Titolo: Histoire d'Amour
Autore: Reagan_
Prompt: 1. Colpo di
Fulmine
Fandom: Harry Potter
Rating: Verde
Avvertimenti: -
Eventuali note dell’autore: Nel capitolo c'è un
salto temporale di un paio di mesi. I paesi dell'Est Europa
generalmente hanno il genere femminile per i cognomi.
[Dolohov è
maschile; Dolohova è femminile]
Histoire d'Amour
#Colpo di Fulmine
2 maggio 1998
La guerra era finita.
In quella notte di inizio estate, le nubi scure della notte erano
solcate da centinaia di luci, di strisce di colori allegri, di scritte
allegre e vittoriose.
Nonostante il sorriso sincero sulle labbra di Audrey Dolohova, il
dolore alle gambe e la pozza di sangue che si stava allargando sotto di
sé, la preoccupavano.
Non poteva proprio
permettersi di tirare le cuoia in quel giorno!
Avrebbe dovuto bere una birra con i suoi colleghi, dormire fino al
pomeriggio dopo e andare in ufficio, pronta per mesi d'inferno fra
processi, fuggitivi, sporadici attacchi e il trasferimento da
completare a Londra. Ora che ci pensava non aveva svuotato gli
scatoloni con i libri e gli utensili da cucina.
Una fitta di dolore attraversò la sua schiena mentre
stringeva la bacchetta e cercava di muoverla.
Un'ombra le coprì la visuale del soffitto squarciato.
-Stai bene?- domandò l'ombra.
-Oh. Benissimo … Non riesco a muovere le gambe …
- Audrey non aveva voluto sembrare piagnucolosa, ma la voce arrochita e
il bruciore agli occhi avevano fatto da sé.
Strizzò gli occhi più volte per focalizzare
quella persona che la stava trascinando malamente da quel groviglio di
massi e scale, un conato di vomito le si strozzò in gola
quando vide un pezzo del mantello di suo padre sbucare da un cumolo di
pietre.
Strinse le labbra e si aggrappò ancora di più a
quelle braccia magre e cercò di concentrarsi sulle poche
parole che lui le stava ripetendo, ma un forte senso di sonnolenza la
colse e tutto il suo corpo cadde improvvisamente in un sonno profondo.
7 luglio 1998
Arrossì quando notò di essere praticamente nuda.
Il petto era ricoperto da bende fasciante che facevano risaltare il suo
seno piccolo, le coperte erano scivolate oltre il bacino scoperto da
cui facevano capolino le sue mutande scure e le braccia, bloccate a
causa delle ossa spezzate, rendeva difficile recuperare almeno
un lembo del lenzuolo.
Sentì le guance infuocarsi di nuovo e deglutì
saliva in eccesso.
-Ricapitolondo quello che ha detto due settimane fa al mio collega, lei
ha ucciso Dolohov, Rimle e Gibbon, giusto?- disse l'uomo.
Audrey annuì.
L'uomo era entrato con il cartellino del Ministero appuntato sul
taschino, i fascicoli in mano, una grigia veste spiegazzata, l'aria
stanca e i capelli flosci che pendevano verso sinistra, come se si
fosse appena svegliato da un sonno agitato.
Ma la sua voce era la stessa che l'aveva trovata e salvata.
Quel timbro basso e secco era identico, aveva buona memoria per i
dettagli e ne era rimasta piacevolmente colpita.
-Sì, prima … Ho fatto fuori Rimle. Un paio di
maledizioni. Con Gibbon siamo arrivati alle mani. Aveva perso la
bacchetta grazie a un ragazzo della scuola che gliela aveva schiantata
lontano. Mi sono presa la soddisfazione di torcergli letterlamente il
collo.-
L'uomo alzò gli occhi dalla penna magica che scriveva le sue
parole e la fissò con la fronte aggrottata.
Sembrò per un attimo valutare se dirle qualcosa ma
preferì scuotere la testa.
-Poi … Mio padre, Dolohov. Con lui è stato
difficile, ad un certo punto si è distratto e l'ho colpito
… - Ad Audrey le si mozzò il respiro. Aveva
rivissuto ogni scena, aveva rivisto chiaramente gli occhi sorpresi di
suo padre quando la Maledizione Senza Perdono lo colpì e il
gemito di dolore, lungo e tremulo, che emise quando i massi del
soffitto caddero sul suo corpo.
Cominciò a tremare e a desiderare di essere morta come lui.
A quest'ora sarebbero stati due cadaveri putridi che si guardano in
cagnesco nella tomba di famiglia per l'eternità.
Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla e un viso
chinarsi accanto al suo.
-Lei ha combattuto una guerra dalla parte giusta, nonostante la sua
parentela. Ho sentito che è uno dei migliori Auror
dell'Ufficio Internazionale, non avrà mai più
bisogno di rivangare questo episodio per il Ministero.-
mormorò scandendo bene le parole come se avesse imparato a
memoria un discorso. -Le consegno il mio biglietto così se
avrà altri dettagli da dichiarare, potrò cambiare
di persona la sua dichiarazione.- le disse con un tono pratico.
Audrey alzò gli occhi ed incontrò le sue iride di
un azzurro brillante ma che trasudava stanchezza.
Per un attimo sembrò di volerla baciare dato lo sguardo
fisso sulla sua bocca, Audrey tentò rizzare il mento e
incollare le secche labbra sulle sue.
-Arrivederci, signorina Dolohova.- disse ad un tratto infastidito,
sobbalzando indietro e marciando verso la porta.
Il cuore di Audrey aveva fatto un paio di strani capitomboli e quando
la porta si chiuse facendo vibrare i leggeri muri della camera, si
sentì quasi male.
Non aveva più saliva, le mani erano sudaticce, il sorriso
ebete che le si allargava sulle labbra e una strana euforia.
Un colpo di fulmine, pensò stringendosi il biglietto dove
brillava in rosso il nome del funzionario : P. I. Weasley.
Si sentì una sciocca ragazzina mentre si sdraiava sul
cigolante letto e ripensava a quegli occhi azzurri, quel corpo magro e
quella voce corposa, tuttavia quella notte fu la prima senza incubi.
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