CAPITOLO 1: RITORNO A
FORKS
Io
e i miei fratelli eravamo appena tornati a Forks dopo le vacanze
estive. Stava per ricominciare la scuola e Carlisle, mio padre, voleva
che continuassimo a frequentare il liceo, per non tradire la copertura
che ci eravamo ben costruiti negli ultimi 3 anni in quella piovosa
cittadina.
Vi
starete chiedendo perché la nostra è una
copertura, che cosa avrebbero da nascondere cinque adolescenti adottati
da un magnanimo dottore e da sua moglie?Niente, oltre al fatto che la
nostra famiglia di tipico aveva ben poco. Eravamo una famiglia di
vampiri:
Carlisle
era il capofamiglia, il primo ad essere stato dannato, colui che mi
salvò la vita nel 1918,
“l’uomo” che chiamo padre;
Esme
fu la terza ad unirsi alla famiglia, dopo di me fu trasformata da mio
padre che la trovò all’obitorio con il cuore che
ancora batteva, nonostante si fosse gettata dagli scogli per il dolore
dovuto alla perdita del suo unico figlio;
Rosalie
fu salvata, o dovrei dire dannata, dopo Esme. Carlisle la
trovò in fin di vita e la trasformò sperando che
diventasse per me quello che era Esme per lui, ma tra noi non ci fu mai
niente, solo affetto fraterno;
Emmett
fu trovato da Rosalie mezzo sbranato da un orso e, dopo la sua
trasformazione, divennero inseparabili(stanno programmando il loro 6
matrimonio);
Alice
e Jasper ci raggiunsero già vampirizzati. Alice possiede il
potere della “vista” e, dopo aver incontrato Jasper
ebbe la visione della nostra famiglia, quindi iniziarono a cercarci e
quando ci raggiunsero Alice ci chiamò tutti per nome,
chiedendoci di mostrarle la sua stanza.
Da
allora viviamo sempre uniti cercando di mantenere il più
possibile atteggiamenti umani, per non sentirci più mostri
di quanto siamo(siamo una delle poche famiglie di vampiri ad aver
rinunciato a bere sangue umano, cibandosi solo di quello animale).
Giunti
a casa trovammo ad attenderci fuori villa Cullen i nostri genitori che
ci aspettavano a braccia aperte, felici come sempre di rivederci.
Dopo
averli salutati mi diressi in camera mia per disfare i bagagli. Era
sera e potevo vedere il sole tramontare tra gli alberi dalla vetrata
della mia stanza…quanto mi era mancata casa!
Dopo
un’ora tornai al piano di sotto per stare un po’
con la mia famiglia e sentire le ultime novità di Forks, non
che mi aspettassi molto da un paese piccolo come questo.
-
Allora…che novità ci
sono?Cos’è successo di emozionante in nostra
assenza?- chiesi
-
Beh, effettivamente c’è una novità-
rispose sorpreso mio padre domandandosi se gli avessi letto nella
mente, - no papà, lo sai che preferisco lasciarvi
più privacy possibile. In ogni modo dicevi?-
-no
niente di emozionante, solo l’arrivo di una nuova ragazza, la
figlia dell’ispettore, una ragazza carina e simpatica, ma
molto goffa, ormai tutti la conoscono all’ospedale, credo
passi più tempo lì che a casa…povero
Charlie!-sospirò mio padre.
Il
resto della sera lo passammo a parlare del più e del meno,
finché non decisi di andare a caccia, dopotutto
l’indomani sarei dovuto tornare a scuola e anche se avevo 90
anni di allenamento sulle spalle decisi che era meglio non rischiare di
perdere il controllo.
Decisi
di cacciare non molto lontano da casa, nella catena dei monti Olimpici,
vicino alla mia radura, quindi mi accontentai di due orsi, dopotutto il
puma non si trovava ovunque.
Prima
di rientrare a casa decisi di fare un giro per il paese, tanto non
avrei incontrato nessuno, erano le 4 passate del mattino.
Passando
davanti una casa sentii un dolcissimo profumo di fresia che fece
scatenare la mia sete in maniera incontrollabile.
Ci
volle tutto l’autocontrollo possibile per resistere, ma alla
fine vinsi il mostro dentro di me e tornai a casa, decidendo di non
farne parola con nessuno.
CAPITOLO
2: IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Non
raccontai a nessuno dell’episodio della sera precedente, in
fondo io ero sempre stato quello con maggior autocontrollo in famiglia,
dopo Carlisle ovviamente, e mi avrebbero ritenuto un debole.
No,
non lo avevo raccontato a nessuno, nemmeno ad Alice, la sorella a cui
tenevo di più e con cui avevo un rapporto speciale.
Quella
mattina andammo a scuola con la mia Volvo grigia, per il nostro
ennesimo penultimo (per quanto riguarda me e Alice) e ultimo anno (che
frequentavano Jasper, Emmett e Rose).
Andammo
in segreteria a prendere a prendere gli orari e con mia sfortuna non
capitai insieme ad Alice in nessuno dei miei corsi; ma poco importava,
in fondo erano solo 6 ore di scuola.
Salutai
i miei fratelli e mi diressi a trigonometria, una delle ore che
più odiavo oltre a biologia e letteratura.
Per
passare il tempo mi misi ad ascoltare i pensieri dei miei compagni,
maschi ovviamente dato che i pensieri femminili della classe erano
tutti osceni e rivolti quasi esclusivamente a me.
Con
mia sorpresa tutti i maschi della classe stavano pensando alla stessa
ragazza, una certa Isabella Swan.
“Se
la conoscessi…”
“Peccato
non sia in questa classe, altrimenti…”
“Devo
trovare un modo per conoscerla, magari dopo la invito ad uscire e poi
chissà, la riaccompagnerei a casa e…”
Tutti
stavano pensando a questa Isabella, ma chi era?
Improvvisamente
mi arrivò il pensiero di Mark Newton
“Mamma mia quanto era bella stamattina la figlia
dell’ispettore…”
E
così questa Isabella è la
“novità” di Forks, mio padre mi aveva
detto che era molto carina, ma non immaginavo che avesse già
monopolizzato l’attenzione di tutti i ragazzi della
scuola…povere ragazze, messe in ombra dalla nuova arrivata!
Passarono
così il resto delle altre ore, fino al suono della
campanella che segnava l’inizio della pausa pranzo. Scattante
come sempre raggiunsi i miei fratelli al nostro tavolo e gli raccontai
delle informazioni che avevo ricevuto nelle ore precedenti.
-
Sì è molto carina, è nella mia classe
di inglese- mi disse Alice
“Mah…non
può essere tutto questo
granché…”pensò Rose,
già visibilmente irritata dal fatto che un’altra
ragazza fosse al centro dell’attenzione, dopotutto quel posto
era sempre stato riservato a lei!
Ad
un certo punto sentii lo stesso profumo delizioso che mi aveva colpito
ieri sera. Mi irrigidii e la cosa non sfuggì ad Alice che
pensò immediatamente “Edward cos’hai?Ti
senti bene?”
Annuii
verso di lei per poi rivolgermi alla fonte di quell’odore
straziante.
Era
una ragazza che non avevo mai visto prima ed era molto carina:
aveva
la pelle pallida quasi quanto noi che eravamo vampiri, i capelli
castani con alcuni riflessi rossi, il viso a cuore, gli occhi grandi e
espressivi color nocciola, due labbra carnose e rosse e un fisico
perfetto.
Quella
ragazza doveva essere Isabella.
Non
appena pensai il suo nome si girò verso di me e cercai di
leggerle il pensiero, ma mi arrivò solo un insopportabile
ronzio.
Mi
irritai e decisi di volerne sapere di più su quella ragazza,
volevo sapere cosa pensava e a chi pensava…
Oddio
ma cosa sto pensando chi era quella ragazza per interessarmi
così tanto?
Mi
sincronizzai sulla mente della sua amica, Jessica Stanley mi pare, e
restai in ascolto, sempre fissando Isabella
“Come
chi sono quelli…ma come Isabella quelli sono i
Cullen!”
“Jessica
ti ho già detto di voler essere chiamata Bella, e poi come
potrei sapere chi sono visto che sono arrivata il mese scorso e non
conosco nessuno?”
“sì
hai ragione comunque sono Edward, Emmett e Alice Cullen con Jasper e
Rosalie Hale e quello che ti sta fissando è Edward ma non
perdere tempo con lui perché non esce con nessuna”
Lei
tornò a fissarmi e anche io la guardai con maggiore
intensità questa volta, facendola avvampare. Non mi accorsi
di sorridere, ma la cosa non sfuggì ad Alice che non
tardò a pensare
“Edward
ma che ti prende oggi? Prima ti irrigidisci e ora sorridi?”
“ahh…ora
capisco il motivo! E bravo Edward già hai puntato la nuova
arrivata eh?hihihi”
La
fulminai ma lei non cessò di sghignazzare.
La
pausa pranzo finì e raggiunsi l’aula di biologia
per un’altra straziante ora di lezione.
Mi
sedetti al solito banco e sentii di nuovo il dolce profumo di Isabella
che non poté che sedersi di fianco a me.
Presi
allora la decisione più irrazionale di tutta la mia
esistenza, parlarle.
-Ciao
io sono Edward, tu sei Bella Swan vero?-
lei
rimase sorpresa e balbettò
-c
come fai a sapere il m mio n n nome?-
-Beh…credo
che tutti ti conoscano qui a Forks, la città ti stava
aspettando!-
mi
rispose sempre più imbarazzata, con un colorito simile a un
pomodoro
-No,
intendo come mai mi hai chiamata Bella?-
questa
domanda mi spiazzò…già, come mai non
l’avevo chiamata Isabella?
Come
mai un ragazzo con cui non aveva mai parlato si permetteva di chiamarla
Bella?E come quello stesso ragazzo sapeva il suo soprannome?
-I
io non saprei…preferisci essere chiamata Isabella?-
a
quella mia risposta avvampò se possibile ancora
più di prima
-no
no, mi piace Bella, preferisco essere chiamata così, ma
pensavo che mio padre parlasse di me come Isabella…-
-Ah-
Fu
il mio unico commento, forse perché il professore aveva
iniziato a spiegare una lezione che sapevo già a memoria, o
forse perché il suo profumo unito
all’espressività di quegli occhi color nocciola mi
aveva tolto il respiro, non che un vampiro avesse bisogno di respirare.
Non
riuscivo a spiegare quella sensazione che mi stava invadendo, avevo
solo la consapevolezza di volerla, ma non solo dal punto di vista di un
vampiro, no, la volevo in tutti i sensi.
Fortunatamente
la campanella suonò
-Allora
ciao Edward, ci vediamo!-mi salutò con il più
dolce sorriso che avessi mai visto e se ne andò.
Spazietto tutto mio:
Ciao a tutti, mi sono letteralmente innamorate di Twilight e di tutta
la serie quindi mi sono detta e perché no?Allora mi sono
messa a scrivere e questa è la mia fan fiction quindi vi
prego di essere schietti perché voglio sapere se continuare
questo sclero oppure finirla qui…grazie a tutti!1 bacione!!!
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