the beginnings
Orsù dunque! Benvenuti a tutti coloro che hanno deciso di mettere occhi su questa fan fiction!
Inizio con il dire che si tratta di una scrittura a 4 mani.
Ovvero della sottoscritta e di MikuChan !
Qesta fic tratta degli avvenimenti accaduti prima che le protagoniste:
Sabrina Evans, ed Angel White si trasferissero a Feel's Church.
Qundi può tranquillamente essere letta a se, anche se dopo consiglio di leggere la fic da cui è nato tutto!
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=407912&i=1)
Detto questo posso solo augurarvi buona lettura!
Speriamo in qualche recensione!
-Hate and Love-
-The Beginning-
-Capitolo 1-
Negli anni 90 New Orleans era considerata il fulcro dell'arte.
Per lei, nata e cresciuta in quel
luogo e figlia di scrittori, era impossibile non appassionarsi non solo
al mestiere di famiglia ma all'arte in generale.
14 anni. Lunghi capelli e occhi
marroni incorniciavano l'esile e pallido volto di Sabrina Evans mentre
aspettava fuori il palazzo dove i suoi avevano un appartamento -al
centro della piazza principale- la sua migliore amica di sempre: Angel
White.
Dall'inizio del liceo
avevano fatto abbastanza conoscenze, ed erano anche entrate a far parte di un gruppo, ma la
loro amicizia era del tutto diversa da quella che avevano con gli altri
e non solo per la profonda conoscenza.
"Ma dove si è cacciata?!" chiese al nulla osservando a destra e sinistra sperando di vederla arrivare.
Era già inusuale per loro
doversi vedere la mattina così presto, figuriamoci proprio n una
di fine Ottobre dove il freddo e l'umidità ti penetrava
nelle ossa.
Sperò con tutta se stessa che
l'amica fosse già in cammino visto che erano ormai 20 minuti
buoni che l'aspettava fuori dall'orario dell'appuntamento.
Sospirò sconsolata, quella ragazza a volte la faceva esasperare!
Dall'altra parte della città, in una zona residenziale, una ragazza regnava ancora beatamente nel mondo dei sogni.
Tanto per cambiare la sua
'amatissima' sveglia aveva fatto cilecca, e per quanto potesse avere il
sonno leggero, quella mattina a quanto pare era destino si dovesse
svegliare tardi.
Si alzò dal letto come una
molla ricordandosi l'importante impegno che aveva preso con la sua
migliore amica, si lanciò letteralmente verso il bagno portando
con se un gran numero di lenzuola, rischiando così di cadere
rovinosamente a terra.
Pettinò velocemente i lunghi
capelli neri leggermente mossi, legandoli in una coda alta, si
lavò il viso, ed indossò la prima maglietta ed il primo
paio di jeans che le capitarono sotto mano.
Guardò l'orologio agitata, era in ritardo di mezz'ora.
Sgranò gli occhi cerulei e li fece roteare verso l'alto, esasperata, dalla sfiga che perennemente le ronzava intorno.
Se possibile, la sua carnagione
cadaverica perse ancora più tonalità pensando alla sua
migliore amica attenderla sotto casa.
Era sicura che questa volta l'avrebbe uccisa.
Uscì fuori come un uragano,
afferrò la bicicletta e salì in tutta fretta,
raggiungendo in un lampo il luogo dell'incontro.
La parcheggiò legandola con un
catenaccio al solito palo della luce, davanti l'edificio e barcollando
raggiunse l'esile figura della mora che la guardava con fare di
rimprovero.
"Anf.. Anf.. Buongiorno"
Sabrina portò le braccia al petto ed assottiglió lo sguardo
"Ringrazia che mi serve la tua bici
come passaggio. O non ti avrei perdonato il ritardo. Si muore di freddo
qui!" la rimproverò la bruna, ma l'espressione mutò in un
sorriso mentre si allungava ad abbracciarla.
"Buuoon giooorno! Joan mi ha
già mandato un quintale di SMS. Ci stanno aspettando a due
isolati dalla scuola. Sotto casa di Mattew".
Il suo compleanno era passato da un
po e l' imminente festa di Halloween metteva in agitazione i membri
studenteschi che se ne sarebbero occupati: loro erano fra quelli.
"Uff ma ti pare che dobbiamo sempre stare dietro a quelli?" domandò lamentandosi Angel stiracchiandosi.
Ricambiò l'abbraccio
sprofondando il naso nei vaporosi capelli della mora ed inspirò
il dolce profumo di fragola che emanavano.
"Se continui ad improfumarti
così, farai perdere la testa a qualcuno, donna!" fece la corvina
regalandole una linguaccia.
"Forza andiamo, o continueranno a tartassarti..." proclamò muovendo le mani con dissenso.
Armeggiò qualche attimo con il catenaccio e si mise in sella.
"Pronta?"
"Io trovo divertente stare in comitiva" rise in imbarazzo Sabrina, per poi montare in sella evitando i commenti della compagna.
Non era di certo sicura di piacere a qualcuno o almeno non ancora.
Forse Mattew era il primo che trovava attraente ma erano solo amici e anche da troppo poco.
"Pronta!" esclamò infine agganciandosi alla vita della ragazza poggiando di lato il viso alla sua schiena.
A differenza della mora, Angel proprio non amava stare in comitiva.
'pochi ma buoni' pensava sempre.
Però non erano cattive persone, ed infondo, avrebbe potuto sopportare qualche ora in loro compagnia.
Non l'avrebbe lasciata sola.
Spinse il piede destro sul pedale
cominciando a far scivolare la bici in discesa, si mantenne ad un
andamento nella norma, sapeva che alla bruna non piacesse affatto
quando correva, quindi in sua presenza si tratteneva.
In una decina di minuti arrivarono a destinazione.
Fece scendere la
ragazza dalla bici ed andò ad incatenarla ad un albero vicino la
staccionata dell'abitazione.
Cristal, Joan e Mattew attendevano le
due new entry della comitiva chiacchierando fra loro a pochi passi da
un negozio d'antiquariato ancora chiuso dato l'orario.
Quando Sabrina si avvicinò a
loro per salutarli Joan diede una spinta amichevole al bruno accanto a
lui che si ritrovò ad arrossire lievemente e Cristal si notandone la reazione si mise a ridacchiare sotto i baffi.
"Che sta succedendo qui?" chiese la Evans alla biondina dai capelli corti con fare malizioso.
"Si prendeva in giro Matt per-ouch!"
il sottoscritto diede un colpo all'amico dai capelli quasi albini e gli
occhi magnificamente chiari.
"Lascialo perdere questo scemo" fece
facendo un cenno di saluto alla ragazza alle spalle della mora,
cercando di far spostare l'attenzione dei due amici altrove.
"ehi, Angel!"
La corvina diede una scrollata alla
coda di cavallo che si era ingarbugliata per via del vento in bici, e
diede un'occhiata al trio davanti a loro.
La bionda non le faceva
particolarmente simpatia, ma neanche antipatia, la classica persona che
per averne un idea devi prima conoscerla.
Invece il semi Albino la incuriosiva, lo trovava parecchio simpatico.
Mentre il moro... era sicura avesse messo gli occhi su Sabrina.
Avrebbe prima dovuto superare l'esame per potersi anche solo candidare come amico, figuriamoci come spasimante.
Si avvicinò al gruppetto e li salutò coprendo uno sbadiglio con la mano.
" 'giorno..."
"Dolcezza sembra che tu stia
più da quel tipo che qu-machefai!?" Cristal sospirò
tirando l'orecchio all'amico accanto a lei.
"Questo demente vuol dire Morfeo ma è troppo ignorante per imparare" disse infine sorridendo.
"Vaffanculo Cris" lui le tirò un morso alla mano e Sabrina rise.
Era più che convinta che in quel periodo quei due si frequentassero.
"Io direi di avviarci" propose Mattew facendo qualche passo accanto alla bruna dai capelli lunghi.
"dobbiamo prima passare in palestra
per alcuni dettagli della festa del weekend" terminò continuando
a camminare, accertandosi di avere gli altri a seguito.
"Avete idea di cosa portare come costume?" chiese infilando le mani in tasca.
La Evans portò le mani dietro la schiena mentre la comitiva si avviava verso l'istituto.
"Io e Joan siamo addetti alla casa
degli orrori. Non ci sarà molto da scegliere". Commentò
Cristal facendo spallucce.
Il biondin rise."Alla fine il più gettonato è Dracula!"
"O Carmilla" s'intromise Cristal.
Agel seguì silenziosamente il gruppetto.
Si sentiva estremamente a disagio all'interno dei gruppi, specialmente se non conosceva ancora bene i componenti.
Eppure Sabrina sembrava così
serena, sospirò pensando che in fondo se era felice lei, lo
sarebbe potuto essere anche lei.
Mise le mani all'interno delle strette tasche dei jeans, e sbuffò.
Adorava Halloween, così pensò a quale costume avrebbe potuto preparare.
Il vampiro era fuori discussione, troppo gettonato.
Avrebbe optato magari per un bel fantasma stile giapponese.
Ridacchiò tra se e se, immaginandosi a spaventare Sabrina la notte della festa.
Raggiunsero l'edificio ed entrarono in palestra a dare un'occhiata.
Avevano già iniziato a mettere qualche addobbo.
Nero, Arancio, Rosso ed anche un pò di verde putrido.
Adorava quell'atmosfera.
Assunse la classica espressione di una bimba in un negozio di caramelle e comiciò ad esaminare le varie decorazioni.
"Io non amo molto Halloween" fece Sabrina mentre si dava un'occhiata intorno.
"per lo spavento e il troppo sangue.
Ma ammetto che mi piacerebbe vestirmi da Alice Liddel. Trovo che sia
più che azzeccata" si voltò verso Angel e le
afferrò un polso mentre ognuno si divideva il proprio compito.
"tu vieni con me a prendere gli
addobbi in magazzino" le fece riportandola alla realtà da quello
stato di trance cui era solita entrare ogni volta che trovava qualcosa
che le piacesse in particolar modo.
"Allora io vado a prendere le liste
degli appunti. Ci ritroviamo ad aggiustare tutto dopo le lezioni"
sorrise la biondina facendo poi cenno ai due ragazzi.
"Mattew, Jo, voi andate dagli altri ad avvisare. Voglio tutti puntuali" fece infine con un dito all'aria ed una mano sul fianco.
"È arrivata la reginetta!!" ridacchió il ragazzo biondo facendo un cenno di capo.
"Allora ci ritroviamo tutti qui dopo." Il bruno imitò il cenno, sparendo poi con l'amico.
La corvina si lasciò trascinare sognante dall'amica.
Ovunque si girasse, c'era entusiasmo
e sgomento per la preparazione della festa che a suo parere, era quella
più bella di tutto l'anno.
Stava già escogitando qualche stratagemma per spaventare Sabrina, uno dei suoi passatempi preferiti.
Era estremamente adorabile quando era impaurita.
Sogghignò osservando la figura di spalle della moretta camminare spedita.
Una volta arrivate aprirono la porta cigolante del magazzino.
"uuuh... lugubre!" fece Angel strofinandosi le braccia a causa di un brivido di freddo che l'aveva assalita.
Si guardò intorno cercando l'interruttore, e quando lo trovò lo pigiò, ma il risultato fu scarso.
Si vedeva a malapena cosa avevano a pochi centimetri!
"Mh... ti hanno per caso detto dove
hanno messo esattamente gli addobbi?" chiese osservando sconsolata
l'ammasso di roba davanti a loro.
"Proprio no" storse le labbra la bruna nel guardarsi intorno chiudendo poi la porta del magazzino.
"Abbiamo un'ora alle lezioni. Dovremo far presto" no, sul serio non le piacevano certi luoghi.
In autunno già le mattine
erano buie e nebbiose a New Orleans, figuriamoci stare in un magazzino
poco illuminato alle sette del mattino in una scuola quasi del tutto deserta!
Angel osservò la bruna allontanarsi dal magazzino tetro e ridacchiò tra se e se.
Magari ci sarebbe tornata da sola quel pomeriggio.
Non c'era gusto se era il posto a spaventarla, e non lei.
Si diressero in classe, svolgendo i
soliti compiti mattutini come pulire i cancellini, ed innaffiare le
piante, che quel giorno toccava proprio a loro.
Le prime due ore di matematica
passarono così lentamente che Angel finì con
l'addormentarsi, con annesso rimprovero dell'insegnante.
Sbadigliò annoiata cercando di decifrare ciò che veniva scritto alla lavagna.
Ma a che diavolo servivano tutte
quelle scemenze?!
Si trovava all'ultimo banco, un'ottima postazione da
cui poteva allegramente farsi gli affari di tutta la classe!
In prima fila non scrutò nulla
d'interessante, alla seconda notò i due biondi della comitiva
che si lanciavano palline di carta sovrastrando un povero sfortunato
compagno che si trovava in mezzo.
Dovette premere la mano contro la
bocca, per non scoppiare a ridere, dopo aver letto il labiale delle
imprecazioni di Joan.
Spostò lo sguardo sulla sua migliore amica che diligentemente prendeva appunti della lezione, assorta nella spiegazione.
Se ne avesse avuto bisogno, sapeva da chi andare a chiedere per un aiuto.
Qualche banco più in
là, l'altro ragazzo della comitiva, il moretto, che
osservava furtivamente la ragazza.
Una vena pulsante affiorò sulla sua tempia, facendole picchiettare le unghie sul banco con fare irritato.
Non aveva una qualche dote particolare, era un bel ragazzo si, ma ancora non si fidava di lui.
Quando l'ora di pranzo finalmente
arrivò, Sabrina si stiracchiò le braccia in corridoio
mentre raggiungeva la mensa con Angel.
Gli altri a quanto pare avevano preso
un panino ed erano corsi a lavorare in palestra ma lei, deboluccia
com'era, di certo non poteva permettersi cibi troppo leggeri.
"Sicura che non vuoi mangiare
qualcosa di veloce anche tu?" chiese alla sua migliore amica di fianco
entrando nella grande sala dove il mormorio degli studenti faceva da
eco.
"Numero uno, non ti lascio tutta sola
soletta in questo posto pieno di lupi affamati" disse in tutta risposta
la corvina, prendendo un vassoio, afferrando poi una fetta di pizza ed
un bicchiere di coca cola.
"E poi, ho parecchia fame!" le sorrise afferrando altre due fette di margherita dirigendosi ad un tavolo libero.
Prese posto aspettando che la ragazza la raggiungesse.
Sabrina non ci mise molto.
Afferrò due fette di pizza ai
quattro formaggi, un piatto di riso e una bottiglia di tè per
poi raggiungerla facendo attenzione a non far cadere nulla.
Preso posto accanto a lei iniziò dal riso.
"Tu hai pensato ad un costume particolare per sabato?" chiese sorseggiando un goccio di tè.
Per gli occhi cerulei della corvina passò come un lampo rosso, ed estremamente inquietante.
Assunse un ghigno carico di divertimento, prima che la bocca fosse riempita da altra pizza.
"Non te lo dico!" ridacchiò addentando la mozzarella filante.
"Tu piuttosto? A te non piace questa
festa, perteciperai comunque, vero?" domandò mandando giù
un boccone con la bibita gasata.
"Si infatti.." rispose con la bocca ancora piena di riso.
"Ma come ho detto, mi piacerebbe vestirmi da Alice. Non ho mai adorato Wonderland ma penso sia adatto ad Halloween"
"con tutta quella gente
psicopatica... si decisamente adatto al tema!" ridacchio' pensando ad
una eventuale scuola piena di gente bizzarra ispirata a quel caplavoro.
Si soffermo' ad osservare la mora e
notando un chicco di riso che le era sfuggito, allungo' la mano, lo
afferro' tra le dita e lo mangio'.
"sei proprio buffa" le sorrise afferrandole la guancia affettuosamente.
La Evans arrossi per poi scuotere il capo «Gn!».
"Ehi Jeffry! Quelle luci più a
destra! No, Mik, non mi interessa uscire con te" la bionda orchestrava
a perfezione ogni singolo movimento all'interno della palestra.
"A quanto pare Cris è proprio
portata per questo lavoro, eh?!" rise Sabrina mentre con l'aiuto
di Angel, Mattew e Joan sistemava i tavoli e il palco per miss e mister
zucca.
"Quella sembra tanto docile ma non lo è" rise il biondo toccandosi l'orecchio. "sento ancora dolore da stamani!"
Il bruno lo colpi con una decorazione ridacchiando "che fragile fanciullo abbiamo qui".
"Mpf.." bofonchiò la corvina
trattenendo una risata, cercando di restare seria ed impassibile, come
la sua facciata dimostrava sempre.
Prese uno scatolone contenente varie decorazioni, quali ghirlande di zucche e pipistrelli, e ragnatele filanti.
Poggiò il cartone in un angolino ed afferrò una scala lì vicino.
La posizionò sperando restasse il più stabile possibile e cominciò a salire i gradini.
Arrivata all'ultimo poggiò le
mani contro il controsoffitto attaccando agli angoli le cime delle
ghirlande, intrecciandole poi tra loro.
Più si muoveva, più quella scaletta cigolava sinistramente.
Non le piaceva affatto.
"Ehi, An! Vuoi una mano?" Joan alzó lo sguardo verso di lei con fare perplesso "poco mi piace quella scala!"
La ragazza sentendosi presa in causa arrossì vistosamente, sentendosi chiamere 'An' da quel ragazzo.
In pochi si erano mai presi la libertà di farlo, e quando lo facevano, la sorprendevano piacevolmente.
Voltò mezzo busto per poter rispondere al biondino, facendo
oscillare pericolosamente la scala arruginita sotto il suo peso, per
quanto fosse equilibrato vista la sua altezza di 1,70 a soli 14 anni.
Quella non era stata affatto una mossa saggia.
Sentì la scala cigolare un'ultima volta prima di sentirsi mancare il 'terreno' sotto i piedi.
Sabrina in quel momento urlò.
Joan tenne ferma la scala per poi
girarsi verso Mattew riuscendo così a prenderla al volo,
scampandole la caduta.
"appena in tempo" fece il moro con un sospiro rassicurato.
"Cosa succede?!" Cristal corse verso di loro attirata dall'urlo della bruna come il resto dei presenti.
La corvina dopo un'attimo di smarrimento assunse più tonalità di rosso contemporaneamente.
Fece un cenno con la testa ai ragazzi, segno che poteva reggersi in piedi da sola.
"m-mi dispiace..." fece poi afferrandosi la maglia all'altezza del cuore per lo spavento.
Non era certo il modo migliore per mostrare quel lato di se.
Guardò uno per uno i ragazzi
che erano corsi a soccorrerla e con un sorriso forzato li lasciò
uscendo fuori in cortile.
Aveva proprio preso un bello spavanto.
Cercò di respirare a fondo tentando di placare il cuore che rischiava di uscirle fuori dalla gabbia toracica.
Una cosa positiva però c'era.
Mattew, aveva appena guadagnato qualche punto in più.
Si era dimostrato più sveglio di quello che sembrava.
Gli avrebbe permesso di avvicinarsi alla mora.
"Angy?!"
Sabrina le corse dietro con preoccupazione.
Si era spaventata a morte e forse con quell'urlo senza pensarci aveva anche messo a disagio la sua migliore amica.
La trovò a poco dal retro e le si avvicinò "scusa se ho urlato... stai bene?"
La White sorrise vedendola arrivare,
lentamente si era calmata.
"figurati, io avrei fatto il putiferio se
fosse capitato a te. Ringrazio di esserci stata io su quella scala. E
devo anche ringraziare Mattew, e Joan piuttosto..."
constatò osservando un punto indistindo davanti a loro.
Una leggera pioggerellina cominciò a cadere, pizzicandole il viso.
"Mi dispiace di averti fatto preoccupare..." sorrise alla mora, con fare dispiaciuto.
"Se non lo facessi, significherebbe
che non mi importerebbe di te" le sorrise, mettendo una mano sulla
spalla della corvina per poi allungarsi a darle un bacio sulla guancia.
"visto che piove che ne dici di
rientrare?! Stai bene?" sorrise dolcemente prendendole la mano,
riportandola così all'interno della palestra per riprendere con
calma i lavori, e rassicurare il restante gruppetto, che fosse tutta intera.
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