Pairing/Characters: Will/Anastasia
Warnings: Angst,
Pre-serie
N/A: Scritta
per la Notte Bianca 11, prompt “I
put you high up in the sky / And now, you’re not coming down
/ It slowly turned, you let me burn / And now, we’re ashes on
the ground. (Miley Cyrus, Wrecking Ball)”
Sometimes
love is not enough
Sarà
l'alcool che ha in corpo, sarà la musica di una festa
lontana, sarà la carezza leggera dell'erba contro il volto e
il cielo pazientemente punteggiato di stelle sopra di lui, ma
c'è questo ricordo che gli torna in mente tutte le volte che
prova a chiudere gli occhi e a guadagnare qualche ora di sonno sugli
ultimi cacciatori di taglie che hanno deciso di mirare alla sua testa.
Will
non sa come mandarlo via, e ad un certo punto smette anche di provarci.
Lascia che venga avanti pian piano, leggero, dolce, dolorosamente
immutabile.
La
loro prima notte a Wonderland.
Lo
stesso tetto stellato sulle loro teste, la stessa erba profumata a
solleticare i loro corpi nudi e sudati. La risata leggera di Anastasia
e il chiacchierare lontano delle rose e dei gelsomini notturni. Baci e
promesse e giuramenti, le sue mani fredde sul petto, una ciocca dei
suoi capelli arrotolata intorno alle dita. E prima di quanto entrambi
si aspettassero ecco l'alba di cento colori diversi e Anastasia si
risveglia con il sorriso già sulle labbra, per poi alzarsi
in piedi e danzare un ballo lento, senza musica e senza vestiti,
semplicemente felice.
È
con quell'ultima immagine dietro le palpebre chiuse che Will si
addormenta infine, e solo l'idea di una domanda inizia a bruciargli
come acido sulla punta della lingua: quando,
di preciso, notti come quella hanno smesso di essere abbastanza per
lei? Quando, di preciso, io ho smesso di essere alla sua altezza? E
perché?
Nessuna
risposta, ovviamente. Solo l'oblio di un sonno ubriaco ed il silenzio
confortante di un vuoto all'interno del petto.
*
Anche
Anastasia ricorda.
Seduta
svogliatamente su un trono troppo freddo e troppo scomodo per il suo
umore attuale, con in mano una coppa di un vino troppo dolce e troppo
pastoso per la stretta che al momento le attanaglia lo stomaco,
Anastasia ricorda.
Ricorda
la fame, le mani sporche di terra, il terreno gelato sotto i piedi
nudi. Ricorda le notti di pioggia, il fango nei capelli, l'orribile
puzza di muffa che impregnava tutto: mobili e cibo e coperte e vestiti.
Ricorda
e quindi ordina che le portino un altro cuscino, si costringe a bere la
sua coppa di vino dolciastro, e continua ad osservare le danze con
sguardo ostinatamente freddo e distratto.
Nessuna
domanda nei suoi pensieri, solo un'affermazione: adesso
sono una regina. E non tornerò indietro.
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