Maestro

di Dragasi
(/viewuser.php?uid=410181)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Pugno. Calcio. Pugno. Pugno. Calcio.
 
Colpiva il tronco con tutta la forza che aveva in corpo. Colpiva con le prime due nocche e con la tibia. Colpiva velocemente senza fermarsi mai.
Era cresciuta nel Palazzo di Giada. Era arrivata lì all’età di un anno e per vent’anni aveva messo tutta sé stessa nell’addestramento.
Non ricordava com’era la vita fuori dal Palazzo, e non riusciva neanche ad immaginare un’esistenza senza il Kung Fu, un’esistenza senza combattere.
 
Calcio frontale. Calcio circolare. Calcio laterale.
                                                         
Si era allenata, si era fatta male, aveva collezionato successi, aveva rinforzato il suo fisico e aveva imparato a padroneggiare le varie tecniche del Kung Fu.
Tutto quello che era diventata lo doveva a una sola persona, a un piccolo panda rosso, al suo Maestro: il Maestro Shifu, il più grande Maestro di Kung Fu di tutta la Cina.
Colui che l’aveva cresciuta, colui che le aveva insegnato a tirare un pugno prima ancora che lei imparasse a camminare.
Il Maestro Shifu che non sapeva dimostrare affetto, ma che ne dava comunque tanto.
Se uno stava attento poteva vedere l’affetto di Shifu nell’impegno con cui si dedicava ai suoi allievi. Ripensò a tutte le volte che il Maestro Shifu l’aveva attaccata di sorpresa e lei, non aspettandoselo, veniva sempre colpita dal suo Maestro, ma era il suo modo di dimostrare affetto, il suo modo per addestrare i suoi allievi.
Lei e i suoi compagni venivano sempre spronati a dare il massimo dal loro Maestro, a superare i loro limiti, a conquistare gli obbiettivi prefissati.
 
Calcio circolare. Pugno frontale. Pugno laterale. Calcio frontale.
 
Sentì le foglie dell’albero caderle addosso. Forse Shifu, pensò lei continuando a tirare pugni, non faceva complimenti, non dispensava sorrisi, era duro nelle critiche e severo nelle richieste, ma dava l’anima per i suoi allievi.
Quello era il modo in cui Shifu si faceva amare: dare tutto sé stesso per i suoi allievi.
 
Calcio laterale. Pugno frontale. Calcio a farfalla.
 
– Tigre…–
Una voce familiare, leggermente malinconica, la voce che l’aveva accompagnata nella sua crescita, proveniva da dietro di lei.
Si girò e, facendo il saluto di circostanza, mano destra chiusa a pugno e sinistra aperta appoggiata contro la destra, disse:– Maestro –
– È quasi ora di cena Tigre, dovresti rientrare –
– Certamente Maestro –
Il piccolo panda rosso si voltò dando le spalle alla sua allieva e si incamminò verso il Palazzo. Tigre rimase un passo indietro e lo seguì.
Poco prima di entrare nel Palazzo la giovane guerriera aprì di nuovo bocca:– Maestro, vi voglio dire solo una cosa: grazie – lei sapeva per cosa lo ringraziava, si chiese se il suo vecchio Maestro l’avrebbe capito.
Da quello che le sembrò un fugace sorriso sul volto del Maestro decise di sì, Shifu aveva capito.
Seguì dentro il suo Maestro, felice come non succedeva da un po’ di tempo.


Piccolo angolo di allenamento di Dragasi

Eccomi qua, mi presento in caso fosse la prima mia storia che leggete. Allora io sono una ragazza di 17 anni praticante di Kung Fu, e l'altro giorno riguardando Kung Fu Panda ho avuto lo sghiribizzo di scrivere un fanfiction su quel fantastico film.
Prima di tutto spero che siate arrivati fin qui, e se l'avete fatto vi ringrazio. Inoltre spero che decidiate di lasciare una recensione perchè mi sono sempre molto utili (si accettano di qualsiasi tipo). 
Non voglio annoiarvi ulteriormente, grazie ancora per l'attenzione e a presto!

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2280031