Schizophrenia is taking me home

di LeelooMolko
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SCHIZOPHRENIA IS TAKING ME HOME

Mentre moriva lentamente,Timothy Barker pensò che quella fosse la sensazione più bella al mondo. Tutto stava iniziando a perdere i contorni davanti alle sue palpebre semichiuse e al suo sorriso bavoso:il suo corpo nudo immerso nell’acqua rossa,il rasoio buttato sul pavimento,le mattonelle umide di vapore del suo bagno,l’ombra nera accovacciata sul bordo della vasca.
Nessuno avrebbe mai cercato il suo cadavere,di questo ne era sicuro,ma aveva comunque scritto un biglietto che aveva lasciato sul tavolo della cucina. ‘’Ora c’è silenzio’’ era il laconico messaggio rivolto verso il soffitto scrostato. Ma mentre la morte lo abbracciava sempre più forte,Tim sentì una voce che sembrava quasi allontanarlo dall’oscurità. Fastidiosa. Irritante. Insistente. Maledettamente familiare. La voce di sua madre.
-Tim...Tim...aiutami,Tim...aiuto...- L’acqua nella vasca iniziò a schiarirsi fino a diventare rosa e le pareti del bagno crollarono tutt’intorno a lui in una cascata di detriti mostrando un paesaggio spoglio e desolato. Sola la porta era rimasta in piedi,il legno scuro che si stagliava contro il cielo grigio dalla cenere.
Timothy si alzò,scrollandosi di dosso l’acqua che ormai era tornata trasparente. Si meravigliò nel vedere sui suoi polsi (dove prima spiccava il bianco dei tendini) grosse cuciture nere come filo spinato. Si diresse verso la porta per cercare di fermare quella voce che gli stava lacerando i timpani. Quando abbassò la maniglia però la soglia sparì e lui si ritrovò a cadere in un nulla ipnotizzante che gli riapriva le cicatrici sui polsi,nel cuore,fin dentro al cervello,nell’anima. Iniziò a gridare fin quando la sua voce si mescolò al buio accelerato dalla sua caduta;fin quando la sua gola divenne un vulcano rovente;fin quando perse totalmente consapevolezza di sé stesso,diventando egli stesso voce.
Improvvisamente dall’oscurità emersero un paio di occhi che sembravano quasi guidarlo nel suo ritorno al mondo reale con quelle loro iridi smorte e traslucide come biglie. Tim si svegliò di soprassalto ma quegli occhi tremendi erano ancora lì che lo fissavano,freddi e immobili come il cadavere a cui appartenevano,buttato scompostamente sul pavimento. Ricambiò il suo sguardo fisso per un lasso di tempo che gli parve infinito. Era una giovane donna nuda dai capelli e ricci e la pelle incredibilmente diafana. Le sue labbra cucite erano livide e dal suo ventre squartato emergeva quella che sembrava essere l’estremità di un’ascia. Tim sorrise di rimando al ghigno sghembo del cadavere fissato per sempre con lo spago,poi scoppiò a ridere incontrollabilmente. Era la risata isterica di un folle,una di quelle agghiaccianti che non vorresti sentire nemmeno nei tuoi incubi più deliranti.
Le risa si trasformarono in singhiozzi disperati e Tim cadde in ginocchio davanti al cadavere di sua madre. Le accarezzò i capelli rossi e le baciò la fronte ghiacciata. Con lo sguardo annebbiato dalle lacrime le tolse l’ascia dagli intestini e,sollevandola delicatamente,l’adagiò sul suo letto. La coprì con la coperta,spense la luce e si andò a sdraiare accanto a lei.
-Buonanotte,mamma.-
L’ascia calò precisa sul suo sterno e poi fu tutto silenzio.
 
 
**Ciao a tutti!Questa è la prima storia,non riguardante una ff,che pubblico…era da un po’ che ci stavo lavorando e alla fine ho deciso di pubblicarla :),mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
Il titolo del racconto è preso dalla canzone ‘’Schizophrenia’’ dei Sonic Youth.
LeelooMolko




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