Non pensavo l'avesse tenuta

di AlessiaPerni
(/viewuser.php?uid=562974)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Era da giorni che non avevo il coraggio di parlare con nessuno. 
Il vuoto,solo questo sentivo dentro di me. Non quel genere di vuoto mentale che avevo da depistato,no..magari fosse quello.
Ero cosciente,anche troppo per rendermi conto che non c'era più niente da fare,lei se n'era andata e con essa una parte di me.
Sarà stato il destino,forse. Lo stesso che ci ha fatti incontrare davanti al palazzo di giustizia. Lo stesso che ci ha fatto
uscire dall'arena non una,ma ben due volte. Lo stesso che ci ha riunito dopo la mia cattura. Lo stesso che ha reso possibile
la felicità e un po di spensieratezza nei nostri cuori. Lo stesso che adesso ha deciso di dividerci.
Senza parlare,la mattina mi dirigevo al prato,poggiavo delle primule sulla sua tomba e finivo sempre con qualche lacrima. 
Lei era la sola con cui parlavo,solo che era morta. Katniss era morta e dovevo capirlo.
Rose e Tommy avevano già superato la maggiore età,e al pomeriggio venivano sempre a trovarmi,a trovare la mamma e a cercare 
di strapparmi una parola,o almeno un sorriso. 
Quel pomeriggio sistemarono qua e là le cose che avevo lasciato in giro. Poi però salirono al piano di sopra,fecerò così 
tanto rumore che anche nel mio stato decisi di andare a vedere che stava succedendo.


Mi affacciai all'entrata della soffitta e rimasi lì per un bel pò a guardare cosa stessero facendo. mi sentivo quasi bene.
Rose, con i capelli marroni e fluenti, che tanto mi ricordavano Katniss. e Tommy,che da me aveva preso solo il biondo 
lucente dei capelli,era seduto vicino a sua sorella. Un misto di tristezza e commozzione passò dentro di me,i miei due
figli ormai cresciuti,che ricordavano tanto me e Katniss e il nostro amore infinito.


Ero fermo immobile,ad osservare quell'immagine quasi idilliaca ai miei occhi,come l'amore inscenato da noi due nella 
prima arena, quando inaspettatamente Tommy si volta guardandomi negli occhi e avvicinandomi un piccolo scatolone.
Non dice niente,ma sono deciso ad entrare in soffitta. Prendo tra le mani quel cartone color cannella e solo in un secondo momento 
leggo la scritta su di un lato,con un pennarello nero : "real". 
Non capisco bene cosa significa,ma decido di aprirla. la scarto lentamente,apro i lembi in alto e scopro qualcosa di
inaspettato dentro.
Trovo la spillatrice,argentata e brillante come me la ricordavo. Era dall'ultima sera all'arena che non la vedevo,non 
sapevo nemmeno che Katniss l'avesse salvata dall'esplosione. C'è una freccia nera,credo fosse appartenuta alla faretra che
aveva utilizzato per la sua campagna nei distretti durante il periodo della ribellione. C'è pure un piccolo braccialetto di
corda e perline vicino alla punta della freccia. Riconosco L'intrecciatura e la cura con cui è fatto. Proviene dal negozio
di Delly. La mia cara amica Delly era decisa ad impiegarsi in qualcosa, così dopo la liberazione dei distretti aprì un 
negozietto di bigiotteria fatta a mano. Sopra c'è scritto : "resta con me". Scende una lacrima,di felicità forse. 



E' solo alla fine che noto il paracadute. Il paracadute di metallo con cui ci arrivavano cibo,medicine,aiuti. Era un
segno di speranza per tutti noi. E' lì dentro che trovo il medaglione, quello che io stesso le regalai l'ultima sera 
sulla spiaggia,con le foto di sua madre,di Prim e di Gale. Un sorriso. Ricordo così bene quella serata che mi sembra fosse 
ieri,sembra ieri che i due giovani innamorati sventurati affrontavano ogni genere di insidia,sembra ieri,quando Katniss
era ancora quì con me.

Sono Felice di questa scoperta,anche se le lacrime hanno già iniziato a rigarmi il viso,ed è in quel momento che la noto :
piccola, iridescente, e solida come fosse la prima volta che qualcuno la stringesse tra le mani. Ecco la perla,il mio ultimo 
regalo per Katniss,o almeno l'ultimo regalo che pensavo di farle. La stringo forte tra le mani,quasi riuscendo a sentire il
calore delle sue,di mani. Non immaginavo l'avesse tenuta.
E dopo giorni di silenzio,giorni passati senza di lei riesco a pronunciare una sola sillaba,semplice
agli occhi dei miei figli,ma che per me vale più di cento parole : "Sempre".






 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2271876