Novanta notti per amare

di Anonimadelirante
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Seconda sera -Tu sei diverso

 

 

Albus non se n'era reso conto. Almeno finché Scorpius non se ne era uscito – una sera, l'ultima del loro quarto anno – con un “non so se mi piacciono poi tanto le ragazze”.

Che poi, a ben pensarci, non era esattamente una dichiarazione – di nulla in realtà – e neanche un'esclamazione. Era stato così, un sussurro, una frase inserita in un discorso – non si ricordava neanche più quale – con tono disinteressato e casuale. Tipico di Scorpius.

E tipico di Scorpius era, a ben pensarci, anche quel suo tirare frecciatine – fingendo di non accorgersi che fossero tali – con un sorrisetto beffardo stampato sulla faccia.

“Rose è una figa” e già Albus avrebbe voluto tirargli tanti schiaffi, su quel bel visino di porcellana, fino a strapparglielo via definitivamente, quello stupido ghigno.

E poi, infondo, Albus avrebbe dovuto capirlo, che non erano altro che provocazioni, quelle dell'amico, mormorate apposta per infastidirlo.

Albus non se n'era accorto. O almeno non se n'era accorto fin quando la caduta – paurosa, a piombo, definitiva – non s'era fatta tanto vertiginosa da provocargli brividi.

Albus non se n'era reso conto fino a quando non ci si era ritrovato, nella merda fino al collo. E non era più riuscito ad tirasici fuori. Ma quello era, forse, perché non voleva.

Forse non mi piacciono poi tanto le ragazze, aveva detto Scorpius. E gli ci avevano riso su, lo avevano preso in giro e poi se n'erano dimenticati.

Ma Albus no. Perché, ora lo capiva, era quella l'unica dichiarazione che poteva aspettarsi da uno come Scorpius. Schietto, fermo, l'antitesi, la nemesi del romanticismo.

Ma non ci era arrivato, non subito, e ora non sapeva come uscirne, da quel pantano di frasi non dette e desideri taciuti.

Si vantava tanto di essere un abile stratega, ma ora?

Era successo una sera al quinto anno – e Albus, poi, si diede dello stupido per non aver letto fra le righe – che, al buio, nel calore della stanza, Scorpius si era sporto dal suo letto per intravedere la sagoma spettinata dell'amico. Aveva preso un sospiro (quasi impercettibile, ma che quello aveva notato – e interpretato male) e, bum!, aveva lanciato la bomba: “Mi piace Lily”

“Lily chi?” aveva domandato Al, dopo aver ritrovato la voce, e poi, roco: “È mia sorella!”

“Lo so, ma è una Potter, sarebbe stata off-limit, comunque”, e con un cigolio si era ridisteso, a pancia in su, il fiato corto per quell'ennesimo inganno.

 

“E io, allora?” domanda Al, una sera, mentre Scorpius gli sorride, malandrino, nel buio della camera, squarciato solo dalla luna.

“Tu, cosa?”

Albus si scosta, mentre smette di sbottonarsi la camicia: “Io non sono un Potter?”

Scorpius pare pensarci un momento, il suo sorriso si spegne, lascia posto ad un'espressione seria, quasi sofferente.

“Sì, ma...” la sua voce si spegne, si perde nel suo affannare.

Poi con balzo è di nuovo vino al moro, lo stesso ghigno di poco prema ad illuminargli gli occhi.

“Sì” decide “ma tu...” si blocca, si avvicina, Albus smette di respirare e si bea del suono dei battiti contemporanei dei loro cuori “tu sei diverso”.

 

 

 

 

 

 

Buuoondì,

no, raga, non sono morta.

Cioè, sì, ho di nuovo la febbre, ma, no, non sono ancora pronta per la tomba.

Allora: due così su quell'affare lassù, che non è esattamente quello che doveva essere, ma va beh.

All'inizio, a esser sinceri, questa raccolta doveva essere “off-limit” per la nuova e questo robo che mi ostino – cocciuta, cocciuta ragazza – a pubblicare un'affarino a parte, magari chiamato Tutti pazzi per lo Slash, o roba così.

Però 'sta mattina mi sono alzata – con un gran mal di testa, pre altro – decisa a cercare di finire -fra qualche secolo- le raccolte iniziate (sarà una bella impresa, ma posso devo farcela) e andare avanti un po' con le ff.

Quiindi... beh, eccomi qui con questa cosa (non ho ancora contato le parole) e un sacco di greco da e latino da studiare.

No ok, questo a voi non interessa, quindi, perché no, potrei anche andarmene, però...

Un'ultima cosa poi – giuro! - vado a rompere a qualcunaltro – o anche sempre a voi, ma con qualcos'altro – se aprissi una pagina fb con le mie storielle e altre pluffe del genere, qualcuno di voi mi verrebbe a salutare, ogni tanto?

Fatemelo sapere,

Sofi :*





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