Le stagioni del cuore

di Fiamma Erin Gaunt
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Cambiamenti

 

 

Evan doveva ammettere che non aveva mai pensato che la bambina esile e riservata che aveva conosciuto il primo giorno del suo primo anno sarebbe mai potuta diventare com’era oggi. Eppure era accaduto. Dorcas Meadowes era lentamente sbocciata in quegli anni e ora, all’alba del suo settimo anno, era più  bella che mai. Le morbide onde dorate erano perfettamente acconciate e incorniciavano un viso più maturo, privo di quella morbidezza infantile, e un paio di occhi smeraldini che brillavano di determinazione. Sì, della piccola e spaesata Dorcas non era rimasto proprio nulla.

- Cosa guardi? –

La voce di suo cugino, Rico, lo colse alla sprovvista.

- Nulla. –

- Questo tuo nulla è per caso biondo e indossa la divisa dei Grifondoro? – replicò ironico.

Dannazione a lui e alla sua capacità di intuire alla perfezione i suoi pensieri.

- Quando è diventata così? –

Il sorriso divertito sul volto dai tratti arroganti di Wilkes si allargò. Anche questa volta aveva fatto centro.

- Credo da quando ha cominciato a uscire con Prewett 1, a metà dell’anno scorso. –

Quindi era già impegnata, e con Fabian Prewett per giunta. Fantastico, assolutamente fantastico.

Raggiunsero lo scompartimento in cui li attendevano Rabastan e Regulus e presero posto. I ragazzi erano completamente assorbiti dalla conversazione sul nuovo campionato di Quidditch, ma lui non riusciva a togliersela dalla testa. Dopo tutti quegli anni passati a punzecchiarla non avrebbe mai pensato di avvertire addirittura il bisogno fisico di parlarle.

- Vado a fare un giro. – annunciò, facendo scorrere la porta a vetri e uscendo in corridoio.

Aveva percorso una decina di metri quando una ragazza gi volò letteralmente tra le braccia.

- Scusa, non ti avevo visto. – mormorò con voce fin troppo familiare.

Un paio di occhi smeraldini lo fissavano come se non potessero credere a ciò che vedevano.

- Rosier, sei tu, allora ritiro le mie scuse. Spero che ti sia fatto male. – si corresse, ironica.

Evan abbozzò un sorriso. Doveva darsi un contegno, dannazione, fino allo scorso giugno le avrebbe risposto per le rime e invece si ritrovava a sorridere come un idiota.

- Mi spiace infrangere le tue speranze, ma sto benissimo. – assicurò, continuando a sorriderle.

- Bene, allora vorrà dire che dovrò metterci più impegno la prossima volta. –

Da quando in qua scherzavano in modo quasi amichevole?

- Non sapevo che avessi sviluppato tendenze omicida. –

Dorcas trattenne una risata, sorpassandolo e riprendendo a camminare verso la sua meta. D’un tratto si fermò e si voltò a rispondergli, - Le persone cambiano, Rosier, non te l’hanno mai detto? -

 

 

 

 

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