Si vive
Per omaggiar la morte,
si muore
per inneggiar alla vita,
l’ anima cade nella ragione
e nella mota si rialza.
Penna indelebile
che come fuoco queste parole
nell’ anima mia incisi,
adesso avversa a me sei
quando la mia ragione
nel sentimento s’ affogò.
Senza terra di carta
io sono in caduta
tra fiumi d’ ignoranza
e monti di conformismo,
il sentimento più accettato
è quello sottomesso.
Piegati a falsi dei
che regole dettano
e incise nelle giovani menti
sono archiviate;
le idee nuove ormai
più son considerate.
Morte all’ oppressore!
Che le menti schiavizza
e i sentimenti incatena,
nulla lo ferma,
se non queste parole
che sole giaccion qua.
Chiuso nei pensieri
oscure come l’ anime
de lor signori,
nuove idee partorisco
e la mia penna
a me ritorna.
Moro per ste’ parole,
vivo per ricordarle,
anch’ io sottomesso sarò
da falce e dolore,
ma la mia poesia
può respingerli.
Il bello vuoto
padroneggia frà st’ anime
che se movon com per giuoco,
poco c’ è da far
solo la poesia,
quella concreta, può respingerlo.
All’ assedio del castello
de tristezza e dolore
noi andiamo,
la morte a braccia aperte
c’ aspetta al varco,
ma noi della vita il senso riprendiamo.
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