Piper
non era per niente dell’umore per una tragedia in
stile Percy/Annabeth.
Era stranamente divertente, davvero, come Percy
era stato il
collame che aveva unito i sette, ma dov’erano i sette quando
Percy aveva
bisogno di fare pace con Annabeth? Non stavano aiutando molto,
pensò Piper.
Era successo circa due ore fa, non che Piper
stesse
contando…
Era uno di quei finesettimana quando i Romani
venivano a far
loro visita, le ore del mese che Piper preferiva, perché
poteva vedere Jason,
stare con lui, coccolarsi, e – avevano diciassette anni per
l’amore degli dei! –
fare l’amore. Non che sua madre non approvasse…
Quella sera, i ragazzi avevano suggerito di
rimanere un po’
insieme per qualche ora dopo il falò, quindi si trovavano
nella Cabina 1, dove
in teoria Jason avrebbe dovuto dormire, solo loro otto –Nico
era considerato parte
del gruppo quanto tutti gli altri, e poi lui era amico di Percy e
Annabeth da
diversi anni prima che i sette
rispondessero alla chiamata…
Annabeth stava cercando di pettinare gli indomiti
capelli di
Hazel, mentre Hazel applicava uno smalto rosso fuoco alle unghie dei
piedi di
Piper, mentre Piper intrecciava i capelli biondi di Annabeth. I ragazzi
erano
seduti ognuno su un lettino e parlavano di cose a caso, commentando le
insolite
posizioni delle ragazze sul pavimento e – come
Ade riuscivano a stare sedute così comunque?
Piper aveva fatto parecchie trecce ad Annabeth
dopo il
Tartaro…
Quando Percy e Annabeth erano usciti dalle Porte
della
Morte, sanguinanti, sporchi, terribilmente stanchi e provati, Annabeth
con una
caviglia slogata ed entrambi pieni di altre ferite gravi, avevano
comunque
preso parte alla battaglia finale in Epiro. Una volta finita, i due
dovettero
essere riportati sull’Argo II da
Frank –in forma di elefante– perché non
riuscivano più a reggersi in piedi.
Tornati al Campo Mezzosangue, dopo il primo mese
di ricovero
fisico, Piper aveva cominciato a chiedersi se sarebbero mai davvero
guariti.
Non si separavano per più di dieci minuti (giusto il tempo
per docce ed igiene
personale), mangiavano insieme al tavolo di Poseidone durante i pasti e
nemmeno
il Signor D diceva niente al riguardo, e ovviamente dormivano insieme
nella
Cabina 3 ogni notte. Nessuno commentava. Le notti erano la parte
peggiore. Era
quando arrivavano gli incubi e le urla cominciavano. Ma si stringevano
a
vicenda, e lentamente tornarono ad una vita quasi normale.
La figlia di Afrodite aveva preso il ritorno
all’integrità
mentale di Percy e Annabeth come una responsabilità
personale. Quindi ogni
volta che Piper non era a lezione o di turno da qualche parte, o non si
sentiva
di violare la loro privacy, stava con loro. Tanto sapeva sempre dove
trovarli.
La spiaggia o la Cabina di Poseidone. Un giorno si era seduta accanto
ad
Annabeth mentre guardava Percy dormire e posando una mano sulla spalla
dell’altra ragazza, aveva afferrato una ciocca di capelli
biondi e aveva
cominciato a giocarci in un modo che sperava fosse rassicurante. Lo
era. Quindi
aveva cominciato a intrecciarli. Il corpo di Annabeth si era in qualche
modo
rilassato. Da quel giorno, era diventata abitudine di Piper farle
trecce. Per
il bene di entrambi Annabeth e Percy.
Ora, due anni dopo, c’erano ancora
momenti in cui il loro
sguardo si faceva vitreo e distante e dovevano stringersi forte
l’uno
all’altra. C’erano ancora notti in cui Annabeth
svegliava l’intero Campo nel
mezzo della notte con acute urla, e Percy doveva correre alla sua
cabina per
calmarla, ma Piper sapeva che erano quanto più vicino
potevano allo star bene,
almeno erano di nuovo loro stessi.
“Vogliamo fare qualcosa?”
chiese a un certo punto Frank.
“Che ne dite di Truth or
Dare?” suggerì Jason. [nda: noi Truth
or Dare lo chiamiamo Obbligo-Giudizio-Verità. Il nome
inglese è leggermente
diverso è l’ho lasciato così per motivi
di trama…]
“Sì! Percy deve adorare le dares…” disse Leo.
“Non ho capito cosa vuoi insinuare, ma
per me va bene,”
disse Percy innocentemente.
“Dai amico, conosciamo i pettegolezzi
del Campo…”
“Guarda, se stai parlando delle
imprese–“
“Non quello. Ho detto che devono
piacerti le dares. Dei, Annabeth
sapevo che il tuo
ragazzo era stupido, ma non così
stupido!”
Annabeth aveva ascoltato distrattamente la
conversazione, ma
inclinò la testa udendo il suo nome.
“Cos’ha fatto
stavolta?” chiese drammatica.
“Non capisce le mie allusioni. O forse
è più intelligente di
quanto crediamo e sta facendo finta di non capire.”
“Continuo a non capire di cosa stai
parlando,” disse Percy
con poca speranza.
“Fra poco vedremo, Perce. Allora
ragazzi, giurate sul Fiume
Stige di dire solo la verità e nient’altro che la
verità?”
Giurarono tutti.
“Percy! Verità o
obbligo?”
Scosse la testa, “Non so di cosa stavi
parlando, Valdez, ma
mi hai un po’ spaventato quindi dico
verità.”
Leo sorrise. “Come pensavo, Jackson.
Ecco la tua domanda. E’
mai successo qualcosa di romantico tra te e il nostro caro Oracolo,
Rachel
Elizabeth Dare? Se sì, cosa esattamente?”
Nico sbiancò. Percy invece
arrossì. Annabeth lo guardò
rigida. Percy si fece ancora più rosso.
“Non – non vale!”
balbettò, “Sono due domande!”
“Allora rispondi solo alla
seconda,” Leo sghignazzò, “E
ricorda, hai giurato sullo Stige.”
Piper non credeva che Percy potesse arrossire di
più, ma
quando Annabeth gli mandò il suo famoso ‘sguardo
della morte’ lo fece.
Nico imprecò sottovoce in Greco Antico.
“Annab–“ Percy
tentò di dire, ma Leo lo interruppe,
“Rispondi, amico.”
Tutti lo stavano guardando mentre si
alzò.
“Ok,” fece un respiro profondo
e guardò Annabeth, “C’è
– c’è
stato un bacio. Eravamo in macchina, sulla South Shore e Rachel stava
parlando
di un ragazzo e una ragazza che ipoteticamente si piacevano e di quando
lo
stupido ragazzo si sarebbe deciso a baciare la ragazza e solo allora
capii che
stava probabilmente parlando di noi e non so cosa avrei fatto se
Blackjack non
fosse atterrato sulla mia macchi–“
“Un pegaso è atterrato sulla
tua macchina?” chiese Hazel.
“Del mio patrigno, tecnicamente. E con
lui c’era Beckendorf
e disse che era giunto il momento di partire. Allora Rachel mi disse di
ammazzare qualche mostro per lei e mi baciò. Fu molto breve,
davvero.
Beckendorf era l’unico – aspetta un attimo,
stronzetto, tu come l’hai saputo?”
si girò verso Leo. “Per gli dei, Beckendorf
è morto in quella
missione! Come–?”
“Avrà mandato un messaggio a
Silena mentre vi dirigevate
alla Principessa Andromeda,”
suggerì
Nico.
“O forse Rachel l’ha detto a
qualcuno…” disse Jason.
“Fantastico,” disse Percy
incrociando le braccia.
Leo fece un sorrisetto, “Pensavi che non
lo sapesse nessuno?
Sorprendente, qui tutti–”
“La cosa davvero
sorprendente,” lo interruppe Annabeth alzandosi,
“è come io non
l’avevo mai sentito prima d’ora.” I suoi
occhi grigi risplendevano
di rabbia.
Okayyy,
pensò
Piper. Comincia a far paura.
Doveva cercare di calmarla. “Annabeth,
tesoro, probabilmente
Percy–“
“Percy e io ce la vedremo da soli,
grazie tante.” rispose
Annabeth fredda.
“Sta per scatenarsi
l’Ade,” mormorò Frank.
“Hey!” gridarono Hazel e Nico
all’unisono.
“Scusate ragazzi.”
“Perseus Jackson,”
cominciò Annabeth, “pensavi di dirmelo
prima o poi?”
“Annabeth, calmati! Non è che
sia successo chissà chè!”
cercò di difendersi.
“Questa è buona detta da te,
Mister-Ho-Pomiciato-Con-Rachel-Elizabeth-Dare!”
“Hey! Non– ascolta, Annabeth,
non– non importa! Era solo un
bacio, ed è successo così tanto tempo fa, e poi
non stavamo nemmeno insieme
all’epoca, non puoi proprio–“
“Cosa?”
“Non è come–
tradirti o qualcosa del genere. Non hai il
diritto di sgridarmi per–“
“Oh, ora non ho nemmeno il diritto di
arrabbiarmi con il mio
ragazzo!”
“Esatto, no! Non puoi dirmi cosa
fare!”
“Non posso credere che tu
l’abbia fatto.”
“Annabeth– non puoi
arrabbiarti per qualcosa che è successo
più di tre anni fa!”
“Chi dice per cosa posso o non posso
arrabbiarmi? Me l’hai
tenuto nascosto per tutto questo tempo!”
“Non era niente!
Solo una volta, e poi Rachel mi ha comunque mollato poco dopo,
quindi… e non è
che lo stavo tenendo nascosto.
L’argomento non è mai venuto fuori.”
“Pensavo di essere stata il tuo primo
bacio! Pazienza–“
“Lo sei stata! Nel
Labirinto–“
“–non che tu sia stato il mio,
quindi…”
“Aspetta, COSA?”
“Sì, hai sentito bene, Capa
di Alghe!”
“Chi – chi era lui?”
“Oh, un tizio qualsiasi al collegio che
io e Thalia abbiamo
frequentato assieme dopo che lei è tornata umana, prima di
diventare una
Cacciatrice. E ti dirò, è stato
fantastico!” gridò.
“E poi dici che io
nascondo le cose? Sei completamente fuori di testa e del tutto
irrazionale!” le
urlò lui.
Le teste degli altri facevano avanti e dietro tra
Percy e
Annabeth, come se stessero guardando una partita di tennis.
“Sono una figlia di Atena, irrazionale
un cazzo!”
“Oh, davvero? Allora, per gli dei,
spiegami perché in Ade te
ne andavi a pomiciare con i ragazzi del convitto se all’epoca
eri
disperatamente innamorata di Luke!”
“Non l’hai detto,”
disse lei. La sua voce era calma, ma fece
rabbrividire Piper. Era anche peggio della sua occhiata micidiale.
Jason
afferrò istintivamente la spada.
Ma Percy sembrava immune al suo tono omicida. Per
una volta,
non fece un passo indietro.
“E se l’ho fatto?”
le chiese, alzando il mento come per
sfidarla.
Annabeth rimase in silenzio più a lungo
di quanto Piper si
aspettava, visto che lei aveva sempre la risposta giusta a tutto.
“Ho chiuso,” disse
semplicemente, e uscì a passo veloce
dalla Cabina 1.
Percy rimase da solo in piedi al centro della
stanza. Dieci
lunghi secondi passarono.
Poi Leo ruppe il silenzio,
“Ops…”
Percy non si scomodò nemmeno di
assassinarlo all’istante. E
anche se l’avesse fatto, Piper non avrebbe potuto incolparlo.
Dopotutto, era colpa di Leo. Aveva cominciato lui con quello
stupido gioco e quelle stupide
allusioni e quella stupida domanda.
“Se Annabeth mi lascia,”
cominciò molto calmo, “giuro che ti
affogo, Valdez.”
Leo non ebbe una rispostina beffarda per quello. O
forse
sotto sotto ci teneva un po’ alla propria vita. A Leo non
mancavano mai le
rispostine beffarde.
Il figlio di Poseidone attraversò la
stanza in tre lunghe
falcate e poi anche lui uscì.
“Sono fottuto,” disse Leo.
Piper era davvero dispiaciuta per quello che era
successo
tra Percy e Annabeth, ma credeva che dovessero vedersela da soli.
Ovviamente,
lei era più che disponibile ad aiutarli se uno dei due le
fosse venuto a
chiedere una mano.
Ma non lo fecero.
Tra le ombre della notte, all’inizio
vide solo i boccoli di
Annabeth. Poi notò tutto il suo corpo, era seduta sul molo
del laghetto delle
canoe, le mani sotto il mento. Piper fece segno a Jason di non fare
rumore.
Poi, a qualche metro di distanza, vide qualcosa muoversi dietro i
cespugli. Si
schiacciò di più contro l’edificio
delle Arti, non volendo essere vista.
Improvvisamente, dai cespugli venne fuori Percy, imprecando.
“Questo gradino c’è
sempre stato?” chiede lui a nessuno in
particolare, togliendosi delle foglie dai capelli.
Piper dovette reprimere l’istinto di
ridere al pensiero di
Percy Jackson, l’onnipotente figlio di Poseidone e due volte
Salvatore
dell’Olimpo che inciampava su un
gradino.
Annabeth si girò al suono della sua
voce. Aveva gli occhi gonfi.
Percy la raggiunse e le si sedette accanto senza cerimonie.
“Certo, Testa d’Alghe, puoi
sederti accanto a me,” mormorò
Annabeth ironica ma fredda.
Almeno è
tornata al Testa
d’Alghe. Non vuole davvero ucciderlo, pensò Piper.
Ebbe la sensazione che Jason non volesse proprio
spiare un
momento privato, ma non le andava di allontanarsi senza sapere se quei
due
erano apposto. Non stavano proprio
spiando.
“Sei inciampato?”
“Sì. Mai visto quello scalino
prima d’ora.”
“Sei senza speranza.”
“Lo so.”
Silenzio. Piper sperava che uno dei due chiedesse
scusa e
che cominciassero a sbaciucchiarsi, in modo che lei
e Jason potessero andare a cercare un altro posto per
sbaciucchiarsi e Leo non sarebbe stato ammazzato e tutti quanti
sarebbero stati
felici, ma ovviamente, i due idioti
dovevano ricominciare a litigare.
“Vuoi almeno dire che ti
dispiace?” chiese Annabeth.
“Per aver urlato o perché tre
anni fa io e una ragazza che
non può avere relazioni ci siamo dati un bacio? O forse per
il fatto che sono
stato baciato? Tu stai male.”
“Beh, se la pensi così non
vedo proprio perché stiamo avendo
questa conversazione allora,” rispose lei, tagliente come il
suo pugnale.
“Pensavo che magari ti andava di
parlare. Del tizio
qualsiasi o del primo bacio e del fatto che non mi avevi mai detto quello.”
“Perché mai avrei dovuto
dirtelo? Come hai detto tu, non è
che stessimo insieme. E non è che lo conosci, comunque. Non
avrebbe avuto senso
dirtelo. Ma io Rachel la conosco. E’ questa la cosa che mi fa
incazzare.”
“Non vedo come questo cambi le
cose,” rispose lui
velocemente.
“Le cambia e basta, ok?”
sbottò.
“Fammi sapere quando avrai risolto
allora,” disse Percy
prima di andarsene.
Passarono pochi secondi. Jason guardò
la sua ragazza per
suggerire di andar via, quando Annabeth improvvisamente
sussurrò il suo nome,
“So che sei lì, Pipes. Vieni qui.”
Piper si immobilizzò. Come Tartaro
aveva fatto Annabeth a
percepire la sua presenza? Camminò e le prese le mani.
“Scusa Jason,
potresti…?”
“Sì,” rispose lui e
si allontanò esattamente come aveva
fatto Percy un minuto fa, solo un po’ meno arrabbiato.
“Non stavamo spiando, stavamo solo
cercando un posto per
pomiciare un po’, visto che gli altri sono ancora nella
cabina di Jason, ma poi
abbiamo visto te, ed è arrivato Percy e avete ricominciato a
litigare e–“
“Piper, va tutto bene. In
realtà sono felice che tu sia qui.
Sei tipo la mia migliore amica.”
“Sì, anche tu sei tipo la mia
migliore amica.”
Questo non era esattamente corretto. Dalla prima
volta che
Piper aveva visto Annabeth in azione, aveva desiderato di conoscerla
meglio con
tutta se stessa. Certo, erano diventate amiche. Ma tutti quei mesi in
cui Piper
aveva vissuto al Campo Mezzosangue prima di salpare per Nuova Roma,
aveva
voluto trovarsi un posto nella vita della ragazza più
grande, come se volesse che
Annabeth si fidasse di lei,
che la considerasse più di una delle tante ragazze del
Campo. Dalla prima volta
che l’aveva vista, aveva desiderato
essere la migliore amica di Annabeth. Non aveva mai avuto una migliore
amica,
ma Annabeth sì. Era Thalia Grace, la ritrovata sorella
maggiore di Jason. Piper
aveva voluto essere la migliore amica di Annabeth per così
tanto tempo, che
sentirle dire quelle parole fu quasi toccante.
“Tesoro mi dispiace. Ma le coppie
mortali litigano tutto il
tempo… e ho sentito dire che fare sesso dopo una litigata
del genere è fantastico–“
“Piper, non credo che ci faremo una
scopata
riappacificatrice molto presto.”
Piper fu sconvolta. “Annabeth non puoi
possibilmente voler
dire che stai pensando di lasciare Percy. Quel ragazzo è la
fottuta cosa
migliore che ti sia mai capitata! E’ dolce e leale e ti ama
più di–“
“Aspetta un attimo, non ho mai detto che
l’avrei mollato.
Voglio solo dire che… ho bisogno di tempo per
pensare.”
“Dei dell’Olimpo, Annabeth!
Perché voi figli di Atena dovete
sempre pensare e ripensare alle cose? E’ l’amore,
non la Battaglia delle
Termopili!”
“Lo so, Pipes, ma devo riflettere sul
fatto che lui abbia–“
“Onestamente, come puoi essere
arrabbiata con lui quando tu
hai fatto esattamente la stessa cosa?”
“Tu da che parte stai, scusa?”
“L’amore è
imparziale. E vi farò fare pace prima di
domattina. Chiamerò mia madre se devo.”
Lasciò che la minaccia aleggiasse fra
loro. Annabeth rimase
in silenzio. Bene.
Poi: “Afrodite non si disturberebbe mai
per noi.”
“Io invece penso che potrebbe. Siete
tipo una delle sue
coppie preferite di sempre. E anche
se avessi ragione tu e mia madre non aiuterebbe, io posso sempre usare
la
lingua ammaliatrice per farvi chiedere scusa.”
Annabeth sospirò. “Posso
almeno–“
“NO! Cabina 3, ora!”
“Sai, sei davvero seccante quando hai il
coltello dalla
parte del manico.”
“Va’.”
Non si
sentiva nemmeno in colpa per aver usato la lingua ammaliatrice. Non
è che
Annabeth non volesse andare da Percy, era solo troppo testarda ed
orgogliosa
per ammetterlo. Aveva bisogno di un
aiutino da Piper.
Guardò Annabeth andare via e poi
tornò alla Cabina 1, dove
gli altri stavano ancora chiacchierando.
“Ok ragazzi, credo di aver risolto il
nostro problema
Percy/Annabeth. Voialtri, nelle vostre cabine. Ci vediamo domani
mattina,
buonanotte,” li liquidò molto velocemente.
Leo fece un sorrisetto, ma si astenne dal
commentare il
fatto che Piper rimanesse. Aveva creato abbastanza problemi per una
sera.
Dopo che tutti gli altri furono usciti, Piper si
voltò verso
Jason. “Hey.”
“Ciao di nuovo, amore.”
L’avvolse nelle sue braccia mentre
lei lo baciava. Jason rispose al bacio per un attimo, poi si
allontanò, “Non
avrai mica rinchiuso Percy e Annabeth da qualche parte, vero? Stanno
facendo
qualsiasi cosa stiano facendo di loro
spontanea volontà, vero?”
“Beh, potrei o potrei non aver
usato un po’ di lingua ammaliatrice su Annabeth, ma in
realtà è totalmente una
sua decisione. Ora sta’ zitto e baciami.”
Era abbastanza sicura di non aver
inserito alcuna magia ammaliatrice in quello,
ma a giudicare dal mondo in cui Jason obbedì, era come se
l’avesse fatto.
La mattina successiva mentre i due
si avviavano per andare a fare colazione, –infischiandosene
che qualcuno
avrebbe potuto vederli uscire dalla stessa cabina– notarono
due volti familiari
su una panchina proprio fuori il padiglione della mensa.
Gli occhi ridenti di Piper incontrarono
quelli di Annabeth, e col labiale le chiese allora,
com’è stata la scopata riappacificatrice?
Annabeth in tutta risposta le fece
una linguaccia, che Piper interpretò come un meravigliosa,
grazie del consiglio.
Poi Percy catturò Annabeth in un
bacio, e mentre lei e Jason continuavano a camminare verso la mensa,
Piper fece
un gridolino di gioia per la coppia di nuovo felice, e Jason la strinse
più
forte a sé e le sussurrò qualcosa
nell’orecchio.
“Pipes… sembri una figlia di
Afrodite.”
Angolo
autrice: salve a tutti, sono tornata! Grazie della lettura.
Passiamo
alla storia: questa volta ho scelto di scrivere dal punto di vista di
Piper, cosa che non avevo mai fatto. Adoro Piper. Mi ci
rispecchio molto. E' una tipa abbastanza romantica (anche se per essere
una figlia di Afrodite in realtà lo è molto poco)
e anche un po' territoriale. Lo abbiamo visto in The Lost Hero, quando
Drew ci prova con Jason, lo abbiamo visto in The Mark of Athena e The
House of Hades, quando Jason parla di Reyna e così via. Di
conseguenza la vedo territoriale anche nei confronti dei suoi amici, un
po' come lo era Annabeth da più piccola, nella prima serie.
La storia dell'ammirazione per Annabeth è nei libri, io ho
solo un po' enfatizzato certi aspetti.
Questa
fic è stata un po' un sincretismo di altre bozze che avevo
scritto: mi sono sempre chiesta come Annabeth avrebbe reagito sapendo
del bacio tra Rachel e Percy (e mi sono sempre immaginata un episodio
di questo genere, una situazione drammatica come solo Annabeth
può renderla), poi ho esplorato un po' l'amicizia tra Piper
e Annabeth e anche la relazione tra Piper e Jason. Penso che siano una
coppia bellissima, dovrebbero essere più apprezzati, invece
che essere continuamente paragonati e erroneamente ridotti ad una
brutta copia di Percy e Annabeth. Voi cosa ne pensate?
Ho
un sacco di altre idee in mente, appena ho un po' di tempo pubblico
tutto.
Ai
lettori della mia long 'missing' chiedo scusa per la lunga assenza di
aggiornamenti, e faccio sapere che sto lavorando al capitolo.
Avete letto The House of Hades? Non
spoilero nulla, magari ne parliamo per messaggio privato :)
Fatemi
sapere se questa oneshot vi è piaciuta o se vi ha fatto
schifo. Quando l'ho pubblicata in inglese su fanfiction.net in molti mi
hanno chiesto di scrivere un seguito, ci sto pensando. (Qualsiasi
suggerimento è ben accetto!)
Alla
prossima pazza idea,
Ginny_theQueen ♥
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