AGAIN

di Marialias
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Che serata quella…
In realtà non ricordo molto, solo un gran casino, tante luci e l’aria calda e densa di eccitazione.
Di solito non accettavo niente di quello che mi veniva offerto nelle discoteche, ma quella notte feci uno strappo alla regola e presi un drink descritto come un semplice ed innocente ‘succo’, ma che in realtà per poco non mi portò allo sballo.
Confusa e con la vista un po’appannata guardai il cellulare: mezzanotte e dieci, cavolo!
Mi feci largo tra la folla cercando di sovrastare la musica con la mia voce: “Gwen! Gwen!”
Fortunatamente la trovai quasi subito mentre si scolava l’ennesimo alcolico con una sigaretta consumatissima in mano che rideva da sola con aria ebete.
“Dai andiamo!” le dissi, e la presi per le spalle trascinandola via.                
“Leeeeeeex…” mugugnò lei con aria lamentosa “Voglio un altro succoooo…”
Non la ascoltai e insieme attraversammo l’uscita della disco. Buttai Gwen sul sedile posteriore della macchina dove lei si addormentò in pochi secondi, poi salii al posto del guidatore e accesi il motore.
Uscii in retromarcia dal parcheggio per poi andare dritta verso il nostro quartiere.
Parcheggiai poco dopo davanti a casa di Gwen e provai a tirarla su mentre lei grugniva una serie di confuse proteste. In quel momento vidi una luce accendersi dentro l’abitazione ed una signora in vestaglia con i bigodini in testa venne correndo verso di me.
“Alexia! Per l’amor del cielo, grazie! Ma dove eravate finite?!”
Poi rivolse lo sguardo nella macchina e strabuzzò gli occhi: “GWEEEEN!”
Lei aprì un occhio: “Che vuoi…”
“VIENI SUBITO DENTRO! SEI IN PUNIZIONE PER UNA SETTIMANA!! MA CHE DICO.. PER TUTTA LA VITA!!!!”
“Uff…” Gwen si alzò controvoglia e, strofinandosi  gli occhi, si avviò verso casa.
“Ciao Lex… a domani..”
La salutai con un segno della mano e risalii in macchina sospirando.
Guidai fino a casa mia con le palpebre che mi si chiudevano dalla stanchezza, cercando di tenermi sveglia con la musica.
Quando arrivai ci misi minimo due minuti per riuscire a ficcare la chiave nella serratura, e, una volta entrata, buttai borsa e giacchetto sul divano, mi sfilai i tacchi e salii al piano superiore, fino alla mia camera.

CONTINUA…




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