L'anello d'argento
L'anello d'argento
Misha trema un po’.
È
appena cominciato settembre, ma fa freddo e il trenchcoat di Castiel
non è abbastanza per ripararlo dal vento gelido di oggi.
Resiste bene, di solito, ma oggi sente i brividi e non è sicuro dipenda solo dal tempo. Ignora la cosa e passa avanti.
E
poi, Jensen l’ha praticamente trascinato fuori dal set senza
lasciargli nemmeno il tempo di prendere un cappotto più pesante,
quindi è un insieme di fattori che gli rendono la giornata fin
troppo particolare.
Comunque, Misha non si lamenta.
È
raro che Jensen gli voglia parlare da solo, ed è troppo curioso
per lasciarsi scoraggiare da un po’ di vento, meno mite di come
dovrebbe essere quel periodo.
Per
cui, con le mani congelate e il naso rosso, sta in silenzio, cercando
di scaldarsi con il fiato, in attesa che il suo collega dica qualcosa.
O che per lo meno smetta di saltellare da un piede all’altro,
come se fosse lui a dover parlare per forza.
-
Jens… non so se te ne sei accorto ma fa piuttosto freddo, qui
fuori.- dice, sorridendo appena - Vuoi dirmi cosa succede prima che
diventi un gelato? I miei minions non sarebbero contenti di sapere che sei la causa del mio decesso prematuro.
Jensen agrotta le sopracciglia, smettendo di muoversi per qualche istante.
Oh, Misha conosce bene quello sguardo, non è certo la prima volta che gli capita di vederlo.
Ha
una grande stima per il suo collega e gli vuole bene, ma Jensen ha il
brutto vizio di tirarsi indietro durante le discussioni - specie quelle
non ancora iniziate - ed è esattamente quello che sta succedendo
adesso: ci sta ripensando. Qualunque cosa volesse dirgli, ora ci sta
ripensando, come se stesse utilizzando quegli istanti di silenzio per
cercare una via di fuga dal guaio in cui si è cacciato da solo.
-
No, - mormora, Misha, spiazzandolo - se stai pensando di girare i
tacchi e mollarmi qui come un idiota, non provarci neanche. Sputa il
rospo, Ross.
Jensen increspa le labbra in un sorriso e Misha rilassa le spalle.
Non
se ne andrà, almeno per il momento. Rimane zitto qualche secondo
più del necessario, quando inizia freneticamente a cercare
qualcosa nella tasca interna del giubbotto di Dean.
Sembra
entrare nel panico quando si accorge che, qualunque cosa stia quella
che sta cercando, non c’è nel posto dove l’aveva
messa prima, per poi rilassarsi quando si ricorda di averla trasferita
nella tasca posteriore dei jeans.
Misha
inclina la testa da un lato, sempre più curioso, osservando poi
il fazzoletto bianco che staziona sulla mano destra di Jensen.
Conosce
bene il suo collega, e sa che se può evitare spiegazioni lo
farà, ma Misha - pur essendo piuttosto intelligente,
c’è da ammetterlo - questa volta proprio non capisce cosa
Jensen voglia dirgli per cui attende, zitto e con la sopracciglia
agrottate, guardando gli occhi verdi dell’uomo di fronte che
sembra a metà fra l’avere una crisi isterica e scappare a
gambe levate.
Quasi… imbarazzato.
-
Io… uhm… so che non è definitivo. Voglio
dire… - fa una pausa, respirando dal naso. Misha ha paura di
vederlo crollare a terra da un momento all’altro, ma Jensen
continua - Cas tornerà e tornerai anche tu, quindi non è
necessario dire addii o cerimonie o chissà cosa. In effetti,
intendo, abbiamo letto lo script, sarebbe una specie di vacanza per te,
non che non te la meriti, eh, quindi non starai troppo lontano dal set,
Jared è sicuro che verrai a romperci le palle praticamente tutti
i giorni, quindi non ha senso quello che--
Misha ridacchia, socchiudendo gli occhi e dando così il tempo al suo collega di prendere fiato.
- Stai farfugliando, Ross.
- … scusa. Sono un po’ nervoso.- ammette, quest’ultimo.
Alla
fine, decide che i fatti sono meglio delle parole e, seppur con la mano
gli trema, apre il fazzoletto, rivelando un anello in argento, dal
disegno particolare.
Misha lo conosce, è uno di quelli che Jensen indossa sempre fuori dal set.
Una
volta, durante una pausa notturna e dieci ore di riprese - stanchi e
assonnati - gli ha chiesto come mai ne avesse così tanti.
Jensen
ha risposto, anche se un po’ rosso in viso, che li ha comprati
quando era un ragazzino e gli ricordano che non deve dimenticare da
dove è venuto.
Misha non ha replicato, rimanendo in silenzio a guardarlo giocherellare con l’anello di Dean.
Per
questo, quando Jensen glielo porge, con naturale imbarazzo e le
lentiggini un po’ più chiare del solito, Misha non solo
rimane immobile, imbambolato davanti al suo collega, ma neanche lo
prende, rimanendo a fissarlo come se fosse il più prezioso degli
oggetti e non si sentisse in grado di prendersene cura.
-
Lo so che… non è niente. - dice Jensen, a bassa voce -
è una cosa stupida. E probabilmente non ha nemmeno tanto senso.
Ma ho pensato… voglio dire… che potresti tenerlo tu.
Finché non torni.
Jensen ha ancora il palmo aperto verso Misha. E Misha… beh, Misha si rende conto che sta tremando lui, adesso. È
un anello normale, un po’ graffiato nei bordi e si vede che non
vale molto. Un oggetto qualunque, in un certo senso. Ma per Misha, che
adesso fa fatica anche a respirare, è più importante di
qualsiasi altra cosa abbia mai ricevuto. Lo stringe in pugno per
qualche secondo, sentendo ancora il calore dell’amico sulla
pelle, e non riesce a guardare Jensen negli occhi, né a
stemperare l’aria con una qualche battuta delle sue. Non ci
riesce e non vuole. Perché è un momento, uno di quelli
che Misha non dimentica, e vuole viverlo fino in fondo, finché
il lavoro non richiamerà entrambi e Misha sarà costretto
a lasciare il set per un periodo così lungo che non riesce
nemmeno a pensarci.
- Grazie, Jens.
-
Non abituartici, - dice Jensen, dandogli una pacca sulla spalla,
più a suo agio rispetto a prima - me lo devi restituire.
Misha fa sì con la testa, lasciandolo andare. Non lo ferma, non lo abbraccia come vorrebbe fare.
Non
dice niente. Rimane lì, in lontananza una copia
dell’Impala di Dean e le roulotte poco distanti, nell’aria
gelida di quel pomeriggio.
L’anello
sul medio, che brucia come se fosse fuoco, e un peso sul cuore che non
aveva neanche capito di avere finché Jensen non gliel’ha
fatto notare, senza saperlo.
Cas
tornerà, lo sa, ma il tragitto contrario che percorre, e il
cuore gonfio di qualcosa che non riesce a definire, gli ricordano che,
quella che sta per girare, sarà l’ultima scena insieme
alla sua famiglia.
E fa male. Solo un po’.
Ps. I'm a Serial Addicted
Mi andava di scrivere qualcosa su quell'uomo che ha rovinato la mia
già fragile esistenza, Misha Collins, e questo è
ciò che ne è uscito. Ringraziamo/malediciamo Mushroom e Glass Heart,
perché l'idea è venuta fuori discutendo per l'appunto di
Supernatural e del suo fantastico cast. L'ambientazione va dall'inizio
della season 7, dopo che Cas ha combinato tutto quel gran casino e
rimane assente per... beh, tre/quarti di stagione. E mi riferisco a questo
anello, che Misha ha confermato essergli stato regalato da Jensen (...
credo...), e mi andava di scriverci su. Per quanto riguarda il secondo
nome di Jensen, Ross... non c'è molto da spiegare. Mi piace
pensare che Misha ogni tanto lo prenda in giro chiamandolo così.
Ho il terrore di aver scritto una porcata, ma non mi va di lasciarla
marcire in un angolo, non se si tratta di Misha u.u per cui, sputateci
sopra o godetevela. See ya!
Mrs C (Jess)
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