Ecco a voi una nuova schifezza! In ogni caso spero lascerete un misero
commento, giusto per verificare i miei pronostici(negativi, chiaro)!
Buona lettura!
Il
Sogno
E' tutto finito. Ogni cosa, ogni vita. Ogni problema.
Harry lo sa, sa che
c'è da fare ancora, ma l'incubo è stato
eliminato. Anche le notti in bianco.
Ed ecco il suo
dormitorio con due letti perfettamente sistemati, quasi ad aspettare
lui e Ron. Le tendine ordinate, sempre più bordeaux, o forse
è lui a vederle così. E quelle tende sono sempre
state lì, a vedere tutti.
Il materasso sembra un
pò più rigido, ma probabilmente è la
schiena di Harry ad essere troppo dolorante.
Due minuti per
pensare. Solo due, prima di cadere in un sonno profondo.
Ci
sono delle voci. Ci sono movimenti.
Gli
occhi di Harry si aprono.
Trattiene
violentemente il respiro.
Si
trova in una stanza. Un raggio di sole entra da una finestra e la
illumina. C'è un divano, bianco con cuscini rossi, e sul
divano c'è una donna. Lei ha i capelli rossi, per la
verità un pò disordinati, gli occhi sono due
smeraldi. La fronte è lucida, sembra esserci caldo. Le
labbra graziosamente inclinate in un dolce sorriso. Ha un bambino in
braccio e lo culla, gli parla, ma non servono parole a Harry per
descrivere Lily, sua madre. E' lei, lo sa, lo sente. E più
passano i secondi, più la leggera sensazione di tensione,
quel nodo nello stomaco, si scioglie ed è felice. E soffre.
Sente
delle risate. Vengono da sopra. Una già la conosce, pure
bene.
Tre
figure a lui ben note, arrivano nella stanza col divano bianco. Lily
rimprovera James: il bambino sta per addormentarsi. James si china
sulla moglie, prende delicatamente il figlio tra le braccia e lo guarda
intensamente. No, non è lo sguardo sornione. E' lo sguardo
pieno d'amore che un buon padre può rivolgere a suo figlio.
Sorride, gli carezza la testa piccola, ben attento a non agitarlo in
nessun modo. Lo porge alla madre, che si alza, si risiede e poi si alza
di nuovo.
Remus
ha quel suo solito sorriso mite, dolce, tranquillo. Lo sguardo vaga
dall'uno all'altro membro della piccola famiglia. Si alza le maniche
della camicia e sono perfettamente parallele. Remus e la sua solita
perfezione. Remus, che non esiste aggettivo per descriverlo. Remus. E
basta. Ed è là, in silenzio, che osserva
soddisfatto, che guarda il piccolo e pensa a chissà cosa. E
poi guarda Sirius. E Sirius guarda lui. I capelli neri che gli ricadono
distrattamente davanti agli occhi grigi, occhi che vagano impazienti.
Vorrebbe parlare, vorrebbe ridere. E' felice e deve dimostrarlo. Lo sa
dentro di sè che vorrebbe tornare ai tempi spensierati della
scuola, ma è felice perchè ora c'è
anche Harry. E perchè Lily e James lo hanno nominato suo
padrino. Lui. Non Moony. Strano, ma vero. Segno che James non aveva
smesso mai di considerarlo il suo Padfoot, il suo migliore amico, il
suo fratello acquisito. E ha giurato a sè e a James, che per
Harry farà qualsiasi cosa, pure morire se necessario. Guarda
di nuovo Remus. Sembra sia in un'altra dimensione. Sembra non sia il
Moony con cui si era insultato qualche volta e che inevitabilmente
aveva finito per adorare. Ora guarda in direzione dell'altro Harry, il
ragazzo. E dopo di lui tutti. Lily mette il fagotto nella culla e si
avvicina al ragazzo. Harry sente la mano di sua madre accarezzargli la
guancia. I loro sguardi si incrociano e sembra crearsi un collegamento,
sembra che i loro occhi si siano legati.
"Harry,
figlio mio... Sono fiera di te. Sei stato forte, determinato. E hai
vinto. Mai ho smesso di amarti e mai
smetterò.Sarò sempre qua, con te, per sempre"
Il
bambino piange. Lily corre a cullarlo.
Pure
il cuore di Harry piange. Gli occhi bruciano.Guarda fuori dalla
finestra. Fuori dal cancelletto c'è una figura scura,
incappucciata, immobile.
Sussulta
quando una mano si posa sulla sua spalla.
"Quello
è il segno che lo hai fermato, Harry. Non avere paura,
è solo un fantoccio"
"Perchè
è là, papà?"
"Perchè
il tuo inferno è cominciato quando lui ha oltrepassato quel
cancello" James si volge al guardare suo figlio, la sua fotocopia"Non
ci sono parole per farti capire quanto io sia orgoglioso di te. Sei un
grande uomo, sei un ragazzo straordinario. Sono felice di averti come
figlio. Adesso dedicati a te, alla tua felicità
perchè te la meriti. Anche io sarò sempre con
te.Sempre"
Il
bambino piange di nuovo e James si accosta a Lily per giocare col
piccolo Harry.
"Sai,
è terribilmente idiota morire dietro un velo. Non fa che
ripetermelo pure Moony."
"Dimentichi
che mi hai detto che sono un grande coglione"
"Dettagli,Rem.
Dettagli."
Sirius
guarda Harry. Questo Sirius ha dei baffi accennati e lo sguardo
più acceso. E' uomo e ragazzino insieme. Ghigna, affascina,
ride, ribatte. Si fa serio.
"Harry,
giuro...Giuro che mi dispiace. Non volevo lasciarti. Avrei voluto
festeggiare con te la fine. Avrei voluto aiutarti ogni volta che ne
avevi bisogno."
"Sirius,
è tutta colpa mia...Avrei dovuto..."
"No,
Harry. Non darti nessuna colpa per la morte mia e di Sirius. Non
moriremo mai veramente se ti ricorderai di noi."
"Non
vi dimenticherò per nulla al mondo"
"Adesso..."
"No,
Sirius! Non andate...Ho paura che non riuscirò ad andare
avanti, ora che nulla mi affligge.Se mi lasciate sono perso"
Il
bambino piange. Sirius guarda Remus. Quello sospira.
"Harry,
tu ce la farai. Tu sei forte! Il tuo cuore è forte!"Sirius
gli poggia una mano all'altezza del cuore "E noi saremo sempre qua. Lo
sai. Te l'ho detto qualche anno fa"
"E
poi adesso sei il padrino di Teddy. Ho bisogno di te"
Harry
lo sa, annuisce. Ce la farà. Guarda di nuovo fuori. Un
ragazzo alto, con i capelli rossi e un mucchio di lentiggini da un
pugno al fantoccio di Voldemort, gettandolo a terra. Fatto
ciò, Fred si gira verso di lui e gli fa l'occhiolino e
scompare nel nulla. Un Fred è sempre un Fred. Guarda di
nuovo Remus e Sirius. Sa che ora non li vedrà mai
più e sente gli occhi già più umidi.
"Addio
Harry. Grazie per avermi insegnato ad accettarmi. Grazie per avermi
accettato. E grazie per Teddy. Ti sarò per sempre grato"
Remus
lo abbraccia e poi si unisce alla famiglia attorno al bambino che ha
ripreso a piangere. Ora tocca a lui, Sirius.
"Giuro,
non ti lascerei andare. So di essere il meno maturo di loro, ma non lo
ammetterò mai. Soprattutto davanti a Remus" quello,
Remus, si gira e ghigna e poi torna a guardare il piccolo "Ma
devi andare e continuare la tua vita. E anche se non sarò
là a parlarti, sappi che sarò sempre partecipe di
ciò che farai e sarò almeno da...morto...un...un
degno padrino. Addio, arrivederci, a presto..."
Si
stringono in un lungo abbraccio e Harry sa che ora le lacrime gli
stanno scendendo perchè Sirius era importante per lui e
adesso dovrà accontentarsi del suo ricordo, senza che ci sia
più nessuno che possa parlargliene. Senza che ci sia
più nessuno che sappia dei Malandrini. Non riesce nemmeno a
pensare da ragazzo intelligente. Sembrano pensieri idioti uniti con la
saliva, ma è tutto vero.
Si
dividono. Sirius esce dalla tasca un fazzoletto e glielo porge. Ci sono
scritte le sue iniziali: S.B.
"Servirà
più a te. Adesso devo andare. Una piccola peste mi aspetta."
Sirius
guarda il bambino. Il bambino lo fissa immobile, in attesa. Lui e Harry
si scambiano un ultimo, straziante sorriso, prima di lasciarsi.
Non
per sempre. E' solo per un pò.
Lily
e James, ritratto di felicità, lo guardano di nuovo,
sorridenti.
E
poi il buio.
Harry si sveglia di
soprassalto, il viso bagnato dalle lacrime.
Deve aver superato il
suo record: deve aver dormito almeno 24h.
Si alza dal letto e
apre la finestra.
E' notte.
Il cielo è
limpido.
Harry vede quattro
stelle brillare più delle altre e sorride tra sè.
Il freddo pungente
della notte unito al viso bagnato dalle lacrime lo infastidiscono e
cerca qualcosa con cui asciugarsi il viso.
Non sa
perchè, ma una voce gli suggerisce di controllare le tasche.
Trova un fazzoletto.
C'è scritto
qualcosa.
Cerca di focalizzare
meglio.
Harry sorride e guarda
ancora il cielo.
C'è scritto
"S.B".
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