehe!
Vorrei però chiarire alcuni punti, la Fic innanzitutto
conterà circa tre capitolo perché -in teoria-
doveva essere una OneShot unica, ma poi mi ha preso la mano e le idee
hanno iniziato a farsi spazio nella mia mente, fino ad arrivare a circa
tre o al massimo quattro capitoli.
Vi dico subito che non sarà perennemente incentrata sulle
coppie, ma bensì sul rapporto tra Gwen e Courtney, anche se
ci saranno vari momenti "romantici" c:
Inoltre aggiornerò -spero- presto, questo capitolo
è abbastanza corto rispetto al secondo che ormai
è in stesura, spero davvero che questa prima parte vi possa
piacere :) almeno metà di quanto sia piaciuto a me
scriverla, se vi va lasciate una recensione c:
Se ci sono degli errori ^^ non esitate a dirmelo c: per quanto io legga
e rilegga le mie fic, capita spesso che tralasci errori anche banali,
se me li farete notare provvederò immediatamente a
sistemarli c:
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