Lusus sanguinis

di JunJun
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Note rapide dell'autrice:
Ok, questa è la mia prima fanfiction su Supernatural. E’ da troppo tempo che non scrivo, sono parecchio arrugginita...
La verità è che gli autori di questa sezione sono tutti così bravi… quando rileggo le scemenze che scrivo io, mi viene voglia di cestinare tutto!

 

* * *

PROLOGO


 

La mente di Dean era annebbiata. I muscoli del suo corpo erano intorpiditi e pesanti, e il sangue denso che gli colava dalla fronte lo costringeva a tenere un occhio chiuso.
“Cas… maledizione...” biascicò, rimettendosi  in piedi, appoggiandosi alla parete di pietra alle sue spalle. Stringeva ancora il coltello di Ruby. Perché continuava a farlo? Quell’affare era del tutto inutile, visto che il suo avversario era suo fratello.
(O meglio, nel corpo di suo fratello.)
Sam, in piedi in mezzo allo stretto corridoio, abbassò la mano che aveva usato per scaraventare Dean contro il muro.
“Maledetti poteri telecinetici,” pensò Dean.  “Maledetti angeli...”
“ZEKE, RAZZA DI BASTARDO!” gridò poi, cercando di farsi largo nella nebbia nella sua testa. “Non osare farlo. Hai capito? Ti sto ordinando di non farlo!” Il suo tono era fermo e perentorio, nella sua mente. In realtà, la sua voce era così impastata e roca che le frasi che pronunciò rasentavano la supplica.
Ezekiel lo fissò con occhi profondi, che la fredda luce artificiale faceva brillare di pacata inespressività.
“Non riesco a comprendere…” disse l’angelo, facendo vibrare ripetutamente le corde vocali di Sam, mentre si avvicinava a lui. Iniziò a parlare ma Dean, ancora stordito a causa della lotta, non riuscì a capire il senso delle parole che pronunciava. Solo alla fine, quando Ezekiel era ormai a pochi passi, sentì la frase: “…quando eri nel pieno delle tue facoltà mentali, hai deciso che la tua sopravvivenza e quella di tuo fratello erano più importanti di quella di Castiel.”
Dean non rispose, ed Ezekiel gli strappò di mano il coltello di Ruby come un genitore che toglie dalla mano di un bambino un oggetto pericoloso. Poi, calò due dita sulla fronte del cacciatore: il tocco dell'angelo risucchiò anche le ultime forze che gli erano rimaste, e lui scivolò a terra, inerme.
“Dean, non ti sto chiedendo di fidarti di me, ma di te stesso. Se vuoi uscire vivo da questo luogo insieme a Sam, devi lasciarmi compiere la tua volontà”.
Stronzate, sono tutte stronzate, pensò il cacciatore.
Cercò di mettersi in piedi, ma il suo corpo non rispondeva. Si rese conto che l’angelo si era allontanato da lui e, con passo lento, aveva raggiunto Castiel. Dean, frustrato, si chiese perché diavolo non avesse approfittato del suo intervento per fuggire: era rimasto fermo a pochi metri da loro per tutto il tempo, inginocchiato a terra, stretto nel suo completo nero sporco e stropicciato.
“Mi dispiace, fratello; i vostri corpi sono corrotti, ed io non ho abbastanza potere per purificarli. So che vuoi salvare questi esseri umani: questo è l’unico modo per farlo,” proferì Ezekiel.
Castiel, lo sguardo vuoto, fece un breve cenno d’assenso con la testa, come se il fratello gli avesse appena detto qualcosa di ovvio, a cui non vale neanche la pena rispondere.
Quando Ezekiel sollevò il coltello di Ruby, Castiel chiuse gli occhi.
Dean strinse i pugni e i denti, cercando disperatamente di rialzarsi.
La lama del coltello sibilò, un respiro venne mozzato e il sangue schizzò sulle pareti di pietra.

 





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