Cena a casa di Christie

di telesette
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Cody si avvicinò a Christie, raggiante come non mai, baciandola prima sulla guancia e poi almeno altre due volte sulle labbra. Lei lo guardò perplessa, anche perché si trovavano sotto gli occhi e i commenti di tutta la scuola, tuttavia non poteva certo indovinare il motivo di questa sua grande euforia.

- Cody - esclamò lei. - Stai bene, vero... Non ti sei fatto mica di qualcosa?

Cody scosse il capo con un sorriso, sedendosi accanto a lei, e cominciò dunque a spiegarle con calma il motivo di questa gioia improvvisa.

- So che ti sembrerà assurdo ma, a meno che non si sia drogato lui questa volta, tuo padre ed io abbiamo appena finito di fare una lunga ed interessante chiacchierata!
- Cosa ?!?

Christie non riusciva a credere alle proprie orecchie.

- Esattamente quello che ho detto anche io - osservò Cody divertito. - Non ci volevo credere, quando mi ha detto "grazie" per aver impedito che Hector e Flavio ti mettessero le mani addosso... Sembrava addirittura dispiaciuto: se non sapessi che non è tipo da raccontare balle, mi verrebbe da dire che recita proprio bene!
- No, cioé, fammi capire... Mio padre ti ha ringraziato?
- E' questa la cosa divertente, Christie, si è addirittura scusato - spiegò Cody, non senza sfoggiare una certa soddisfazione. - Da quello che ci siamo detti poco fa, sembra addirittura aver dimenticato il modo in cui l'altra sera gli ho suggerito di fot... Cioé, è incredibile: per una volta ha messo da parte di essere il preside e, dopo neanche due minuti, si è scusato con me per la supponenza dell'altra sera; ha detto che vuole saperne di più, del mio punto di vista e di come la penso, e si è anche offerto di spendere una buona parola per me col giudice di Seattle!
- Ma è fantastico, significa che non avrai più problemi, una volta finito il liceo!
- Così pare - sussurrò. - Qualcosa però mi dice che sei tu la prima che devo ringraziare!

Christie arrossì.

- Hai già qualche idea?
- A dire la verità, una sì - fece lui, baciandola sulle labbra in modo dolce e sentito.
- Non male - sorrise lei maliziosa. - Dovresti ringraziarmi così più spesso!

Per tutta risposta, incurante delle risatine sarcastiche dei compagni, Cody continuò a baciarla con ancor più passione di prima.

***

Più tardi Christie tornò nell'ufficio del padre, ansiosa di ottenere ulteriori spiegazioni.
Langford sembrava molto più sereno e meno accigliato del solito, tanto da fischiettare addirittura alcune note tra sé, così che la figlia faticava a capire cosa mai gli fosse successo. Immaginando dunque il suo comprensibile stupore, Langford smise di fischiettare e si rivolse a lei con affetto.

- Diciamo che questo "testone" di tuo padre ha cominciato a capire una cosa importantissima!
- E che cosa?
- Che mia figlia vede molto più lontano di me, specie quando io non mi rendo conto dove sto effettivamente sbagliando, e sono orgoglioso di riconoscere che... avevo torto!
- Stai... Stai dicendo sul serio ?!?

Langford annuì.

- Ho parlato con Culp, mettendo da parte tutte quelle scartoffie su di lui, e ho finalmente capito perché ti piace così tanto: si dice che non vi è modo migliore per capire come è fatta davvero una persona, se non guardandola negli occhi; tu lo avevi già fatto, solo che io preferivo dar retta piuttosto ad un pezzo di carta, e non volevo rendermene conto!
- Allora, hai veramente deciso di accettare Cody?
- Ah, di più - sottolineò Langford. - Se quel ragazzo riuscirà a mantenere una buona media scolastica, impiegherò tutte le mie conoscenze per commutargli la libertà condizionata in una completa riabilitazione!

Christie sorrise.
Quella era la vera indole di suo padre, capace di andare anche oltre gli schemi e le supposizioni legate al sistema, perciò era contenta di sentire in lui quella forte componente di umana comprensione.
Ora Langford era maggiormente in grado di capire il punto di vista di uno come Cody: una realtà completamente diversa dagli studi e dalle statistiche, basata più che altro sulla "lotta per la sopravvivenza", di fronte alla quale anche la sua ferrea logica di educatore doveva affrontare e riconoscere la realtà delle cose.
Fuori dalle mura del liceo Kennedy, la realtà della Zona Franca consisteva nella pretesa di rieducare un intero quartiere. Persone come Cody, animate da sì buone intenzioni ma costrette ad adattarsi per non soccombere, non erano pronte per rientrare subito nelle norme "ordinate" di una società ben lontana dalle punte estreme di caos e violenza. Sarebbero stati necessari ancora molti anni, per reintegrare l'intera comunità, perciò era importante quantomeno la distinzione tra buoni e cattivi elementi.

- Ti voglio bene, papà - esclamò Christie, abbracciando l'altro con trasporto.
- Anch'io tesoro - mormorò Langford teneramente. - Ti voglio bene anch'io!

 

FINE





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