aph inghilterra gaelico
Salve a tutti! Era da tempo che non ci si sentiva, eh? ^__^
Fortunatamente una nuova ventata irlandese mi ha ridonato un po’ di
ispirazione! Ho scoperto, con gran gioia, che il mio gruppo irlandese preferito
aveva inciso altri due album e me li ero persi, e recuperando ho scoperto che i
nuovi brani sono uno meglio dell’altro! *__*
Il brano di questa song-fic non è loro in realtà, l’ho
scoperto su you tube tra i suggerimenti, e la sua melodia mi ha subito acceso
qualcosa.
Ecco perché non potete assolutamente leggere questa storia
senza anche ascoltarlo U__U
Quindi senza indugio cliccate sul link qui sotto e… Buona
lettura! ^__^
http://www.youtube.com/watch?v=HCwckR_RYPU
Stava camminando per casa sua,
tutto intento nei suoi affari, quando le orecchie fermarono il suo passo e lo
diressero verso una scena che, una volta che gli fu dinanzi gli occhi, gli
parve di altri tempi.
Lo colse come un sospirare
lontano quella voce, che avvicinandosi si fece sussurro, poi canto, e infine si
mostrò come brezza di un tempo remoto che veniva a carezzargli la pelle e lo
spirito.
Is a Bhríd Óg Ní
Mháille
'S tú d'fhág mo chroí cráite
Si affacciò alla porta della
stanza di Irlanda. Le luci erano spente malgrado il sole fosse ormai calato, e
lei, perfettamente a suo agio nella penombra del finire del pomeriggio, cantava
e lavorava ai ferri quello che sembrava un maglione.
'S chuir tú arraingeacha
An bháis fríd cheartlár mo chroí
Sferruzzava senza sforzo, col sorriso sulle labbra, e Arthur
si domandò come facesse con così poca luce, anche se i suoi capelli rosso
acceso sembravano un vero e proprio fuoco, un caminetto invitante, che gli
diceva fermati, vieni a riscaldarti, ad ascoltare.
Tá na céadta fear i ngrá
Le d'éadan ciúin náireach
Cantava in maniera incantevole,
ma non era solo una questione di bellezza della voce. C’era qualcosa di più nel
fluire di quella canzone che era stata capace di stregarlo, che la rendeva, per
lui, come un’autentica magia, che lo incatenava, lo ammaliava, lo trasformava.
Is go dtug tú barr breáchtacht'
Ar Thír Oirghiall más fíor
Cantava in gaelico.
Una lingua antica. Una lingua
magnifica. Che più volte aveva rischiato di scomparire per sempre, ma che
infine si era salvata, radicandosi sulle labbra e nel profondo dell’anima di
sua sorella. Come anche in quelle di Scozia.
Per lui aveva invece il suono di
ciò che è tanto dimenticato da sembrare non sia mai stato.
Níl ní ar bith is áille
Ná'n ghealach os cionn a' tsáile r
Ná bláth bán na n-airne
Bíos ag fás ar an draighean
In secoli e secoli di vita a
quelli come loro poteva capitare di tutto, finanche a scoprirsi un giorno,
completamente diversi da ciò che un tempo si era. Nulla però era mai riuscito a
strappare a sua sorella la parte più profonda della sua essenza, nessuno,
nemmeno lui con le sue passate velleità di dominio nei confronti di lei e degli
altri loro fratelli.
Ó siúd mar bíos mo ghrá-sa
Níos trilsí le breáchtacht
Béilín meala na háilleacht'
Nach ndearna riamh claon
Incapace di resistere, al
cospetto della fata dagli occhi di smeraldo e alla sua poesia che risveglia i
ricordi, si lasciò restringere: tornò bambino, un’isola di leggende per quelli
oltre il mare, una casa verde e magnifica per le genti che per prime lo avevano
abitato e tra cui era nato. Un’altra identità, che lo riavvicinava ai suoi
fratelli cancellando ogni loro screzio, ogni sua tracotanza, in cui si sentiva
simile a loro, in cui li sentiva abbracciarli.
Is buachaill deas óg mé
'Tá triall chun mo phósta
'S ní buan i bhfad beo mé
Mura bhfaighidh mé mo mhian
Un’altra identità, un identità perduta, che quasi mai
rammentava.
Ma il suono di quella lingua, ormai diversissima dalla sua, non
gli dava alcun magone. Il suo cuore non batteva al ritmo dolceamaro della nostalgia,
non sentiva la melanconia del petto che si gonfia in un sospiro, condito da un
triste sorriso.
Al contrario, la sua espressione non era mutata lungo il canto, cristallizzata
in quella di un viandante che, smarritosi in una nebbia improvvisa, resta
sgomento al dischiudersi di questa su un luogo sconosciuto e bellissimo.
Al contrario, tutto ciò che avvertiva era dolcezza, e nulla
più.
A chuisle is a stóirín
Déan réidh agus bí romhamsa
Cionn deireanach den Domhnach
Ar Bhóithrín Dhroim Sliabh
Non cercò spiegazioni, non c’era bisogno di razionalizzare, come
non fa un bimbo che la madre ripone nella culla.
Is tuirseach 's brónach
A chaithimse an Domhnach
Mo hata 'mo dhorn liom
'S mé ag osnaíl go trom
Irlanda alzò gli occhi e si
accorse di lui. Il suo canto seguitò ancora più dolce, mentre Inghilterra si
inginocchiava ai suoi piedi, poggiava la testa sul suo grembo, e chiudeva gli
occhi.
Era felice. Ascoltandola aveva
avvertito che qualcosa era rimasto anche nel suo profondo, ed era stata capace
di lavar via tanti e tanti faticosissimi secoli.
'S mé ag amharc ar na bóithre
'Mbíonn mo ghrá-sa ag gabhail ann
'S í ag fear eile pósta
Is gan í bheith liom
Gli ultimi versi si diffondevano eterei in quella coltre che
li avvolgeva.
Le ombre si allungavano sulle palpebre chiuse del suo
fratellino.
Posò i ferri, e ricominciò a cantare.
È la prima volta, credo, che uso un mio OC per l’Irlanda,
paese che semplicemente adoro *__*
Il nostro Inghilterra qui fa un bellissimo tuffo alla fonte
dei ricordi, al tempo dei celti, la cui eredità vive anche nelle lingue
gaeliche, parlate ancora oggi in Irlanda, Scozia e altre zone delle isole
britanniche. L’inglese invece è una lingua di tutt’altro ceppo, originata da
quelle degli anglosassoni, ovvero gli invasori che soppiantarono i celti dell’antica
britannia agli inizi del medioevo.
Avendo avuto questo spunto, e avendo già da prima immaginato
un’Irlanda che canta nella lingua dei suoi progenitori celti, ecco venire fuori
questa storia dall’atmosfera quasi incantata, che mi auguro vi sia piaciuta
come è piaciuta a me ^__^
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