dream
A Kaname, perchè mai nessun personaggio di un manga mi ha emozionato quanto lui.
Il colorize è della bravissima Maika (http://xewonyan.deviantart.com/)
Apro
la tenda che regala alla nostra stanza un po' di penombra e lo
trovo lì, dove lo avevo lasciato prima di addormentarmi.
Quella
sedia a dondolo sembra ormai essere diventata la sua seconda casa e
confesso che comincio ad esserne gelosa. Mi sento sciocca per questo
pensiero, ma non posso fare a meno di guardare con tenerezza, amore e
anche un pizzico di invidia questa scena che ormai si ripete uguale,
giorno dopo giorno.
Kaname,
il mio Kaname, è seduto su quella sedia con la nostra bimba in
braccio e la dondola, la culla, la tiene stretta a sé come se avesse
paura che da un momento all'altro la piccola potesse svanire.
Sono
bellissimi, loro due insieme. Sono un mondo a parte chiuso a tutto e
a tutti, solo loro due, padre e figlia stretti insieme, uno più
fragile dell'altra mentre a vicenda si proteggono e si danno forza.
E
Kaname sorride, sorride felice mentre il vento agita le fronde di
quell'enorme quercia che regala loro un po' di ombra, permettendo
però alla luce del sole di filtrare tra i rami e le foglie regalando
degli splendidi giochi di luce sui loro volti.
Esco
anche io, come faccio tutti i giorni e mi avvicino incerta, avendo
quasi paura di rompere quell'incantesimo e quell'idillio.
Il
vento scompiglia anche i miei capelli, che per un attimo nascondono
Kaname e la nostra bambina.
Quando
la loro figura torna nitida, vedo Kaname che mi guarda, mi sorride e
mi tende la mano, senza parlare.
“Ciao...”,
gli sussurro.
“Ciao,
Yuuki, ti stavo aspettando”, mi risponde lui con quel solito tono
di voce che mi fa diventare le gambe molli e mi manda brividi lungo
tutta la spina dorsale.
La
voce di Kaname ha un timbro al quale non mi abituerò mai.
“Cosa
c'è, piccola Yuuki?”, mi chiede senza distogliere lo sguardo da
me.
“Niente...pensavo
solo alla tua voce...”
“Alla
mia voce?”
“Sì.
Mi piace...voglio sentirla in eterno...per sempre...” gli dico con
uno strano senso di tristezza che non capisco da dove stia
provenendo.
Kaname
sorride, buttando leggermente indietro la testa e lasciando che il
suo viso venga completamente illuminato dalla luce del sole.
Dio, è
bellissimo!
Le
nostre mani sono ormai una dentro l'altra e io mi siedo sul bracciolo
della sedia a dondolo, cingendo con un braccio le spalle di Kaname e
con l'altro la schiena della nostra piccola, mentre lui passa un
braccio dietro alla mia schiena e appoggia una mano sulla mia gamba.
“Yuuki,
mi hai fatto un regalo meraviglioso...”, mi dice appoggiando la
guancia sulla testolina addormentata di nostra figlia, inspirando
profondamente quell'inconfondibile profumo di bimbo che emana la sua
pelle.
“Mi
hai reso felice...”, continua, stringendomi a sé.
Il
cuore mi balza in gola.
Conosco
Kaname da sempre, ho vissuto con lui per tantissimo tempo eppure mi
sorprendo nello scoprire questa sua inaspettata dolcezza.
Kaname
è sempre stato un uomo estremamente dolce, il suo calore e la sua
presenza accanto a me sono il primo ricordo che ho, però devo
ammettere che la dolcezza che mi ha sempre dimostrato non ha nulla a
che vedere con quella che dimostra a nostra figlia.
E ne
sono gelosa.
Percepisco
in Kaname una pace e una serenità che non ha mai avuto quando era
solo con me, e so che la colpa è mia. Non ho saputo amarlo, non ho
saputo capirlo, non ho saputo dargli quel calore che cercava e che
invece adesso questo minuscolo esserino è capace di dare, come se
non avesse fatto altro fino ad ora.
E non
importa se davanti alla fornace Kaname mi ha detto che da me ha
ricevuto tanta felicità, perché so che non è così. Avrei dovuto
fare molto di più, avrei potuto fare molto di più se solo avessi
capito cosa vuol dire perderlo.
Non
voglio perderlo mai più, non adesso che l'ho ritrovato.
“Sai,
Yuuki, temevo che non arrivassi più, oggi”, mi dice guardandomi
negli occhi, con una velatura di tristezza e di timore in quei suoi
bellissimi occhi amaranto.
“Ma
cosa dici! Mi sono solo addormentata...”
“Lo
so, hai ragione...scusa....Ma qui, senza di te fa freddo, fa così
freddo...”, sussurra triste, come se stesse parlando tra sé e sé.
Non
cambierà mai, il mio Kaname. Sembra una roccia, il Principe Vampiro
che tutti temono e che non ha paura di nessuno, ma in realtà è così
fragile ed insicuro che a volte temo possa andare in mille pezzi da
un momento all'altro.
“Resterò
sempre con te, lo sai, non hai motivo di avere questo timore”, gli
dico cercando di rassicurarlo.
Guardo
la nostra piccola e sorrido nel notare le somiglianze con Kaname.
“Ti
somiglia!”, gli dico fiera.
“No,
è identica a te quando sei nata”, mi corregge lui.
“E'
come te, piccola come lo eri tu”, continua prendendo tra le sue
mani una delle minuscole dita della bimba.
“E
hai tenuto anche me come stai facendo con lei?”, gli chiedo
ridendo.
Lui
ride di cuore, una risata che gli illumina il viso e che mi fa
tornare in mente la volta in cui, da bambini, ha riso fino alle
lacrime quando ha visto mentre tentavo di vestirmi da sola, a casa di
Kayen Cross.
Credo
di essermi innamorata di lui in quel preciso momento.
“No”,
mi dice “Juury aveva paura che ti facessi cadere, quindi mi
permetteva di prenderti in braccio solo se c'era lei presente...”.
Alzo
lo sguardo al cielo e penso a lei, a Juury Kuran.
Mamma...saresti
fiera di noi adesso? I tuoi bambini sono cresciuti e hanno messo al
mondo una figlia che non conoscerai mai, come io non ho conosciuto
te. Il ricordo del sacrificio di mia madre mi lacera ancora adesso.
Troppe persone si sono sacrificate per me, troppe.
“Yuuki,
devi farmi una promessa”.
Il
tono fermo di Kaname mi scuote dai miei pensieri.
“Dimmi”.
“Devi
promettermi che non permetterai mai che nostra figlia cresca senza
l'amore dei suoi genitori. Nostra figlia non deve crescere come è
successo a noi, non deve soffrire di solitudine, non deve sentirsi
abbandonata e deve sapere sempre che ha due genitori che la amano.”
La
richiesta di Kaname mi travolge come una doccia ghiacciata.
“Ma
certo...cosa ti viene in mente...perché?”
Non
riesco ad andare avanti, perché le parole mi muoiono in gola.
“Kaname...cosa...”
“Yuuki,
ascoltami bene. Qualunque cosa accada, nostra figlia deve sapere chi
siamo, chi sono, e quanto
amore la circonda...”
Le lacrime mi scendono senza che io possa fare nulla per fermarle.
So cosa vuole dire, so cosa sta per succedere e non voglio, non
voglio!
“No, Kaname, ti prego, no...”
“Shhh...”, mi dice alzandosi e prendendomi per mano, mentre
continua a cullare la nostra piccola che dorme beata sul suo
petto, sicura e protetta.
Mi stringo a Kaname e lascio che mi accompagni in casa.
Mi fa stendere a letto, mi sussurra di addormentarmi e mentre gli
occhi diventano pesanti lo vedo accarezzare con la sua guancia il
viso della bimba.
“Kaname...” gli chiedo con la voce già impastata di sonno
ridotta ad un sussurro “voglio che mi baci...mi mancano i tuoi
baci...”
“Shhh....dormi
Yuuki...è ora”
“No...no”,
dico piangendo “Non abbiamo ancora scelto il nome della nostra
piccola...” gli dico nel tentativo di convincerlo a farmi rimanere
sveglia.
“Me
lo dirai la prossima volta...sono certo che riuscirai a trovare il
nome adatto alla nostra principessa...”, mi dice posandomi un
leggero bacio sulla fronte.
“No...Kaname...no...”
“Shhh,
Yuuki, è ora...I'll also show you another sweet dream next night...
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Mi
sveglio di soprassalto, piangendo, madida di sudore.
Mi
giro verso la culla in cui dorme la nostra piccola
e sorrido, mentre le lacrime continuano a scendere.
La guardo e non riesco a fare a meno di notare tutte le somiglianze
con Kaname, benché lui mi abbia detto che somiglia più a me.
“Ciao
piccola! Il tuo papà ti ama tantissimo, lo sai?”, le dico
prendendola in braccio, sperando di trovare su di lei il profumo
della pelle di Kaname.
“Sei
la sua principessa, e quando sta con te sul suo viso brilla la luce
dell'estate”.
La
piccola continua a dormire e io mi avvicino alla finestra, sperando
di vedere ancora quell'immagine che so bene non essere reale.
La
triste realtà mi colpisce duramente, ma lo sguardo mi cade sulla
rosa nella resina che mi ha regalato Kaname, e mi ricordo della
promessa che ha chiesto.
Kaname
ha mantenuto la sua promessa, io devo mantenere la mia.
Va
bene, Kaname, se è questo che vuoi...
Ritorno dalla nostra piccola, la nostra principessa, il miracolo che
ha dato la felicità a Kaname e mi rendo conto che due parole
continuano a ballarmi nella mente
estate...principessa...estate...principessa...e sorrido,
perché anche questa volta Kaname ha espresso il suo volere.
“Diavolo di un Kaname...se volevi che la chiamassi così, non
potevi dirlo apertamente?”
Sorrido, prendendo il braccio la piccola.
“Ciao, Himeka* Kuran!”
Ci dirigiamo insieme verso la finestra e le faccio vedere l'enorme
quercia dove tutti i giorni il suo papà l'aspetta per cullarla per
ore e ore, e poco importa se è tutto un sogno.
Il nostro amore è reale, ed è tutto ciò che conta.
* Non
conosco il giapponese, però il significato di questo nome dovrebbe
essere “Principessa d'Estate”. Se qualcuno ha correzioni da fare,
ben vengano!
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