Titolo del capitolo:
Träumen
Personaggi:
Reiner Braun / Bertholdt Fubar
Rating:
Giallo
Note dell'autore:
Oneshot / Shonen-ai
Disclaimer: Personaggi,
luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto
e le situazioni sono di mia proprietà.
.Träumen.
Che Reiner non abbia mai avuto problemi di insonnia o legati al dormire
in fretta, tutti nel gruppo di Ricognizione lo sapevano. Dover dividere
lo spazio di sonno con lui sarebbe come dividerlo con un sasso
abbastanza grande, tanto Reiner riesce a mettersi steso sul letto, con
quel suo pigiama discutibile e forse -a detta di Eren- troppo piccolo
per la sua stazza, e dormire non appena il capo arriva a sfiorare il
cuscino. Molto spesso si erano dovuti accertare che fosse ancora vivo,
perché a malapena il respiro sembrava udibile da quella
montagna dalla sommità biondastra e leggermente
stoppacciosa. In buona sostanza, Reiner è quello che si
potrebbe definire un orso in letargo, che dorme un sonno senza sogni
fino a quando non lo si butta giù dal letto.
Metaforicamente, ovvio.
Persino Bertholdt ne era sempre, sempre stato sicuro; tutti loro
avevano i propri incubi e i propri sogni nascosti, visibili solo
durante la notte da dietro le palpebre chiuse, e tutti si agitavano, si
muovevano sotto le lenzuola. Non aveva mai visto Reiner accennare a un
qualsivoglia movimento muscolare, o mugolio, o piccoli scatti degli
occhi da dietro le strette palpebre calate. Fino a quando, una notte
invernale così fredda da costringere tutti a raggomitolarsi
contro il proprio compagno di letto per trarne calore umano, il ragazzo
più alto non vide qualcosa di insolito, sul viso di Reiner.
La luce era poca e Bertholdt fu costretto a strizzare gli occhi e ad
avvicinarsi fino a sentire il respiro caldo altrui contro la guancia e
i capelli radi a pizzicargli la tempia. Eppure, eppure, aveva visto
davvero un guizzo sul suo viso, come un sorriso e un sollevarsi delle
sopracciglia...!
Si diede del matto, inizialmente, arricciando le labbra e scuotendo il
capo con quanta più gentilezza possibile. La luce deve
avergli giocato uno brutto scherzo, in tutti quegli anni non aveva mai,
mai visto Reiner muoversi nel sonno, e soprattutto sorridere per
qualcosa di- « -toldt. » Gli occhi del ragazzo si
spalancarono in un istante, percependo la fine del suo nome scivolare
tra le labbra sottili e fessurate del biondo, ed osservando le
sopracciglia corrugarsi istantaneamente. Reiner, libero da qualsiasi
maschera, espressivo e reale come la stessa carne che le ciglia di
Bertholdt andavano a sfiorare sugli alti zigomi, era uno spettacolo
incredibile. Ancora meglio del sole che sorge, ancora meglio de-
« Bert- » Un sorriso dolce si impelagò
nelle labbra del moro, labbra che subito dopo si schiusero in una
piccola "o", quando la fiamma ebbe un'oscillazione leggera e
colpì in pieno il viso di Reiner con la luce. Le labbra
erano contratte, secche, ritirate sui denti come se fosse assetato di
qualcosa, come se avesse paura. Reiner spaventato? Solitamente era
sempre stato il contrario.
« ... sono qui, Reiner. Ora dormi. »
Bastò così poco perché le rughe sul
viso del biondo si rilassassero, le labbra tornassero morbide
benché rovinate e il respiro si calmasse, tornando ad essere
quello di un... sasso. Bertholdt semplicemente rise, chiuso nel suo
pigiama di gusto ancora peggiore, poggiando le sue labbra morbide su
quelle sottili dell'altro, in un contatto fugace come neve. «
Non hai bisogno di sognarmi, per avermi al tuo fianco. »
.Fine.
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For Rota, nella speranza che non le faccia troppo schifo- tivibi. #cuore
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