TITOLO:
Insostituibile
AUTORE:
Akane
SERIE:
NCIS. Fa parte di una saga che raccoglie una serie di one shot tutte
collegate fra loro, intitolata ‘Momenti giusti’.
Questa è
la prima della serie.
TIPO:
slash
GENERE:
introspettivo, sentimentale
RATING:
giallo/PG13
PAIRING:
GibbsXDi Nozzo
PARTI:
one shot
MODO:
pov di entrambi alternati
AMBIENTAZIONE:
prima serie episodio 20 intitolato Scomparso
Della mini serie chiamata Momenti giusti
DISCLAMAIRS:
i personaggi non sono miei ma degli autori che ne detengono i
diritti…
NOTE:
come detto sopra questa è la prima della saga Momenti
giusti.
Non sono un asso coi titoli, non sempre. Quella che la
seguirà
si chiamerà The moment i said it e non so quando
arriverà
di preciso ma arriverà… come arriveranno tutte le
altre che
ho progettato ed il nuovo capitolo di Mai senza te. Basta avere
pazienza ed arriva tutto!
Questa
fic all’inizio non mi convinceva, quindi ho aspettato a
pubblicarla
ma alla fine mi sono decisa. Si tratta più che altro
dell’inizio del loro rapporto che da
‘lavoro’ diventa qualcosa
di più, ma come già detto per ora è
proprio
l’inizio, quando se ne rendono conto ognuno a modo proprio. I
dialoghi sono presi fedelmente dalla puntata, così come quel
che fanno tranne che per l’ultimo paragrafo,
nell’ultimo pov di
Gibbs… quello l’ho aggiunto io, ovviamente!
Spero
la storia piaccia, è più che altro introspettiva
sui
loro stati d’animo, un viaggio dentro di loro.
Bene,
buona lettura. Baci Akane
DEDICHE
E RINGRAZIAMENTI: la dedico a Taila e a tutti quelli che amano questa
coppia. Ringrazio tutti quelli che leggeranno e commenteranno.
INSOSTITUIBILE
“Il
cellulare mi suona e rispondo subito dirigendomi alla scrivania
seguito da Kate, è Tony ed il fatto che mi abbia chiamato
prima della scadenza dell'ora prestabilita per i nostri contatti,
significa che ha qualcosa di importante da dirmi. Ogni volta che mi
chiama ho sempre la certezza che gli sia successo qualcosa, anzi...
che abbia combinato qualcosa!
Anche
se so che sa cavarsela da solo e che anche se non sembra è
in
gamba, questo non significa che tutti i guai che mi combina non mi
facciano stare all'erta lo stesso!
In
fondo stava seguendo un sospettato alquanto pericoloso...
-
Si? - Ho il mio solito tono deciso e non ancora seccato o impaziente
ma sono certo che subito lo diventerò.
-
Gibbs? - La sua voce è un po' affrettata ed agitata, respira
veloce, sta camminando.
-
Che succede? - Mi siedo alla scrivania senza far caso a quel che
faccio, mantenendo la mia attenzione alla sua voce. Sta succedendo
qualcosa, non mi serve che me lo dica per capirlo. Quando mi chiama
con quel tono è solo perchè ha combinato qualcosa
ma
voglio capire se devo ammazzarlo o preoccuparmi!
-
Sacco ha appena lasciato il bar... ahh... - il suo tono è
sempre più incerto e lo sento decisamente strano, affannato
e
confuso, assottiglio gli occhi per cercare di capire COSA stia
facendo mentre sospira confuso senza trovare le parole. Che diavolo
ha?
– Ahh...
non mi sento bene. - E questo come cavolo lo devo interpretare? Mi
dice solo così ed io dovrei capire perchè, cosa,
come,
dove e quando!? Detesto quando mi prendono per un indovino anche se
ci azzecco sempre senza bisogno che parlino.
-
Tony, che hai? - Dal tono che uso sempre più brusco ed alto
non sembra tanto una domanda, la mia... potrei anche averlo
spaventato io stesso... se ancora non gli è successo nulla
ora
per la paura potrebbe essere che mi combina qualcosa di peggio, ma
non posso proprio controllarmi. Si tratta di lui, mi chiede aiuto e
non mi spiega che diavolo ha. Non ho poteri magici.
Parla
dannazione!
-
Ho fatto proprio un guaio, capo... - Poi solo un tonfo sordo in cui
non si sente più la sua voce. Gli è caduto il
cellulare
o è caduto anche lui? Che diavolo sta succedendo, porca
miseria?
-
Ehi, Di Nozzo, mi senti? - Quando esclamo questo sono sempre
più
allarmato e scatto in piedi, mi rendo conto che sto quasi urlando ma
non mi interessa. Tony non si sente più dopo avermi detto
che
non si sente bene e che ha combinato un guaio. Che dovrei fare da qua
mentre lui è la e gli succede chissà cosa?
E
non so nemmeno cosa, maledizione!
Non
mi piace, non mi piace per niente non sentirlo, non sapere
cos’ha,
non ricevere nemmeno una delle sue battutacce pesanti... lui che per
farlo stare zitto devo picchiarlo, ora non mi risponde più.
– Tony!
Tony! Tony mi senti? - Ecco, ora sto gridando e Kate che mi fissa
spaventata capendo che gli è successo qualcosa, penso non
sappia di cosa aver timore per prima ma io non avrei dubbi al suo
posto. È di me che deve avere paura… se non trovo
Tony
subito vivo e integro! - Stiamo arrivando da te! - E questo
è
tutto ciò che posso dire e fare.
Se
almeno mi sentisse e bastasse veramente il mio arrivo per sistemare
tutto...
Non
c'è tempo.
Non
c'è tempo per nulla. Semplicemente rabbioso volo da lui
seguito da Kate che non osa nemmeno farmi una domanda. Non è
sciocca e soprattutto se in squadra c'è uno che non ha mai
paura di me è proprio lei.
Se
ora evita ogni modo per parlarmi significa che è abbastanza
acuta da immaginare che questa è una delle situazioni che mi
mandano in bestia.
Non
sopporto.
Non
sopporto quando mi toccano uno della mia squadra e siccome finisce
sempre lui, nei guai, non sopporto quando mi toccano Tony.
Lo
detesto, mi manda fuori di testa.
Perchè
diavolo sempre lui?
Non
possono cambiare ogni tanto e prendersela con me?
Dannazione!
Odio
dover immaginare cosa gli possono aver fatto, odio dover indagare
sulla sua scomparsa e su quello che può essergli successo.
Lui
è il mio primo agente, dovrebbe essere sempre appresso a me,
quando mi serve dovrebbe esserci, quando io chiamo lui dovrebbe
arrivare subito pronto perchè è quello che fra
tutti
riesce ad indovinare meglio quel che voglio, le volte in cui mi
esaspera lo fa di proposito per alleggerire l'atmosfera e lo fa anche
se sa che mi infastidisce. Perché lui è lui e non
potrebbe essere diverso o meno pesante.
E
dire che solo ieri mattina me lo stavo trascinando dietro a forza per
impedirgli di flirtare con quella barista che se lo stava mangiando
con gli occhi... ed ora invece non c'è e lo devo cercare.
Cercare... perchè so, oh se so... so che quando
arriverò
davanti a quel dannato locale lui non ci sarà
perché
altrimenti sarebbe troppo facile, certo che lo sarebbe.
Non
sarebbe lui se fosse ancora là dove mi ha lasciato al
telefono!
Arrivo
e dopo aver guidato come un pazzo mi fermo davanti al locale, sul
retro, vicino alla sua auto parcheggiata. Lascio un gran segno a
terra, però come immaginavo c'è solo
ciò che gli
appartiene e non lui.
Lo
sapevo.
Con
un gesto secco della mano mando Kate nel locale a chiedere
informazioni e nel frattempo rimango un istante da solo,
probabilmente entro un attimo tutte le pattuglie della zona
cercheranno di rendersi utili. Stringo le labbra e contraggo la
mascella sforzandomi di non fare espressioni particolari, mi
concentro unicamente su ciò che veramente serve. Esplosioni
inutili ora non avrebbero senso, non mi porterebbero a nulla.
Esplosioni
con chi? Lui non c’è…
Mi
chino e prendo il suo cellulare ancora aperto sull'asfalto. Nemmeno
un minimo respiro da parte mia.
Controllo
l'ultima chiamata e risulta essere la mia.
Livido
ancora non faccio assolutamente niente se non intascarmi entrambi i
telefonini. Glielo restituirò io.
-
Ho interrogato tutti, nessuno ha visto Tony dopo che è
uscito
dal locale. - Arriva Kate e mi informa subito, è molto seria
e
quando vede la mia espressione tetra aggiunge con voce incerta e
titubante: - Non penserai... - Ma io la guardo all'istante e non
dev'essere un espressione tanto serena visto che si immobilizza e non
continua. È come se il mio sguardo bastasse per farle capire
una cosa. Non deve azzardarsi nemmeno a pensarlo, figurarsi ad
insinuarlo. - ...nemmeno io. - Aggiunge quindi con timore crescente.
Per
un momento cancella tutto il tempo passato con me, è come se
fosse la prima volta che mi vede e non sa più come
comportarsi
nei miei confronti nonostante ci fosse sempre riuscita con
naturalezza. È la prima volta che mi dimostra di non saper
più
come prendermi e come parlarmi. Come se avesse paura di me... e non
ho ancora fatto o detto nulla!
Cerco
di trattenermi ma non so per quanto ci riuscirò. Mi giro e
chiudo con violenza la portiera dell'auto di Tony, nel mentre sbotto
secco il nome del sospettato che seguiva: - Sacco! –
E’ opera di
quel bastardo.
Lo
uccido se gli ha torto un capello.
Kate
dal canto suo cerca di riprendersi e mi informa che stanno
perquisendo il suo appartamento e che trovarlo è solo una
questione di tempo.
Io
mi fermo e la guardo per un attimo ma al momento mi da fastidio fare
ogni cosa... guardare le persone, parlare, spiegare cose ovvie...
Tempo,
dice lei... eh si che non è del tutto idiota, anzi. L'ho
tenuta con me perchè è in gamba, dannazione!
Questa
volta il tono è decisamente rabbioso:
-
Tempo! L'unica cosa che non abbiamo! -
Dicendo
questo la lascio allontanandomi per telefonare al direttore ed
informarlo.
Nonostante
una parte di me sappia perfettamente cosa bisogna fare e che devo
mantenere la calma e la freddezza, l'altra mi martella nella testa
facendomela quasi esplodere.
Come
si può rimanere freddi in queste situazioni?
È
sempre lui che mi fa arrabbiare, in un modo o nell'altro è
sempre colpa sua se invecchierò troppo in fretta!
Una
volta solo aspetto un istante prima di chiamare il direttore. Mi
appoggio ad un muro assicurandomi un po' di discrezione e mentre i
lampeggianti a pochi metri da me non mi permettono di dimenticarmi
che c'è un emergenza in atto e che però non
abbiamo
assolutamente niente in mano, col palmo della mano do un colpo contro
il muro che mi sorregge e impreco lasciando per un istante la mia
espressione così come vorrebbe stare.
Rabbiosa
e alterata.
Esplodere
sarebbe l’unica cosa che farei se avessi quel pezzo di merda
fra le
mani.
Tony
lo seguiva per vedere dove ha portato i marine rapiti e lui in
risposta ha rapito lui.
Lui!
Anthony
Di Nozzo, un agente dell’NCIS!
Ma
si rende conto di cosa ha fatto?
Di
cosa rischia?
Non
la passerà liscia.
L’ho
detto prima e lo ripeto. Per me Tony è più che
importante, è stato il primo agente che ho scelto
liberamente
per formare la mia squadra e tornando indietro lo rifarei nonostante
il suo carattere ed i suoi modi esasperanti.
Lo
riprenderei con me e gli darei alloggio e aiuto come ho fatto
all’inizio, perché in lui c’è
quel qualcosa che mi
ha ridato l’immagine di me stesso di anni fa, quando volevo
mollare
tutto ed ero un acerbo precipitoso combina guai con la pistola ed il
distintivo. È stato Mike a far di me quello che sono e ad
aiutarmi, non mi ha voltato le spalle nonostante fossi una piaga per
lui e lo facessi dannare.
Io
ora se lascio che facciano qualcosa ad un mio agente è come
se
una parte di me subisse lo stesso trattamento.
E
nello specifico è ancor peggio con lui perché
quel lato
di me che ormai è sepolto, è comunque un pezzo di
quel
che sono stato.
Ho
deciso che Tony diventerà grande, sarà il mio
successore e non potrei semplicemente rimpiazzarlo con un altro che
mi sembra simile.
Non
ne troverei.
Non
potrei sostituirlo.
Quindi
non c’è alternativa.
Lo
troverò e sarà vivo.
Punto
e basta.
È
solo questa l’alternativa.
O
io avrò la testa di tutti quelli che hanno contribuito a far
perdere la mia ora!
Con
un sospiro piuttosto profondo e rabbioso, detesto preoccuparmi e
stare in questo stato allucinante, apro il cellulare per chiamare il
direttore.
Non
c’è tempo.
Dannazione.
Non
c’è.
Tony,
ti voglio subito qua, immediatamente!
Sono
stato io a dire a Kate, oggi, che potevamo mandarti tranquillamente
da solo a pedinare Sacco, che eri in gamba e te la saresti cavata
bene… ora tu però non devi deludermi dimostrando
che
sbagliavo.
Non
devi perché so che ho ragione io.
Lo
so.
Resisti
che io arrivo, qualunque cosa ti stiano facendo. “
“ Ho
una forte convinzione.
Morirò
lottando ma col sorriso sulle labbra e soprattutto guardando la
faccia di Gibbs.
Mi
immagino già la sua espressione seria che mi ordina
imperativo
di non morire o mi inseguirà ovunque per farmela pagare. Poi
io concluderò con qualche frase che ha fatto la storia del
cinema, magari un “Francamente cara, me ne
infischio!” E lui
sorridendo capirà che è la mia ora e con una
carezza
non da lui mi dirà sicuro ed in qualche modo dolce come lui
sa
essere quando vuole: “Andrà tutto bene.”.
È
così che sarà la mia morte, ecco
perché non è
ora.
Gibbs,
sbrigati a venire… intanto mi darò da fare e ti
verrò
in contro, proprio come mi diresti tu… “Di Nozzo,
datti una
mossa!”. Ecco cosa mi tuoneresti e aggiungeresti anche uno
schiaffo
sulla mia povera nuca.
Dunque
ora non mi rimane scelta, figurati se rimango in panciolle ad
attendere l’arrivo dei rapitori che finiscano la loro opera o
quella di Gibbs che dopo avermi liberato la finisce lui,
l’opera,
perché non ho mosso un dito per liberarmi!
Sono
un agente dell’NCIS, il primo suo operativo, il suo
successore…
non esiste che rimanga steso coi lamenti di un marine legato al muro
e pieno di bubboni. È così catastrofico che mi fa
venire l’ansia anche a me.
Non
va bene perché l’unico che ha diritto a farmi
venire l’ansia
è il mio capo e lui non c’è, per ora.
Così
dimostrandomi proprio un bravo agente anche in una situazione critica
simile, riesco a fare proprio un bel lavoro improvvisando…
riesco a
liberare il prigioniero dalla catena e ad aprire la porta che ci
rinchiudeva in questa stanza delle labirintiche fogne della
città.
Cavolo,
che puzza!
Mi
carico il sergente in spalla, è in brutte condizioni e senza
aspettare un secondo di più comincio a camminare
più
veloce che posso per gli infiniti grovigli delle condutture in cui ci
troviamo.
Basta
camminare un po’ e resistere, presto incontriamo Gibbs che ci
è
venuto a cercare e lui risolve tutto.
Sono
in gamba, non c’è altro da dire… il
capo mi ha addestrato
bene e questa volta sarà sicuramente contento di me, me lo
dirà certamente!
Sicuramente
gli manco… è naturale che gli manco…
si vergogna ad
ammetterlo ma non c’è dubbio che sia preoccupato
per me!
Con
questo pensiero sorrido fugace mentre continuo la mia evasione,
nemmeno la voce di Sacco, il rapitore, che ci insegue chiamandoci a
gran voce, mi convince a fermarmi. Solo perché lo dice lui
io
dovrei obbedire?
Chi
si crede di essere? Gibbs?
Ma
dai… un rapitore grida ai fuggitivi di fermarsi e quelli
secondo
lui si fermano?
È
proprio idiota!
Tanto
andrà bene… devo resistere un altro
po’, anche se faccio
una fatica bestiale e non sono al massimo delle mie forze.
Ora
arriverà lui e mi darà una mano. Andrà
tutto a
posto, è questione di un attimo, basta che non mi fermo
anche
se vorrei proprio perché il fiato mi manca e le forze mi
fanno
qualche scherzo.
Il
sergente, poi, è un peso morto, ma non mi darò
per
vinto. Mai. Proprio ora…
Dai,
dannazione, dai…
Gibbs,
sbrigati.
Io
sono qua, mi troverai di nuovo come hai sempre fatto?
Si
che mi troverai anche se qua i corridoi non finiscono più e
chissà dove mi sono cacciato.
Mi
troverai perché non esiste che non riesci ad arrivare a me e
tirarmi fuori dai guai.
Lo
so.
Come
so che per te sono insostituibile e che sei rabbiosamente preoccupato
per me (non invidio Kate che sta con te in questo momento),
è
così perché se sparissi tu anche io sarei
allucinato.
Anche
tu per me sei insostituibile e importante.
Ti
voglio qui.
Cavolo…
non pensavo che ce l’avrei fatta!
È
finita, è finita tutta questa incredibile storia e del tutto
imprevedibile direi… non pensavo che in realtà
Sacco fosse
venuto a salvarci e che invece l’assassina fosse la barista
con cui
ci avevo provato ieri mattina, quella da cui mi ha strappato via
Gibbs!
Però
chi se ne frega, ora?
Posso
permettermi di dirlo… è finita e non ne potevo
più,
giuro.
Girare
tutto quel tempo per le fogne, tutto sporco, sudato,
malmesso… dopo
essere stato drogato nel rapimento ed aver salvato il sergente che
era come un peso morto… dopo aver fatto tutto quello (anche
cacciarmi nei guai, effettivamente…), posso dire che basta
così.
Al
diavolo, è andata e sono vivo e vegeto… anche se
stanco,
sporco e puzzone!
Non
oso nemmeno guardare i miei capelli.
Finalmente
sono in ascensore, una volta in ufficio mi prenderò i miei
cambi e mi farò una bella doccia, non vado più da
nessuna parte conciato così.
Però
prima c’è un pensiero fisso che non posso proprio
ignorare…
Gibbs non mi ha detto una parola, abbiamo parlato del caso, dei
perché e dei per come, ci siamo occupati del sergente ed
abbiamo fatto un sacco di cose, tutte che a quanto pare venivano
prima.
Ma
ora nessuno me la toglie, questa.
E
girando lo sguardo direttamente verso lui accanto a me, lo chiedo
petulante ed insistente:
-
Ammettilo, eravate preoccupati per me, eh? Non devi dire nulla, lo
capisco... – Peccato che lui continui a non guardarmi e a
stare
zitto. Certo, come no… ‘non devi dire
nulla’ tua nonna! Dillo,
dai! Se non insisto non lo dirà mai eppure lo pensa, so che
lo
pensa. È lampante ed io ci tengo che lo dica: - Ok, dimmi
qualcosa, vi importava vero? - L'ascensore si apre proprio ora ma
nessuno dice nulla e Kate ridacchia lasciando il campo a
Gibbs… sa
bene che è di lui che mi importa…
cioè, è
ovvio che sono mancato a tutti ma è Gibbs che me lo deve
dire,
per me è vitale che lo dica… dai, non
può non
dirmelo… esce spedito ed io lo seguo, infine preoccupato
comincio a
perdere la speranza:
-
Quindi... non vi importava niente? – No, non è
vero, dai,
dillo che non è vero. Ti importava di me e pure tanto.
Ma
finalmente si ferma bruscamente e imprevedibile come solo lui sa
essere torna indietro, poi davanti a me mi prende il viso fra le
mani, non sono molto pulito, anzi, ho un aspetto pietoso
però
mi tocca e non l’ha mai fatto se non per prendermi a
scappellotti…
oddio, questo supera le mie aspettative. Mentre un certo batticuore
comincia ad avanzare in me, peggio di quando correvo là
sotto,
e una certa imprevedibile euforia mi invade, con espressione seria e
sicura dice:
-
Tony, per quanto mi riguarda sei insostituibile. – Rimango di
sasso
per un attimo. Lo sapevo… lo sapevo…
l’ha detto, cavolo, l’ha
detto veramente!
Non
ci speravo. Ero sicuro che avrebbe fatto finta di nulla
perché
si vergognava ad ammetterlo.
Ma
l’ha detto!
-
Lo sapevo che dietro quella dura scorza da marine si nascondeva un
cuore! – Sorrido dicendolo, non si può non
rispondere ad una
così bella ammissione sincera.
Anche
Gibbs ride divertito e girandosi mi molla tornando sui suoi passi,
verso le scrivanie, io lo seguo ma quando passa davanti alla mia
occupata da McGee che ancora non fa parte della squadra, gli dice
come niente fosse:
-
Come non detto McGee... è ancora vivo! – Spiazzato.
Non
ci posso credere… ma veramente mi stava rimpiazzando
già con
lui?
Mi
fermo davanti a lui mentre Gibbs senza crearsi problemi si siede alla
sua. Guardo McGee e poi di nuovo il capo, sono inorridito ed
incredulo.
Non
credo ai miei occhi e ai miei orecchi… non può
avermi fatto
questo!
No!
Ma
no, Tony, dai… scherzava… non essere
idiota…
Sai
che è vero che ti vuole bene, perché anche tu
gliene
vuoi, quindi lui non farebbe mai nulla per ferirti. Lui tiene davvero
a te, sei veramente insostituibile… suvvia, non fare un
dramma.
Tu
sei uno che scherza in continuazione con tutti e semplicemente lui ha
fatto la stessa cosa. Ne sono certo.
Si,
è così, non c’è bisogno di
preoccuparsi.
Però
quando mi sorride sbieco non so come interpretarlo.
Io
non sorrido sbieco quando faccio i miei scherzi… ma lui
è
Gibbs, capire ogni suo sguardo, gesto e frase è un impresa.
Devo
preoccuparmi?
Mah…
pensavo fosse più facile capire quel che prova per me;
meglio
non sbilanciarsi troppo e studiare ancora un po’ prima di
fare
mosse varie.
Decisamente
meglio così.
Andrò
a farmi una doccia per schiarirmi le idee, magari mi rendo conto che
è tutto un sogno e sono ancora sotto l’effetto
della droga!”
“Lo
sapevo che reagiva così, non mi delude mai!
So
sempre esattamente cosa aspettarmi da lui. Ne sono felice.
Lo
sa che ero preoccupato e che ho fatto fuoco e fiamme per ritrovarlo
subito, che bisogno c’era che glielo dicessi?
È
egocentrico e narcisista, adora sentirsi importante e stare sempre al
centro della scena, ecco perché è sempre
avventato e si
butta nelle cose anche al posto degli altri, finendo nei guai spesso
e volentieri.
Deve
imparare a stare più tranquillo e a farmi sopravvivere un
po’
più a lungo anche se preferisce l’azione piuttosto
che i
ragionamenti dietro una scrivania, proprio come me.
Lo
guardo andarsene alle docce per lavarsi e non nascondo a me stesso un
certo disappunto. In fondo non era mica male con quel look da fondo
di magazzino.
È
un bel ragazzo ma in quei panni lo era ancora di più,
decisamente!
Ci
penserà e ripenserà ripetendosi che gli ho detto
che è
insostituibile ma che poi ho anche detto quella frase a McGee.
Un
nuovo sorrisino sbieco mi si forma sulle labbra ripensandoci.
Tony
è unico e non cambierà mai, forse, ma quel che
è
importante è che effettivamente sia insostituibile.
Ai
fatti è così, se ne dovessi cercare un altro
uguale non
penso lo troverei.
Escludendo
me.
Io
ero così una decina di anni fa o poco meno, ma ormai sono
cambiato, tutto quello che ho vissuto mi ha cambiato… stare
sotto
la direzione di Mike, mi ha cambiato… non so se Tony lo
cambierà
stare sotto la mia direzione, non lo immagino minimamente in un modo
che non sia così, però è presto per
pensarci.
Mi
piace perché è così genuino e
spontaneo e sa
come non fare annoiare le persone che ogni tanto vorrebbero anche
annoiarsi!
Starà
a crogiolarsi sotto l’acqua finché non
avrà trovato
una risposta e sarà sicuramente quella sbagliata.
Quando
entro negli spogliatoi dove sono anche le docce, mi chiedo solo un
millesimo di secondo perché io sia qua. È una
domanda
che rimane proprio pochissimo, poi alzo le spalle e semplicemente
entro, non me ne importa nulla, onestamente. Sono qua e basta.
E
lo scroscio della doccia mi fa anche capire in quale box sia.
Con
un altro di quei sorrisini di prima, fisso lo sguardo lì
dove
a momenti apparirà lui e lo sento chiudere il rubinetto
dell’acqua. I miei occhi diventano attenti ed una strana luce
li
illumina; successivamente, finalmente, esce e gocciolante non mi vede
subito dirigendosi in tutta tranquillità fra le sue cose a
prendere un asciugamano con cui avvolgersi.
Gli
angoli della mia bocca mostrano l’apprezzamento della visione
incurvandosi verso l’alto, forse non sarei facilmente
decifrabile
in questo momento ma l’idea che mi sembra di dare
è quella
di qualcuno molto affamato che ha adocchiato qualcosa di suo gusto.
Di
molto suo gusto.
Bè,
in fondo sapevo perfettamente perché sono venuto qua, non mi
sarei perso questo panorama per nulla al mondo!
Ha
un bel corpo atletico, si vede che ha fatto molti sport e si tiene in
forma. Tutto bagnato, le gocce gli si staccano dai capelli che si
attaccano alla testa, scivolando per il resto della sua pelle
esaltando le sue linee e provocano il mio sguardo. Mi soffermo
particolarmente su quella certa parte del corpo che prima o poi
avrò
e nel frattempo si passa con calma una mano fra i capelli
arruffandoseli un po’, in seguito comincia a passarsi
l’asciugamano
sul corpo nudo.
È
esattamente qua che gira la testa e finalmente mi vede saltando per
lo spavento.
-
Capo! – Sbotta in un primo momento, dopo di che avvolgendosi
il
panno attorno alla vita sospira cercando di placarsi e come sempre
sdrammatizzare: - Cos’è, la vendetta-parte seconda
per
averti fatto dire che sono insostituibile? –
-
Perspicace! – Rispondo io a tono avvicinandomi senza fretta.
L’osservo attentamente, la sua espressione non nasconde la
titubanza e le mille domande che gli passano per la mente sul reale
motivo della mia presenza, io gliele lascio fare. Se nel frattempo
rimane così non mi da mica fastidio che perda tempo fra i
meandri della sua mente…
-
C’è qualcosa che devi dirmi? – Chiede
quindi. Se questa è
la prima della raffica di quesiti, penso che gli tapperò la
bocca prima.
Alzo
le spalle e piego la bocca in un muto ‘nulla di
che’, quindi lui
guardandomi avvicinarmi sempre più inghiotte e rimanendo
ancora immobile a fissarmi prova con un'altra domanda, so che a lui
imbarazza il silenzio e nemmeno sotto tortura lo lascerebbe vagare in
pace fra lui e qualcun altro, ma spero che prima o poi riesca anche a
zittirsi!
-
Come mai sei qui, allora? Eri preoccupato per me? Pensavi che mi
suicidassi perché hai cercato di rimpiazzarmi con McGee? No,
dai… so che scherzavi… sicuramente eri sincero
quando hai detto
che ero insostituibile, quindi non hai di che preoccuparti. Anche se
mi fa piacere vederti in pensiero per me. Se vuoi ripetermi quanto
sono importante per te fallo pure, mi piace! – Ecco, come se
non lo
sapevo. Le spara tutte in un fiato e non respira nemmeno. La vena
alla tempia comincia a pulsarmi ed il mio respiro che si fa sempre
più pesante per l’impazienza dimostra che questo
è
uno di quei momenti in cui preferisco maggiormente i fatti alle
parole. Le ore in cui ero maledettamente preoccupato per lui e fuori
di me per questo, sono molto lontane, in questo istante.
Sarà
abbastanza perspicace da capire da solo quando ci si chiude la bocca
e si passa a certi fatti?
-
O forse vuoi sapere se anche io penso le stesse cose di te? Ma
è
ovvio, che domande… non devi nemmeno pensarlo. Devi stare
tranquillo, non me la sono presa per… - No, non ci
è ancora
arrivato e visto che non ho tutta questa pazienza da aspettare che lo
capisca e nel frattempo sentirlo parlare a macchinetta, decido che
nonostante la bella visione e tutto il resto è troppo
presto,
così prendo e me ne vado senza sfiorarlo o fare altro. Lo
pianto in asso senza mezza parola o spiegazione.
Mica
sono uno che agisce solo con gli ormoni, so benissimo controllarmi
anche quando mi piacerebbe non farlo.
Si
trattava di sopravvivenza. O io o lui e siccome voglio entrambi vivi,
è meglio aspettare ancora un po’.
È
ancora un fastidioso beagle, anche se è decisamente un bel
beagle. Non immagina nemmeno quanto, forse…
Però
preferisco aspettare… lo prenderò quando
sarà un
fedele San Bernardo.
Il
mio.”
FINE…
per ora!
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