Lily-
Nascita di giustizia
Un
gesto disperato
"Lily!"
urlò l'uomo scendendo rapidamente la collina.
Si vedeva ancora il
fumo dell'incendio che aveva divorato il villaggio.
Continuò a
correre incurante del fatto che le fiamme non si fossero ancora del
tutto spente.
"Lily"
gridò ancora e ancora. Non si fermò ai ruderi
delle prime case. La piazza che prima doveva essere stata allegra e
festosa era annerita e semi distrutta. La pietra bianca di cui era
composta non era più pura, come gli era sembrata la prima
volta che l'aveva vista, ora era nera, sporca ed erano presenti grosse
crepe. C'era stata una battaglia oltre che il fuoco.
Pirati!
Erano stati loro!
Era arrivato in quel
paesino parecchi anni prima e non l'aveva più abbandonato.
Lì, ormai c'era la sua famiglia, ed ora...
Non fece un altro
passo. Si chinò e raccolse un fiore viola salvo per miracolo dal fuoco.
Era mezzo appassito e le fiamme lo avevano danneggiato. Ecco tutto
ciò che era rimasto di quello che gli abitanti del villaggio
gli avevano riservato come accoglienza. Doveva essere una ghirlanda di
fiori, sicuramente era stata lei a farla.
Avanzò
ancora vedendo con orrore i cadaveri bruciati. Prima, però,
che l'incendio potesse raggiungerli ci aveva pensato una sciabola a
segnare la loro fine.
Dannati Pirati!
Bastardi!
Non osava girare
l'angolo.
Ti prego. Ti prego.
Pregò con tutte le sue forze che non fosse successo, ma lui,
purtroppo, era un tipo razionale.
Se il suo cuore continuava a stringersi sempre di più in una
fitta di dolore, la sua mente reagiva immaginando semplicemente la
scena e dicendogli di sperare, piuttosto, che lei non fosse stata
squartata e lasciata in bella vista.
Se fosse stata uccisa dentro casa l'avrebbe guardata, questo stava
pensando il suo cervello, mentre il suo cuore implorava che non fosse
morta e fosse scappata.
Svoltò
l'angolo.
Vide quanto bastava
per rimanere in silenzio e non reagire.
Il tempo sembrava
essere accellerato, in quelli ,che per lui, furono secondi
arrivò la sera il buio e finalmente smise di ossrvare quella
macabra scena. Aveva i pugni stretti fino a farsi male e non riusciva,
nonostante le tenebre celassero il disastro, a muovere un
muscolo .
Finalmente ai primi
chiarori dell'alba si stese, non che fosse senza forze, ma le gambe
avevano improvvisamente deciso di piegarsi.
Le stelle si
vedevano ancora.
"Sakazuki, tu credi
che se esprimi un desiderio con una cometa questo si avvera?" gli
chiese lei una sera, una delle tante che erano rimasti fuori a
guardarle.
Non aveva mai avuto il
coraggio di dirle che pensava fossero tutte fandonie senza senso ed era
rimasto in silenzio.
Ora sapeva
perfettamente di aver ragione.
I desideri non si avverano se si esprimono alle stelle e neanche se fai
una promessa a te stesso. Si ottengono con il duro lavoro.
Cuore 0-Mente 1
Chiuse gli occhi. Da
quel giorno giurò che avrebbe per sempre dato ragione alla
sua testa.
Erano circa le dieci
del mattino, quando si alzò e se ne andò. Non
diede sepoltura a nessuno, perchè nessuno era stato abbasta
potente da difendersi.
Neanche lei.
Aveva smesso di dar
ragione al cuore.
Fu d'allora che ogni
singolo uomo sotto il suo comando imparò con la morte cosa
succedeva a chi non era abbastanza forte o a chi era tanto vigliacco da
scappare.
Il suo ragionamento
all'apparenza contorto era molto semplice.
Se un marine scappava
era un disonore, ma se lo faceva per la sua famiglia lo era ancora di
più, perchè per rendere il mondo migliore la
marina combatteva e se un suo uomo non capiva il motivo basilare per
cui si era lì, non era degno di vivere. La sua famiglia,
infatti, sarebbe stata distrutta e allora, forse, avrebeb capito il suo
errore. Quindi perchè aspettare la morte di innocenti?
Uccidere lascindo
intatto l'onore del marine caduto era qualcosa di più
semplice.
Aveva smesso ormai di
ragionare con il cuore.
Anche quando ammazzava
i pirati era diventato più spietato. I loro sogni erano
semplici maschere per le scorrerie ed i crimini che commettevano. Erano
solo feccia.
Quelli, poi, che
continuavano a morire per i loro ideali erano ancora più
patetici. Barbabianca ne era l'esempio lampante.
I sogni non
si avverano se li prometti ad una stella. Essi si concretizzano solo e
solamente con il duro lavoro.
Di Lily erano rimasti
solo i ricordi, i sentimenti che provava un tempo erano finiti.
Così si
ripeteva quando le tornava alla mente.
Forse,
però, non era proprio così...
Aveva ucciso il fuoco,
il demonio, colui che aveva ridotto il villaggio di pezzenti, come
diceva lui, in cenere. Colui che aveva bruciato il corpo di Lily e lo
aveva esposto come un macabro trofeo.
Poco importava se non era stato veramente lui, solo il fatto
di essere di fiamme lo rendeva colpevole, se si aggiungeva
alla dose che era il figlio di Gol D. Roger in persona, la miscela
diventava esplosiva.
Lui aveva sconfitto
Ace Pugno di Fuoco, lo aveva trapassato, aveva sentito il suo cuore
battere a pochi centimetri dal suo magma e si era sentito bene.
Non l'aveva vendicata.
Il fuoco che aveva bruciato il villaggio non si era spento del tutto,
lui lo portava con sè ovunque andasse, ma dopo molti anni si
era sentito bene.
E non era vero!
Non era vero, come
voleva far credere a tutti che aveva ammazzato quel ragazzo per
strategia, per odio profondo verso i pirati, per colpire in
realtà Monkey D. Rufy.
Non fu neanche dolore
per la perdita di Lily, non il rancore verso i pirati che avevano fatto
la strage, lui non era tipo da autocompatirsi, non lo fece per quello.
Non era questione di orgoglio, ne aveva già fin troppo e non
era minimamente ferito.
Finalmente dopo tanto
tempo era riuscito a sconfiggere quello per cui anni prima non aveva
potuto far nulla.
Il magma aveva vinto sul fuoco!
Era riuscito finalmente a riscattarsi!
Lui si autoconvinse di
averlo fatto per questo, lo fece per non dar ragione ai pirati. I
sentimenti sono più importanti, non era vero.
Tentò in tutti i modi di convincerisi di ciò, ma
non ci riuscì.
Il suo gesto, che a
ciascuno era parso crudele, era
semplicemente un ultimo disperato tentativo del suo cuore.
Quello era amore.
In tutti gli anni che
erano passati, non aveva fatto altro che smettere di provare
sentimenti.
Non
voleva riscattarsi, voleva battere la morte, voleva lei, voleva
spegnere le fiamme e riaverla.
Era
solo un ultimo disperato gesto d'amore verso la sua Lily.
* Piccolo spazio autrice*
Mettiamo in chiaro le cose, io detesto Akainu. Basti
sapere che quando è sprofondato nel burrone creato da
Barbabianca,
io mi sono messa a saltellare di qui e di là
ridacchiando per tutta la casa.
Quando, però, ho visto il tatuaggio che ha sulla spalla, mi
è scattatata la scintilla. Perchè ha dei fiori
(nell'anime viola) tatuati sulla spalla,
che sembrano essere avvolti dalle fiamme? Questa storia è
piuttosto estrema e OOC per essere vera (forse)!
Insomma io non fatico immaginare Akainu ammazzare i suoi uomini e
neanche i pirati, ma vederlo con una ragazza si. (Diciamocelo chi
riuscirebbe a sopportarlo?!)
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate della ff, non vi obbligo a
recensire (io sono la prima a non avere mai voglia), magari solo un
commentino.
So di aver ancora molto da imparare e migliorare, quindi le critiche
sono, oserei dire, quasi più ben accette dei commenti
positivi (Non per questo mi dovete odiare per forza!)
Un'ultima cosa, è una domanda che mi sono posta quando ho
scelto i personaggi... Ace lo devo mettere o no? S
ono un pò imbranatuccia in questo genere di cose, per cui se
c'è qualcosa nella presantazione che non vi torna non
esitate a farmelo notare.
Alla prossima
Tilia =|=
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