Story Of My Life

di AnnaDirectionerMalik69
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STORY OF MY LIFE
Capitolo 1
Il party di Natasha era stato favoloso, ero in auto ed era abbastanza tardi. La notte avevo qualche problema nella guida, non avevo molta esperienza nel guidare la notte, e la nebbia non era certamente a mio vantaggio. La mia vista era più tosto offuscata, ma non  abbastanza da non permettermi di notare qualcuno in mezzo alla strada. I fari dell’auto mi permettevano perfettamente di vedere una persona accasciata a terra con le mani sulla testa. Schiacciai il freno e mi precipitai verso la figura cupa di fronte a me. Era un ragazzo. Intimorita mi avvicinai a lui per soccorrerlo. Mi accasciai. Pensai fosse cieco e sordo vedendo che non si era accorto di nulla, non si era accorto del rumore dei miei pesanti passi e degli abbaglianti fari dell’auto che illuminavano  gran parte della strada. Così cercai di parlargli, chiedergli che cosa fosse successo e se quello che colava dalla sua testa  era vero sangue. “Va tutto bene?”- mi grattai la fronte e misi una mano sul suo braccio in segno di conforto-  “hai bisogno di aiuto?” – deglutii vedendo il ragazzo sputare sangue- “ sto bene, grazie”- si pulì la bocca e alzò lo sguardo. Io impallidii non potevo crederci. Non volevo crederci. Inumidii le labbra e poggiai lo sguardo sulla mia borsa. Con rabbia aprii la zip e tirai fuori un’aspirina.-“tieni”- lui allungò la mano per prendere l’aspirina, ma prima che lo facesse, la lasciai cadere con rabbia a terra. Mi alzai e sbuffai. –“Questa volta è finita davvero!” tirai su con il naso. Una lacrima attraversò il mio viso in una perfetta linea retta, arrivando fino al labbro superiore. L’asciugai e mi misi una  ciocca di capelli dietro l’orecchio. Camminai velocemente. “Aspetta, ti posso spiegare”- fece dei passi in avanti, si vedeva benissimo che era sbronzo. Mentre veniva verso di me il suo corpo oscillava. Mi prese per un braccio, e contemporaneamente uno dei tacchi che stavo indossando si incastrò in un tombino. Mi abbassai per recuperarlo e lui fece un passo indietro. Recuperata la scarpa gliela tirai addosso “Ti odio Alex, ti odio!”
 
Psicologa: “e dimmi, dopo di che te ne sei andata?”-la donna  fin dal momento in cui avevo messo piede nell’aula prese appunti. Mi chiedo a cosa servisse.
La mia attenzione fu catturata  da un quadro dalle forme geometriche inquietanti. Il disegno era molto confuso, proprio come lo era la mia mente e i miei pensieri in quel preciso istante. Il mio sguardo si posò nuovamente sulla donna che in quel momento stava sorseggiando del thè, aveva delle labbra sottili, un naso alla francese e i capelli  rilegati in un delizioso chignon. La donna  si schiarì la voce, come se volesse spronarmi ad andare avanti.
Io: “ no, abbiamo iniziato a discutere, a litigare e  ad urlare”- chiusi gli occhi e iniziai ad immaginarmi la scena.
Psicologa: “ continua a raccontare”- ricominciò con gli appunti , corrugando un sopracciglio.
Chiusi nuovamente gli occhi e iniziai a ricordare…
 
“perché continui a rovinare tutto? Non hai pagato i tuoi debiti per le pasticche non è vero? Di nuovo, non posso crederci!” – feci un passo indietro allontanandomi nuovamente da lui- “ non hai mantenuto la tua promessa! Dovevo immaginarlo…” –presi l’altra scarpa e gliela tirai. Lo colpii dritto al  petto. La rabbia stava dominando il mio corpo. Non riuscivo a controllarmi e del resto ero giustificata. -“ Ma io ti amo…” –  si stava avvicinando a me. E ormai vicino, volle darmi un bacio, ma io mi scansai –“ odori d’alcool e sei sotto effetto di sostanze stupefacenti… io non amo questa parte di te… non l’amerò mai! Perché non sei semplicemente il ragazzo dolce e impacciato che io amo?- il trucco iniziò a colare… -“ se non ami questa parte di me, cambierò..” –si mise una mano sul petto. Aveva gli occhi rossi e lucidi pieno di ferite e sbronzo.- “ Non ricadrò nella tua trappola, Alex tu non mi meriti! Non mi meriti davvero”- tirai su col naso, mi sistemai i capelli e il vestito. -“ Mi sono presentata ad una festa da sola, senza il mio ragazzo, credendo che lui stesse a casa a fare la maratona dei videogames con i suoi amici, e invece lo trovo in mezzo alla strada strafatto! È l’ora di finire questo giochetto Alex, perché è solo un giochetto e nessuno di noi due si sta divertendo. Ma questa partita la vincerò io”- il mento tremava e la mia voce mentre dicevo queste parole era roca e fredda.
“ Mi dispiace, ti amo, ed è per questo che non ti darò più fastidio ”-cadde a terra in ginocchia.-“ ma per favore, perdonami”- disse tirandosi leggermente le punte dei capelli e iniziando a piangere disperatamente “ sono solo un bastardo!”- tirò un pugno nell’asfalto provocandosi altre ferite, che per mio dispiacere non sarei stata in grado di curare. -“ Vorrei solo morire”- io abbassai lo sguardo e quando lo rialzai vidi una macchina con a bordo dei pirati della strada. Veniva dritta verso di noi. Corsi verso Alex che stava ancora in ginocchia con la testa fra le mani e le lacrime agli occhi. Io allora gridai: “Alex vieni qui ti prego!”- “ no, voglio morire! Questa è l’occasione giusta per farlo. Così tutti i miei problemi svaniranno.”- Alzò le mani verso il cielo aspettando che la macchina attraversasse il suo corpo. Ebbi un tuffo al cuore, non potevo lasciarlo morire, non lo avrei permesso! Ormai vicino a lui cercai di aiutarlo ad alzarsi, ma lui rimase con le ginocchia serrate a terra. L’auto si avvicinò sempre più, fin quando non attraversò il corpo di Alexander e io rimasi accanto a lui senza muovermi di un solo centimetro. La mattina seguente mi ritrovai stesa su un lettino d’ospedale. Che diamine ci facevo su un lettino bianco d’ospedale?

CONTINUA
*Spazio Autore*
Ebbene questo è il mio primo capitolo <3 Spero che vi piaccia e scusate per gli errori <3 Lasciatemi un commento magari anche con qualche consiglio essendo nuova non sò bene come funziona <3
 




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