La follia aveva riempito i suoi occhi, follia
grezza, follia
cattiva, follia insana. Follia che splendevano nelle sue pupille ogni qual volta la luce le illuminava.
Sembravano
stelle vivaci, stelle color pece, stelle che ormai avevano smesso di
irradiare
di luce il cielo. Stelle che erano divenute dei buchi neri
e avevano inghiottito quel guizzo di
quell’amor proprio tipico della ragione.
Tutto quello che aveva prima crepato e poi rotto
quella diga
che gli permetteva di trattenere tutto dentro, gli era stato dato in
maniera
così violenta e improvvisa che era stato impossibile anche solo
tentante di
arginare quelle emozioni sporche che violente erano uscite e avevano
distrutto
tutto.
L’auto che stava guidando aveva oltrepassato da un
pezzo il
limite di velocità consentito in quelle strade di campagna, e Takanori
non ne
sembrava affatto turbato.
Affianco a lui ancora sedato e dormiente c’era la ragione di tutto quello che stava
accadendo. A quanto ne sapeva Takanori il suo nome doveva essere Yuu..
o
qualcosa del genere. Era stato lui quella fiammella che aveva infuocato
e
distrutto la vita del biondo.
Era stato lui la causa per la quale Akira l’aveva
lasciato..
perché si.. il suo amore si era innamorato ed era andato a letto con
lui quando
stavano ancora insieme.
Tutto ciò glielo aveva confessato la sera in cui
loro due si
erano lasciati.
-Amo un altro.-
quelle parole, impresse dolorosamente in ogni cellula del suo essere,
lo
stavano facendo impazzire.
Si era chiesto mille volte dove aveva sbagliato.
Lo aveva
amato troppo? Troppo poco? Aveva ripercorso mentalmente la loro storia
cercando
di vedere dove quel filo che gli univa si spezzava..o meglio, dove
Akira lo
tagliava.
Aveva sprecato così tante lacrime che dubitava ne
avrebbe
versate ancora quella sera.
L’auto rallentò e si fermò su di una spiaggia
deserta. La
città più vicina era ad 8 km di distanza.. lì nessuno li avrebbe
rintracciati.
Nessuno eccetto Akira.
Quando aveva rapito il suo nuovo ragazzo, Takanori
si era
premurato di lasciare un biglietto ad Akira.. gli aveva detto l’ora e
il luogo
e aveva ordinato di non chiamare la polizia.
Il piccoletto guardò l’orologio e si rese conto
che mancava
davvero poco all’arrivo dell’amato; così senza perdere tempo scese
dalla
macchina e si diresse verso il cofano di essa.
Il tempo atmosferico era orribile. Il cielo era
completamente
coperto da grossi nuvoloni che preannunciavano pioggia e già in quel
momento
qualche goccia d’acqua cadeva ogni tanto. Il mare poi, era
agitatissimo, e
certe onde erano davvero enormi e spaventose, per non parlare del vento
che
ululava come un lupo trasportando con sé l’odore salino dell’oceano.
Takanori aprì il cofano e prese le taniche di
benzina con
cui aveva riempito tutto lo spazio disponibile all’interno di esso.
Iniziò ad aprirle una ad una e le versò sulla
macchina e all’interno
di questa. Usò quasi tutto il liquido che aveva a disposizione.
Appena ebbe finito, sentì in lontananza il rumore
di un’auto
in avvicinamento e sorrise fra sé e sé.
Si diresse verso la portiera del passeggero,
sprofondando a
ogni passo nella sabbia umida che in parte si era attaccata alle sue
scarpe.
Si sporse all’interno dell’abitacolo e prese, con
una certa
difficoltà, Yuu che iniziava lentamente a
riprendere coscienza, infatti le sue
palpebre tremavano per lo sforzo di aprirsi e le labbra semiaperte
lasciavano
fuoriuscire dei mugolii bassi e impastati.
I fari di una macchina illuminarono quella scena e
Takanori
fulmineo, prese la pistola che aveva incastrato tra i pantaloni e la
sua anca e
la puntò alla tempia di Yuu che gemette e cercò di muoversi.
Il freddo acciaio lo aveva fatto rabbrividire
all’inizio, ma
ora quell’arma si era impadronita del suo calore che sentiva
distintamente
nella sua mano.
Akira scese dalla sua auto e vedendo lo spettacolo
che aveva
di fronte sussultò palesemente.
Per tutto il tragitto da Tokyo fino a quella
maledettissima
spiaggia, si era chiesto più volte cosa Takanori avesse in mente di
fare.. ma
aveva cercato di immaginare meno scenari possibili. Ora che però, la
realtà dei
fatti era lì davanti ai suoi occhi, si maledì per non aver preparato
qualche
tipo di piano per uscire da quella situazione.
-T..Taka..- balbettò palesemente turbato quando i
suoi occhi
si soffermarono sulle taniche di benzina vuote.
-Akira..- salutò calmo il diretto interessato e si
concesse
di contemplare il corpo ben fatto dell’ex coperto dai vestiti che
ondeggiavano
come vele al vento.
-Yuu..od..oddio sta bene? Non..-
-Sta meravigliosamente per
ora..- rispose Takanori a denti stretti rafforzando la presa sul
corvino
che intanto aveva socchiuso gli occhi.
-Che hai intenzione di fare!? Perché quella
benzina?! Perché
quella pistola!?- chiese in preda al panico il più grande mentre il
cuore gli
andava in gola.
-Ho intenzione di fare un viaggio Akira.. un
viaggio con il
tuo nuovo amante. Mi hai tradito..
sei stato crudele! Mi hai fatto a pezzi, smontato letteralmente pezzo
per pezzo
con una ferocia inaudita. Mi hai lacerato il cuore e io desidero fare
altrettanto con te.-
Akira scosse la testa e si avvicinò di qualche
passo, finchè
Takanori non gli intimò di stare fermo dov’era.
Il più grande stentava a riconoscere il ragazzo
che aveva di
fronte. Il suo Taka non era così, il
suo Taka era dolce, era gentile, era ironico.. Il suo Taka non era folle.
Eppure la persona che aveva davanti era il peggio
della
società, era cattivo, era senza scrupoli.. freddo e calmo anche in una
situazione del genere. Akira ne aveva paura.
-Ti prego Taka.. lascialo andare..-
-Lo difendi!? Dopo tutto questo tu.. lo difendi!?-
sbottò il
più basso gesticolando con la mano in cui teneva la pistola.. incurante
che con
un movimento sbagliato sarebbe potuto far partire un colpo.
Akira sorpreso dalla sua reazione sussultò
impercettibilmente
e si diede qualche momento per analizzare la situazione.
Chiuse gli occhi e li riaprì solo qualche minuto
dopo. In
quel piccolo lasso di tempo aveva provato a spazzare via la paura e a
imporsi
di rimanere il più lucido possibile. Aveva cercato di vagliare in
fretta tutte
le possibilità per tentare di far uscire da quella situazione tutti e
tre sani
e salvi, ma si rendeva conto che nelle condizioni in cui versava
Takanori c’era
solo una possibile soluzione.. anche se estremamente drastica.
-Hai detto che vuoi fare un viaggio.. dove vuoi
andare
Taka?.-
-All’inferno.- rispose con un sorriso mostruoso
che fece venire
la pelle d’oca ad Akira, però lui si impose di mantenersi il più calmo
e lucido
possibile.. requisiti questi indispensabili per la riuscita del suo
piano.
-E come passeggero vuoi per forza avere con te
Yuu?- la
finta delusione palpabile nel suo tono, pareva una palese presa in
giro, cosa
che a Takanori non sfuggì e ringhiò in risposta.
-E’ lui la causa per cui noi siamo qui! E’ lui la
causa per
cui tu mi hai lasciato! Deve morire.. deve..-
-Oh, quindi è vendetta che vuoi.. mi pare ovvio.
Eppure
Taka-chan, hai fatto tutto questo senza informarti a dovere. Infatti
non sai
che quando scopavo con Yuu, quando gli sussurravo all’orecchio di
amarlo,
quando passavamo interi pomeriggi insieme.. lui.. lui non sapeva nulla
di te.
Lui non sapeva che stavo già con un altro. Lui è innocente. Sono io, io
che ti
ho ingannato!-
Calde lacrime di rabbia uscivano dagli occhi di
Takanori che
nel frattempo aveva chiuso le palpebre e si era messo la mano che
reggeva la
pistola su di un orecchio.
-ZITTO! STA ZITTO!- gridava disperato cercando di
annullare
quelle parole.. perché se ci avesse creduto tutto ciò che aveva fatto
sarebbe
stato vano. Tutta la voglia di uccidere quell’uomo che gli aveva
portato via
consapevolmente Akira sarebbe stata sbagliata. Non si sarebbe tratto di
vendetta a quel punto.. ma di puro e semplice omicidio.
Approfittando del momento Akira corse verso
Takanori e Yuu e
spinse via da loro e dalla macchina quest’ultimo e pregò tutti i Kami che quella distanza bastasse.
Akira stordì con un pugno in faccia Takanori che
cadde a
terra rovesciandosi addosso una delle due taniche di benzina.
Fulmineo il più piccolo, con una forza che non
pensava
nemmeno lui di avere, colpì con un
calcio lo stinco di Akira che perse l’equilibrio e stramazzò sopra di
lui
inumidendosi così di benzina.
Lottarono ancora, cercando entrambi di prendere la
pistola
che intanto era finita a pochi metri di distanza da loro. Si misero in
piedi aggrappandosi l’uno all’altro ma
Akira, vista
l’instabilità per la gamba forse fratturata, appena lasciò la presa sul
piccoletto, cadde trascinando con sé l’ex all’interno
dell’auto, dato che Takanori non
aveva chiuso la portella dalla parte del passeggero quando aveva preso
Yuu.
In quel momento si guardarono negli occhi per
qualche
istante e il più piccolo mise una mano sulla chiave che era ancora
inserita all’interno
del quadro.
Akira non poteva sperare di rialzarsi visto che la
gamba
aveva urtato la macchina e gli faceva un male d’inferno, e Takanori
aveva le
sue stesse probabilità essendo schiacciato dal corpo dell’amato.
Akira quindi capì quello che stava per fare e
decise di non
rendere vani quegli ultimi momenti, perciò unì le loro labbra in un
bacio d’addio.
Le loro bocche si mossero all’unisono e le lingue si intrecciarono.
Mugolii
carichi di passione uscirono dalle loro bocche, fu così che si dissero
tutto
ciò che avevano taciuto. Le lacrime che bagnavano il volto di Takanori
avevano
cambiato sapore, ora non erano più frutto della rabbia ma bensì
scacciavano via
quella follia che l’aveva posseduto e tutto quel marciume che si era
riversato
in lui da quella maledetta sera. Fu per quel bacio, il più bello della
sua
vita, che Akira si rese conto che il suo
cuore non aveva del tutto smesso di battere per lui. Il filo che li
univa si
annodò di nuovo per pochi attimi. Intrecciarono le mani e Takanori
senza
rimpianti girò la chiave.
E la macchina esplose.
Il medico legale dovette identificare quei due
corpi
carbonizzati e uniti l’uno all’altro con il fuoco, grazie alle impronte
dentali. Yuu stette in coma per due mesi, ma alla fine si risvegliò e
dopo
terapie fisiche e psicologiche ricominciò a vivere e morì di vecchiaia
assieme
a Kouyou, il suo unico compagno dopo la morte di Akira.
Di quell’orrendo episodio ne parlarono in molti
per
settimane.. poi quei due giovani uniti dall’amore finirono per essere
dimenticati.
Si lo so.. è macabra
MA-CA-BRA, ma dovevo scriverla.. allora prima di tutto devo dire che
non so se
una cosa del genere sia possibile, nel senso che non ho idea se sul
serio
inzuppando un’auto di benzina, possa esplodere accendendo semplicemente
il
motore.
Poi, scusate se la
scena di lotta non è poi così tanto verosimile, ma è la prima che
scrivo
quindi.. scusaaaaaaaaaate! E terzo.. lasciatemi un commentinoinoino! Ne
gioverebbe la mia autostima e smetterei di scrivere questi aborti!
Io ho riletto più
volte la storia e ho cercato di correggere tutti gli errori.. però se
me ne è
sfuggito qualcuno segnalate e correggo! Parola di scout *disse colei
che non ha
mai frequentato gli scout*
|