Anche se è
sabato sera, non ci sono stati videogiochi o giochi con i fratelli di
Makoto e, sorprendentemente, Haru è esausto, più che in
quelle occasioni che comprendono lunghe corse ed assalti improvvisi
dagli armadi.
No, il compito che
devono consegnare Lunedì non ha permesso nessuna distrazione e
ora che si è buttato a faccia in giù nel letto di
Makoto, sente che nulla può tenerlo sveglio. Il compagno di
classe russa tranquillamente accanto, ancora vestito, troppo stanco
per mettersi sotto le coperte.
"Ti verrà
il raffreddore." borbotta, dentro al cuscino, nonostante sia del
tutto impossibile che lo senta.
Chiude gli occhi,
sentendosi sprofondare nel torpore, ma ha la prontezza di pizzicarsi
una guancia con pollice ed indice, per mantenersi ancora sveglio.
I compiti non
avrebbero potuto aspettare l'indomani. Farli insieme significa essere
distratto dal movimento del polso di Makoto, dal suo profilo mentre
ondeggia la testa a ritmo di una musica che sente solo lui -e ogni
tanto mormora anche, è segno di concentrazione- ma è
ben disposto a sopportarlo quando è possibile.
L'indomani sarà
il suo compleanno. E Rei ha organizzato, insieme a Gou, qualcosa che
hanno descritto in coro come grandioso e meraviglioso, che li terrà
occupati per buona parte della giornata. Quindi niente compiti, a
meno che Nagisa non dia fuoco a qualcosa e siano obbligati ad
interrompere i festeggiamenti prima.
Ci sarà anche
Rin, con loro e Haru si scopre nervoso al pensiero. Vorrebbe poter
pensare che, da quando si sono chiariti, non rischiano di esserci
problemi con l'amico, ma lo conosce abbastanza bene per prevedere
qualche suo capriccio.
D'altra parte, non è
l'unico a mascherare i propri sentimenti con parole affilate o dietro
un silenzio.
Sospira, sfregando
la testa sul cuscino. Il piano era aspettare la mezzanotte con Makoto
ed augurargli buon compleanno lontano dagli occhi e dalle orecchie di
tutti, riuscendo magari ad elaborare qualcosa di bello da dire. Non
ha osato chiedere a nessuno un aiuto, anche se magari Rei avrebbe
avuto qualche consiglio da dargli, vista la sua fissazione per la
bellezza. Testardo com'è, ha pensato davvero che sforzandosi,
qualcosa di bello si sarebbe formato nella sua testa, come per magia.
Ma tra i compiti che
hanno prosciugato tutte le sue energie e la propria naturale tendenza
ad essere poco romantico, si è ritrovato mezzo addormentato in
attesa della mezzanotte e senza neppure una parola da dire.
Sbuffa, attento a
non svegliare Makoto, rotolando su un fianco per guardarlo. Come
sempre, c'è qualcosa di incredibilmente caldo in mezzo al
petto, come un piccolo incendio che neppure l'acqua riesce a
spegnere. Ma non ci sono parole. C'è il tremore della mano
quando si posa sulla sua fronte per spostargli i capelli dagli occhi,
il rossore che sente colorargli le guance, ma nemmeno una frase,
neppure banale.
Si è chiesto
a lungo cos'avrebbe potuto regalargli per questo compleanno, ma ha
avuto risposta soltanto quando si è ricordato che quello non è
solo il suo ragazzo. Makoto è il suo migliore amico. A volte
gli sembra sbagliato pensare a lui in questi termini, ma non c'è
dubbio sul fatto che pensi di lui anche questo.
Non ha smesso di
essere la persona con cui è più a proprio agio, ora che
agita qualcosa nello stomaco, quando lo guarda in un certo modo.
E allora niente
dichiarazioni passionali, niente proposte indecenti, nulla di quello
che le riviste che Gou legge -a parte Muscolo Magazine- hanno
proposto come soluzione.
Haru gli ha
preparato due cupcake da dividere a mezzanotte. Al cioccolato, con un
delfino ed un'orca sopra di pasta di zucchero. E una sciarpa. Perché
fa freddo e quelle che Makoto ha sono ridicolmente corte. Ci ha
cucito sopra una piccola orca e probabilmente Makoto comincerà
ad odiarle, ma pazienza, da anni gli regala cose con le orche, non
può smettere solo perché tra loro ci sono baci e
carezze ben diverse da quelle che due amici dovrebbero scambiarsi,
no?
Scende dal letto
sentendo le gambe deboli e si dice che è colpa del sonno,
della posizione che ha assunto mentre studiavano, della posizione
delle stelle in quel momento. Dannato Venere in Capricorno.
Cerca di ignorare il
calore sulle guance e il nervosismo che sente, mentre scende fino
alla cucina dei Tachibana e recupera i dolci. Per fortuna i gemelli
non li hanno visti, quindi sono interi, animali marini, granella
arcobaleno e tutto il resto.
Afferra il sacchetto
con la sciarpa, esitando un momento prima di salire le scale di nuovo
e tornare nella stanza di Makoto.
Lancia un'occhiata
all'orologio. Mancano soltanto tre minuti a mezzanotte.
Posa i due cupcake
sulla sua scrivania e tiene il sacchetto tra le mani, non sapendo
cosa farne. È chiuso con un nastro, soltanto, perché
non aveva idea di come fasciare una sciarpa. Lo appende alla sedia,
inginocchiandosi accanto al letto per posare la guancia sul
materasso, in attesa.
Di nuovo le dita si
muovono per toccare il suo viso, ma questa volta il movimento sembra
sbagliato, perché Makoto si sveglia per starnutire.
Lo osserva,
mortificato, dicendosi che ancora non aveva deciso se valesse davvero
la pena di svegliarlo o se quei festeggiamenti di mezzanotte
potessero essere rimandati. Osservando il suo viso preoccupato, però,
sente il cuore saltare un battito ed alza la testa per seguirne il
movimento, fino al dolce.
Troppo tardi per
nasconderlo.
"Buon
compleanno, Makoto." mormora, la bocca quasi nascosta dalle mani
posate sul materasso, la voglia di sparire da qualche parte perché,
no, avrebbe dovuto dormire e non pensare di avere quei dieci minuti
solo per loro.
"H-haru."
ribatte Makoto, le guance rosse e lo sguardo che torna a lui, che
sembra voler diventare tutt'uno con il letto.
Non si aspetta che
l'altro lo sollevi per farlo tornare accanto a sé. Non si
aspetta l'abbraccio che di sicuro gli spacca due costole, da quanto è
stretto. Ma c'è qualcosa di piacevole in quei movimenti goffi,
perché sono riservati a lui e lui soltanto.
"Ti ho regalato
una sciarpa." gli dice e Makoto scoppia a ridere, facendolo
dondolare un poco.
Haru pensa che sia
infantile, ma d'altronde lo è anche il suo modo di dirgli
sempre cosa gli ha regalato, prima ancora che apra il sacchetto.
Riesce a liberarsi
per porgerglielo e quasi grida di frustrazione mentre l'altro ragazzo
scioglie il nodo con innata pazienza. Vorrebbe dirgli che può
strappare il sacchetto, ma rimane a fissare le sue dita per tutto il
tempo, dicendosi che più tempo ci metterà, più
ritarderà il momento dell'atroce scoperta.
Ma Makoto riesce ad
aprire il sacchetto e ne tira fuori la sciarpa blu, gli occhi
brillanti come se gli avesse appena regalato qualcosa di molto più
prezioso. Si fanno lucidi quando vede l'orca.
O forse sono quelli
di Haru che si appannano un poco, quando vede che accarezza con un
dito la sua pinna.
C'è di nuovo
quello strano calore dentro il suo stomaco, la sensazione di avere
dentro la testa abbastanza parole da riempire un romanzo, ma il
collegamento tra testa e bocca è sicuramente guasto, perché
si accontenta di fissarlo e di imprimere nella memoria il suo
ringraziamento.
Makoto lo abbraccia
e, improvvisamente, non gli importa più di tanto che non ci
siano altre parole.
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