Peter Pan

di CosmoMarshall
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PETER PAN

Peter aveva le lacrime agli occhi quando guardava le foto della sua prima comunione. 

La sua fidanzata gli accarezzava la testa quando una lacrima segnò la foto.
Per fortuna il segno non è indelebile. Le lacrime scivolano sempre via. A volte però devi aspettare che si asciughino, però per quello ci vuole sempre più tempo. Peter non aveva tempo, non più. Aveva deciso che non poteva più far trascorrere il tempo in maniera naturale, come se tutto gli fosse dovuto. Come se la vita non fosse un dono da non sprecare. Dopo che si era svegliato da quei giorni di coma, dopo l' incidente stradale, aveva capito che doveva godersi la vita, non poteva più fare cavolate, non era più un bambino. Anche se avesse voluto dannatamente esserlo. Tutti i grandi vogliono tornare bambini e tutti i bambini vogliono diventare grandi. La verità è che è una fregatura, sotto ogni punto di vista. La vita in se è una grande presa per il culo, devi solo cercare di essere più stronza di lei. 
Peter lo aveva capito, dopo 27 anni lo aveva capito.
Misero via il raccoglitore, dove all' interno erano messe tutte le foto della sua infanzia e della sua adolescenza, e fece l' amore con la sua ragazza.
Carpe diem. Cogli l' attimo. Lo aveva fatto tatuare anche sul braccio, dopo essersi schiantato con la sua macchina a 80 chilometri orari contro un albero. Il fatto che fosse uscito dal coma era già una fortuna, se poi si pensa che Peter non fosse in buoni rapporti con il Karma verrebbe da dire che era stato miracolato. Peter non credeva ai miracoli, credeva nelle lauree dei medici.
"Carpe diem", recitava il suo braccio. Colse l' attimo. Due mesi dopo lasciò Miriam e andò a Londra, quella città gli ricordava molto il suo idolo, Peter Pan.
Lavorò molto duramente e dopo qualche anno aprì "L' isola che non c'è ", il Luna Park più grande d' Europa. Aveva proprio bisogno di tornare bambino facendo una cosa che solo un adulto poteva fare: Lavorando duramente.




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