Physis

di Stanys
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[metro: endecasillabi sciolti]


Pur sibila sonante il vento sordo
che, incessante, docili membra scuote
d'uomo, qual giunco dal torrente mosso.
Romba nel cielo, rabbiosa ed altera,
luce infuocata, che squarcia la notte
come bramante d'agone coll'acqua,
muro di gocce cadenti dall'astri.
Tace alla fine la nube iraconda
sazia d'asperger la terra solcata.
In suso invochi dolorosa ambascia,
misera bestia dagli occhi accecati
che solitaria vai su vie montuose.
Invano però tu giaci in attesa
giacché ti nutre Colei che per te
rea s'è fatta di viver, per te!





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