Primo
PRIMO CAPITOLO
La mia mano non riesce più a reggere la testa che , dopo 3 ore
di letteratura latina, è diventata troppo pesante. Non mi sono
mossa neanche una volta, eccetto per i vari sbadigli che mostravo alla
professoressa durante le sue spiegazioni. Oddio, ho
sempre amato il latino ma ciò che non va è la stridula e
squillante voce della Rondine, la professoressa dai capelli arruffati e
le labbra strette e rosse. Stiamo affrontando Catullo e le sue poesie
per Lesbia come Odi et Amo. Per la professoressa questa poesia
rappresenta la cultura, per noi alunni soltanto un'altro compito da
tradurre, analizzare e tutte le cose che seguono, significa un'altro
pomeriggio rinchiusi in casa sommersi da appunti e da libri, e
significa digerire caffé, tanto caffé, troppo caffé.
La campanella che segna la ricreazione miracolosamente ci salva
pure oggi e tutti i miei compagni come topi si allontanano dalla classe
quasi correndo. La professoressa sogghigna ed io mostro un verso
disdegnoso. Lei e i suoi pari c'hanno
sempre provato piacere a farci morire dentro un aula soffocante,
stretta e sporca. Più di una volta ci siamo lamentati delle
condizioni penose della scuola durante le assemblee ma i rappresentanti
non hanno mai ascoltato i nostri problemi perché far parte dei
beniamini dei professori è decisamente più comodo. In
questo inferno però sono riuscita a trovare il mio angolo di
paradiso: Emma e Nadia, le mie due migliori amiche, sono completamente
diverse tra di loro ma si vogliono bene come sorelle ed io completo
questo trio (im)perfetto. Emma è la bad-ass del gruppo, la
festaiola, la ragazza piena di vita ma che in fondo nasconde un lato
sensibile e debole. Nadia è la classica nerd che non pensa ad
altro che a studiare, non ha tempo per stare al passo con la moda e non
ha tempo per gli animali, comunemente chiamati maschi. E' tutto
ciò che Emma non è ma rappresenta la metà di me.
Io sono un ibrido, sono stata influenzata da entrambe. Mi piace andare
alle feste come mi piace andare bene a scuola. Amo la moda e vestirmi
bene quanto amo stare in pigiama e ciabatte. Soltanto una cosa mi
distingue dalle due: sono innamorata di un solo ragazzo da tre anni.
Emma, invece, ha il cuore aperto al primo ragazzo che le rivolge la
parola mentre Nadia, come ho già spiegato, è chiusa a
tutti. Peccato per lei, è molto carina come ragazza.
Presa dai miei pensieri, Emma mi prende la mano e mi tira fuori dall'aula.
- Perché mi tiri? Ma sei scema? - Le urlo contro. Lei mi guarda
complice e sorride. D'un tratto si ferma e mi indica un punto del
corridoio. Mi viene un groppo alla gola e le abbasso ferocemente il
braccio. Rossa come il fuoco, la guardo malissimo. - Mi poteva
scoprire! - le sussurro.
- Sei proprio paranoica, Racky - mi risponde scuotendo la testa. -
Voglio solo che una volta per tutte, vai da lui e gli dici quello che
provi! -
- Ma ti sei rincoglionita oggi o è una cosa in progresso
già da tempo? - tengo gli occhi sbarrati - Lui neanche mi
conosce! Sarebbe proprio ridicolo -
- Per quanto la cosa mi risulti strana, devo dare ragione ad Emma -
Nadia s'intromette nella discussione - Non puoi passare altri due anni
con questo amore tormentato -
- Siete voi che mi tormentate - così dicendo, mi avvicino a
passo svelto alla classe. Emma mi tira a sé, prendendomi dalla
spalla.
- Noi lo diciamo per te. Siamo stufe di vederti così. Ogni
ragazzo che ti parla e ti corteggia si trova sempre davanti ad un muro.
Ma poi non ho ancora capito che ci trovi in lui - Appoggia le mani sui
suoi fianchi ben scolpiti.
- Ci vedo tutto quello che non vedo negli altri - Emetto un sospiro, guardando in basso.
- Il problema è che non dai agli ''altri'' il tempo che invece
dedichi a pensare a lui - replica Nadia in difesa di Emma.
- Ragazze, basta! Voi non potete capire - le guardo seriamente negli
occhi - Lui.... Alessandro è l'unico motivo per cui la mattina
mi alzo da quel letto e corro in questa stramaledetta scuola - inizio a
scrocchiarmi le dita e volgo lo sguardo dove poco prima c'era lui. Se
n'è andato. Sbuffo - Ora vi prego, non ne voglio parlare.
Torniamo in classe! -
Pov. Alessandro.
- Ale, che fai oggi? - Roberto mi sussurra questa frase ogni singolo giorno e come sempre gli do la stessa risposta.
- Sono a casa tua, amico! - Ridiamo in silenzio. Forse non troppo in
silenzio dal momento che il professore Garducci ci guarda come se
volesse trucidarci.
- E che il suono sia! - Pronunciata questa frase da Rob, la campanella
suona ed io accompagnato dalla mia squadra ci apprestiamo ad
allontanarci dal ''mostro''. Raggiungiamo la nostra finesta alla quale
mi appoggio con nonchalance, sbattendo la testa contro essa. Bestemmio
qualche parola di troppo sottovoce massaggiandomi il capo.
Roberto, mi tira un pugno e con lo sguardo mi indica una ragazza in
fondo al corridoio. Si tratta di Nadia Ferrante, la sua più
grande cotta. Gli do una spinta. - Vai da lei, cretino! Cosa vuoi da
me? -
- Coglione, Nadia non mi guarderebbe neanche fra cent'anni! - Mi sussurra strozzando la voce.
- Allora ti ci accompagno io, magari con me si scioglie. Che ne pensi?
- lo prende in giro Guido. Ci mettiamo tutti a ridere e Rob mi guarda
male.
- Non fare il frocio e vacci! - Gli do un'altra spinta - Guardala! E' proprio lì, non hai niente da perdere! -
- Tranne la mia dignità, quella sì che la perdo! - mi urla contro.
- Così perdi solo la tua virilità, sembri una ragazzina!
- questo è il mio modo per incoraggiarlo, brutale ma sincero. -
Dai, andiamoci! - inizio a trascinarlo dalla manica della maglietta.
Lui mi strattona e torna indietro.
- Se ne sta già andando in classe, lasciamo stare - mi volto a
guardare Nadia per verificare le sue parole. Sta davanti la porta della
sua classe in compagnia delle sue amiche, Emma Petrocchi e l'altra
della quale non ho mai saputo il nome o il cognome. Sospiro riportando
lo sguardo sul mio amico e mi avvicino a lui. - La devi smettere di
essere così.... bloccato. Scialla, amico! E' solo una ragazza!
Non ti potrà mai ferire fino in fondo! -
- Parli te che l'unica femmina che hai avuto nella tua vita è tua madre! - mi replica.
- Oh, lascia stare mia madre! E poi ti sei scordato di Giada? - gli tiro uno schiaffo lento sul collo.
- Con quella c'avrai passato solo due giorni insieme. Ti ricordo che
poi t'ha lasciato. - Alza le sopracciglia, guardandomi con aria
impertinente.
- E allora? - scrollo le spalle - Almeno ho avuto la mia buona e lunga
dose di pomiciate. Te, ancora, non hai avuto niente di tutto questo!-
Ci incamminiamo verso la nostra aula dal momento che la campanella è suonata nuovamente.
- Aspetto la ragazza giusta - dice farfugliando qualche altra cosa che non sono riuscito a capire.
- Aspetti la ragazza giusta? - Scoppio a ridere - Dai, entra e non fare Cenerentola! -.
Angolo della scrittrice: Buona sera a todos! Ecco un'altra storia e
tanto per informarvi è la mia prima storia ambientata in Italia
con dei personaggi con nomi italiani e bla bla bla, tutto italiano!
Anch'io sono scioccata per questa scelta...La verità è
che Bianca come il latte, rossa come il sangue mi ha influenzato troppo
e mi son detta: e va be, ci posso sempre provare. Presto arriveranno le
descrizioni dei luoghi e dei personaggi, per ora date libero sfogo alla
vostra immaginazione. Ora vi saluto, ADDIO! :)
PS: NON E' LA CLASSICA STORIA D'AMORE TRA RAGAZZI DI 16 ANNI PERCIO'
NON LASCIATEVI INFLUENZARE DALLE VOSTRE IDEE MALVAGIE. UN BACIO, PEACE
AND LOVE.
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