,mk
-Guarda
un po’ chi si vede…Granger! Che ci
fai qui nel periodo di natale? Non vai a trovare i tuoi luridi genitori
babbani?-
quest’ultima parola fu pronunciata con particolare disprezzo
dal fiero
serpeverde.
-Purtroppo
per te, Malfoy, passerò qua tutte le vacanze. Tu invece? Non
fai visita
al tuo paparino caro in prigione?- rispose Hermione altrettanto
sprezzante.
-Non
osare mai più rivolgerti a mio padre in questo modo. Lui era
un grande…-
-…mangiamorte?
Senti un po’, visto che non ho nessuna voglia di subirmi
queste
tue scemenze anche a natale, facciamo un patto: tu lasci stare me, e io
lascio
stare te. Ci stai?-
-Puoi
scordartelo! Io non faccio patti con i mezzosangue, tantomeno con te.-
-D’accordo.
Vorrà dire che farò tutto da sola.-
-Cosa
intendi?- chiese Draco con gli occhi ridotti a due fessure.
Ma
Hermione se ne andò senza dargli una risposta, lasciandolo
spiazzato.
Il giorno seguente Hermione si recò in Sala Grande per
studiare. Harry e Ron
erano partiti, così lei se ne stava in un angolino del
tavolo Grifondoro da
sola.
Draco
la vide e le si avvicinò con la solita aria beffarda, ancora
curioso per
la piccola discussione del giorno precedente.
-Granger,
non sai che è vietato studiare durante le
festività? Ah già,
dimenticavo che tu sei una secchiona so-tutto-io!-
ma
Hermione non lo degnò né di uno sguardo
né di una parola, continuò
imperterrita a leggere il suo libro, limitandosi, di tanto in tanto, a
voltare
pagina.
-Cos’è,
hai deciso di ignorarmi? Guarda che non ci tengo a parlare con te,
quindi questo tuo comportamento non mi fa né caldo
né freddo.-
Aveva
centrato in pieno: Hermione stava facendo finta che lui non esistesse,
sperando che prima o poi si sarebbe stancato di parlare da solo. Ma non
fu
così.
Per
l’intero periodo di vacanze Draco provò
in tutti i modi ad attaccar bottone con lei, ma senza ottenere alcun
successo.
Il serpeverde si stava stufando. Quella stupida ragazza lo stava
facendo
impazzire. Non capiva perché si preoccupasse tanto di lei,
ma non riusciva a
farne a meno. Ogni volta che la incontrava nei corridoi, qualcosa nel
suo
stomaco si muoveva. O forse era un po’ più su,
all’altezza del cuore. Di certo
non era nulla di serio. Un capriccio forse. Ma a Draco non piaceva, per
niente.
Non sopportava di dipendere da qualcuno, e si stava piano piano
rendendo conto
che quella stupida ragazza lo metteva in soggezione più di
quanto dovesse. Gli mancavano
i loro battibecchi, gli inutili insulti che si scambiavano ogni qual
volta si
vedessero anche solo da lontano. Ora che lei aveva deciso di ignorarlo,
si
sentiva privato di una parte di sé che, come iniziava a
comprendere, era
importante, se non fondamentale per lui. Ma non voleva ammetterlo.
Né con gli
altri né con se stesso. Dentro di se stava iniziando a
provare una nuova
sensazione…che sia amore? Questo non poteva saperlo.
In un attimo le vacanze terminarono, portandosi dietro
l’inizio delle lezioni.
Quel giorno alle prime ore c’era pozioni. Piton era il
professore più odiato
dai Grifondoro a causa della sua chiarissima preferenza per i
Serpeverde.
-Bentornati
ragazzi, passato bene le vacanze? No, non perdete tempo a
rispondere perché tanto non vedo come possa interessarmi.
Quest’oggi vi
insegnerò a fare il veritaserium. Qualcuno di voi conosce
già gli ingredienti
necessari?-
Hermione
alzò subito la mano ma Piton finse di non vederla e
continuò
-Nessuno?
Davvero deludente!-
Draco
alzò la mano. Stava per fare una cosa di cui sapeva che si
sarebbe
pentito subito dopo, ma era giusto così.
Il
professore, compiaciuto, gli diede il permesso di parlare con un cenno
della
mano.
Draco
ci riflesse su ancora qualche secondo. Poi si decise
-Professore,
la Granger sa la risposta e se non si sbriga a darle il permesso
di parlare le verrà un crampo al braccio!-
Tutti
rimasero a bocca aperta, compreso Piton che si alterò
leggermente
-Signor
Malfoy, sono sicuro che una bella dose di fatti suoi le farebbe bene!-
Detto
questo fece per continuare la lezione ma fu nuovamente interrotto
-Professore,
la Granger sta ancora aspettando di poter dare la risposta.-
aggiunse
Draco con tono scocciato. Hermione lo fisso sbalordita. Non riusciva a
credere a ciò che stava vedendo: Draco Malfoy, il suo
acerrimo nemico, stava
difendendo lei, una mezzosangue, rischiando di beccarsi una punizione
dal
professor Piton, il quale si era parecchio irritato e aveva addirittura
tolto 5
punti ai Serpeverde, evento più unico che raro.
Tutti
i compagni di casata di Draco iniziarono a mandargli insulti alle
spalle.
Ma
a lui non importava. Rivolse a Hermione uno sguardo come per dire
“mi
dispiace, io c’ho provato”, ma lei lo
ignorò come al solito, anche se questa
volta in cuor suo si sentiva in colpa, e capì che qualcosa,
in quel ragazzo
dagli occhi di ghiaccio, stava cambiando.
Passò una settimana. Ormai Draco era sicuro di provare
qualcosa per la Granger,
ma lei aveva continuato imperterrita ad ignorarlo.
Quel
giorno Hermione stava correndo nella sala comune Grifondoro a prendere
un
libro che aveva dimenticato, ma svoltando nel corridoio andò
a sbattere contro
qualcosa, o meglio qualcuno, provocando la caduta di entrambi. Erano
stesi a
terra, una sopra l’altro, e soltanto a quel punto
capì di chi si trattava:
Malfoy.
Lei
subito cercò di alzarsi, ma Draco la strinse a sé
impedendole ogni
movimento, e prima ancora che lei potesse capire cosa stesse
succedendo, la
baciò. Le sue labbra erano gelide, proprio come i suoi
occhi, e la sua lingua
viscida, come la pelle di un serpente. Hermione non capiva il motivo
nè il
significato di quel bacio. L’unica cosa certa era che quella
era la prima volta
che provava una sensazione del genere, e capì subito che da
quel momento tutto
sarebbe cambiato.
|