Elogio funebre per Augustus Waters

di Chutch
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Elogio funebre per Augustus.
 
Augustus, l'ho conosciuto tra le pagine di un libro, era fatto di parole ma quanto esse mi abbiano saputo parlare di lui non credo vi sia concesso di sapere.
Augustus, bello, intelligente, appassionato, Augustus odiava... odia la pallacanestro, si posa una sigaretta sulle labbra come metafora.
È morto per il cancro, ha "combattuto la sua battaglia" ma... Il cancro non è lui, o meglio, il cancro sono le sue cellule ma non la sua persona.
Augustus, il ragazzo a cui non importa essere innamorato di una granata.
Augustus, il ragazzo che sa cosa vuol dire "essere una granata".
Augustus, colui che si era sentito un bambino nel "lanciare metodicamente un oggetto sferico all'interno di un altro oggetto toroidale".
Augustus, il ragazzo che si chiede se gli ostacolisti si dicano mai cose come "faremmo molto più in fretta se solo ci sbarazzassimo di questi aggeggi".
Augustus, un diciassettenne disposto a condividere il suo Desiderio con una ragazza (per la quale prova un infatuazione (ma che infatuazione e infatuazione, lui la ama)) che nutre desideri tanto banali.
Augustus, il ragazzo che "Altalena Disperatamente Sola Cerca Amorevole Casa".
Augustus, che "e poi dici che non scrivi poesie".
L'Augustus di "NIENTE HA MAI AVUTO QUESTO ASPETTO IN TUTTA LA STORIA DELL'UMANITÀ!".
L'Augustus che vuole lasciare un segno ma che capisce che più che un segno è una cicatrice e che l'atto più eroico sia quello di limitare il numero di persone "cicatrizzate".
L'Augustus del tempo richiesto per innamorarsi.
E poi c'è l'Augustus che si è messo a piangere quando ha rivelato alla ragazza che ama la sua malattia, quando ha ammesso di essere uno di quei dannatissimi venti su cento.
C'è l'Augustus scaltro del primo giorno e l'Augustus debole dell'ultimo.
C'è l'Augustus che ha deciso di non negarsi le gioie della vita.
E ci sono tanti altri Augustus... Che però sono sempre lui.
È un Augustus diverso, pur rimanendo sempre Augustus.
Come il fuoco, per Eraclito.
Il fuoco che cambia la sua forma di essere ma è sempre sè stesso.
Così io vedo Augustus, come un fuoco che cambia ma che rimane fuoco.
Una fiamma, di speranza, di amore, di gioia, di tristezza, di vergogna, che è però sempre una fiamma, che è sempre la stessa fiamma.
Augustus... fatto di parole.
Segni neri su una pagina bianca.
Augustus, il ragazzo per la cui storia ho pianto.
Augusts un ragazzo per la quale sono felice di piangere, per la quale è valsa la pena.
E non importa se era solo parole, questo Augustus mi rimiarrà nel cuore finchè vivrò.
 
È anche questo un effetto collaterale del morire, ricevere elogi funebri tristi e senza senso come il mio.




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