Bhè
la nostra vita alla Whammy’s credo che ormai la
conosciate tutti, mi sembra inutile ripartire da li a scrivere di noi.
Si
sempre e solo noi Matt e Mello due nomi che si sposano prfetttamente,
combaciano come due pezzi di un puzzle. Bhè Mello
è voluto andare via da quella
che era la nostra unica dimora, il nostro unico rifugio
d’amore in questo
freddo e tetro mondo, e io l’ho seguito..non avrei potuto
fare altro. Non lo
avrei lasciato andare senza di me per nessun fottutissimo motivo a
questo
strano mondo, per niente. Perché lui è la mia
vita, è l’aria che respiro
insomma è tutto. Io l’ho sempre amato, desiderato
con ogni cellula del mio
corpo e sognato ogni notte della mia misera vita e alla fine
è successo il
miracolo, il più bel miracolo di tutti i tempi. Abbiamo
“approfondito” la
nostra amicizia e io non avrei potuto chiedere di meglio,
perché lui era solo
mio..Mio e di nessun altro, nemmeno di Near o di L..solo Mio. Abbiamo
un
minuscolo appartamento, non che possiamo permetterci di meglio,
però almeno
abiamo un posto dove vivere assieme. Ormai arriva l’estate
sarà questione di un
mese…però svegliarsi la mattina appena ti alzi da
quello scomodissimo letto.bhè
una ventata di freddo gelido ti assale, ti penetra nelle ossa fino a
farti
rabbrividire. Mi alzo come sempre e mi trascino fino al divano, dove mi
copro
con una copertina..la bocca impastata tipico da appena svegli e i sensi
intorpiditi non aiutano molto a cominciare la giornata.
Matt
da un po’ di tempo a questa parte è il primo ad
alzarsi
la mattina e a preparare la colazione. Lui l’ha capito, lo
sente nelle ossa che
in Mello c’è qualcosa che non va, ma il biondo non
ne parla e si rinchiude
sempre più spesso nei suoi silenzi. Non parlano
più come un tempo e vivono
senza amore. Persino quando fanno l’amore, non lo sentono
più l’amore..lo fanno
solo perché ne sentono bisogno, ne hanno bisogno, ma senza
sentire l’uno il
calore dell’altro, senza sentire più la
complicità e il desiderio reciproco.
Preparata la colazione Matt esce di casa, come sempre, e si dirige
verso quel
maledettissimo negozio di elettronica dove risolve i problemi alle
varie
console di videogiochi..Non è il lavoro dei suoi sogni, anzi
non è nemmeno un
lavoro decente dal suo punto di vista..però in qualche modo
dovrà pur portare a
casa dei soldi. E cosi la sua noiosissima mattina prosegue.
Mello..colui
che una volta era così forte e arrogante ora è
solo un mucchio di ossa che si trascinano doloranti. Si siede al tavolo
e
mangia la colazione preparata da Matt, però qualcosa non
quadra..perchè anche
Mello da un po’ di tempo a questa parte nasconde un segreto.
Un pessimo
segreto. Mangia, butta il piatto nel lavandino e si trascina verso il
bagno. Si
mette in ginocchio davanti a quello schifo di cesso e due dita in
gola..giù a
vomitare. Non sa cosa sta facendo, ma non sa perché lo sta
facendo..ormai è la
sua routine e diventato come una squallida troietta che pur di rimanere
magra e
bella sceglie la strada della anoressia. Ma Mello non deve apparire
bello agli
occhi di nessuno, allora perché lo sta facendo? E
così come ogni giorno vomita,
fino a vedere il sangue ed esausto si accascia su quelle fredde,
ghiacciate
mattonelle. Si rannicchia per cercare calore in sé stesso,
il calore della vita
che lo sta lentamente abbandonando. Forste è stufo o forse
vuole smetterla di
vedere questo mondo di sofferenza e lacrime.
Matt
di solito torna alla sera è sempre puntuale e preciso
perché vuole rivedere Mello il suo mello, però
quella sera non è tornato..e
mello o aspettava, aspettava che quella maledettissima porta si aprisse
e
aspettava di vedere il suo amico…anzi il suo
amore..l’unica cosa che lo teneva
agrappato alla vita..ma non lo vide, era li come un cucciolo
abbandonato seduto
sul divano fissando quela porta. Sperava che quella porta si aprisse
per
salvarlo dal timore, dalla paura che Matt avesse trovato un altro. Non
se lo
sarebbe mai perdonato e non glielo avrebbe mai perdonato,
perché Matt era suo
anche se ora non lo dimostrava come una volta.
Ma
questo non cambiò niente perché Matt non sarebbe
tornato
quella sera, né mai. Dov’era Matt?? Continuava a
chiederselo torturandosi così
per distrarsi accese quella piccola scatola luminosa che chiamavano
televisione, anche se per vederci dentro sarebbe servita una lente di
ingrandimento. Girò un paio di canali quando si
soffermò surpreso sul tg,
sgranò gli occhi increduli..cominciò a tremare e
gli lacrimarono gli occhi. Non
poteva credere a quello che aveva appena visto, una cosa
incredibile..una cosa
assurda..terribile..vide matt, il suo matt disteso al suolo..coperto da
un
velo..immobile, freddo..quasi ghiacciato..Mello sbiancò,
divento color cadare.
Come
poteva reagire, come?..la scomparsa del suo migliore
amico..la scomparsa del suo amante..di colui che sapeva fargli battere
il
cuore..di colui che sapeva smuoverlo dentro..sapeva ricostruire il
mello che
andava lentamente morendo dentro..cadendo a pezzi..mattoncino dopo
mattoncino..ma matt era sempre pronto a raccogliere i cocci..ricomporli
con
amore e pazienza…ora chi lo avrebbe ricostruito?.. chi lo
avrebbe aiutato nel
fatidico momento in cui non ce l’avrebbe più
fatta?..CHI?!
Non
poteva pensarci..il pensiero lo uccideva..così la
piccola fortezza..il piccolo castello chiamato mello..
crollò, eccolo il
momento peggiore della sua vita.. i mattoncini caddero, uno per
uno..e mello..bhè mello crollò..forse per lo
shock..forse per la tortura che si
infliggeva..ma la sua candelina si spense..un secondo prima ci sei,
quello dopo
no..ora,forse, lo avrebbe raggiunto..
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