Anima interstellare.

di Lorenzo Foltran
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Siamo sul tetto del mondo, e mi chiedi se è più importante la crisi economica o la recrudescenza del nostro amore. Ma io non sono mai stato attento al consumo dei sentimenti.
E tralasciando la teoria amorosa, la pratica prevede di contare le stelle insieme.
“Ma quanto costa contare le stelle insieme, io e te?”, mi domandi.
“Io a volte ci metto tutto l’amore che ho”, ti dico.
Poi ti alzi e indichi una stella, la più luminosa.
“Guarda quella, quanta luce”.
“Siete uguali”, vorrei dirti.
Che io non lo so cosa ne pensa un astronomo, ma secondo me anche le persone brillano di luce propria, fuori o dentro cosa cambia, l’importante è che brillino. L’importante è che ognuno riesca a salvarsi da solo. Con la propria luce, quella dell’anima.
Non ti rispondo e ti risiedi.
Allora mi alzo io, di scatto, e ripeto: “Guarda quella, quanta luce”.
Mi guardi ma non parli. E sbuffando ti alzi e te ne vai.
Poi mentre ti allontani ti sento.
“Siete uguali”, mi dici. E lo dici come chi è stato preso in giro ma adesso ama ancora di più.
Sorrido. E anche io credo di amarti di più.
Me ne vado anche io, e la distanza aumenta. Però lo immagino che ti giri mentre ci allontaniamo. Lo immagino, ma in realtà non lo so. Che faccio? Mi giro io?
E lo faccio. E ci sei. La luna che illumina le tue labbra e i tuoi denti.
Ricambio il tuo gesto stellare.
E ho appena scoperto la luce dell’anima.




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