Siamo inconsapevoli delle paure del cuore, ma loro sono sempre lì.

di f9v5
(/viewuser.php?uid=252636)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


La paura si vince non col coraggio ma con una paura più grande. Tutti gli eroi ne fanno esperienza.

                                                                     (Carlo Gragnani)

 

 
 

Quel tramonto era davvero magnifico.

Ma la sua smania di corsa era troppo forte per restare ad ammirare la sfera di fuoco che scompariva oltre l’orizzonte.

Controllò ancora una volta il bracciale di conchiglie che aveva al polso per evitare che si staccasse; aggiustarlo era stata una faticaccia, ma se si fosse rotto ancora, lui l’avrebbe riparato ancora, e ancora e ancora.

Gliel’aveva regalato lei, non sapeva cosa l’avesse spinto a tenerlo, ma non volle separarsene.

Aveva rischiato di perderla, quando non la vide risalire a galla fu come se un freddo pugnale di ghiaccio gli fosse penetrato nel petto, spingendo sempre più a fondo.

Il mare lo aveva sempre spaventato, ma di fronte a quel pensiero, all’orribile pensiero che lei non facesse più parte della sua vita, tutto era passato in secondo piano.

In quegli attimi l’unica cosa che voleva era che lei fosse al sicuro.

Probabilmente non capì neanche di star nuotando, in quei momenti in cui il suo cuore era in subbuglio.

Ancora non riusciva a crederci: si era davvero buttato in mare e aveva nuotato? Per salvare lei?

Il mare lo spaventava, ma, seppure non  lo avesse ancora capito, il suo cuore era consapevole di quale fosse la cosa che più lo spaventava.

Un giorno Sonic avrebbe fatto i conti con quella consapevolezza interiore, ma al momento poteva solo osservare quel bracciale… e pensare che bastasse così.

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2276681