Bacio
inaspettatamente rivelatorio
Annotazioni:
Ovviamente
tutto ciò si svolge in un ipotetico periodo prima della
comparsa del sexy e tenebroso (ma dove?) Jerome Sinclair.
Ed
ovviamente è altamente fanon e puramente impossibile.
Ma
io shippo tutti con tutto. Sì, shippo pure tu che leggi con
un altro lettore random.
Hymn
«Sapevi che
alcune ragazze raccontato episodi mai avvenuti tra me e tuo fratello
Axel?»
La voce di
Julian distolse Jordan dai suoi pensieri, mentre camminavano
tranquillamente per le strade della Vecchia Capitale, ben avvolti nei
loro mantelli e nei loro indumenti da scholares, per ripararsi dal
vento sferzante che in quei giorni soffiava sulla città.
«Le
ragazze dicono sempre un sacco di stupidaggini, a partire da quanto
Damian e Rafael sarebbero sexy assieme.» ricordò
all'amico il giovane principe di casata Vandemberg, rievocando alla
mente l'episodio avvenuto mesi prima al Collegio, quando sia loro che i
gemelli Sinclair si erano allontanati di qualche passo, causa
testimonianze ricevute sul fantasticare delle matricole e delle
studentesse sul redivivo di stirpe Lancaster e l'ormai ex Duca della
Chiave di Valdyer.
«Sì,
dicono un sacco di fesserie, specie sui ragazzi. Ti pare, io e tuo
fratello?» soffiò in risposta Julian, lasciandosi
poi andare ad una risata divertita, suscitando nell'amico al suo fianco
un lieve ed impercettibile tuffo al cuore e uno sguardo di sottecchi
non notato da Julian.
Con una
scrollata di spalle Jordan diede cenno di non voler continuare una
sì talmente stupida conversazione, nonostante nella sua
mente correvano rapidi pensieri e possibilità, di cui
ovviamente non rese partecipe Julian, decidendo quindi di deviare il
discorso verso lidi più sicuri, almeno per evitare di
toccare l'argomento ragazzi.
«Tu
piuttosto» iniziò il giovane princeps
«come pensi di poter attrarre su di te le grazie
dell'Onorevole Megan? O per meglio dire, le dolcezze del suo
gomito?»
Julian
voltò lo sguardo verso Jordan, sorridendo con una punta di
malizia che fece sorridere altrettanto maliziosamente l'amico.
«Tuo
fratello mi consegna spesso messaggi per l'Onorevole Eloise... Quindi
vado molto spesso alla Misericordia. E non manco mai di scambiare uno
sguardo con l'Onorevole Megan.»
Jordan rise a
quelle parole, scuotendo leggermente la testa per evitare di esporsi
troppo al vento.
Megan Linnett,
studentessa della Societas di Medicina, era famosa per i suoi modi
bruschi e per il non lasciarsi coinvolgere da ammiratori più
o meno insistenti.
Occhi verdi
azzurri, capelli biondo scuro, era la tipica ragazza che, se solo
avesse voluto, avrebbe avuto ai suoi piedi stuoia di ammiratori e
possibili amanti che nulla volevano se non l'essere considerati almeno
per qualche secondo.
Ma l'unica
dura considerazione che ricevevano era il dolce gomito della ragazza
premuto su svariate parti del corpo quando, arrivati alla
Misericordia, non riuscivano a star fermi sulle lettighe lamentandosi
di chissà quali malattie.
«E
Lady Megan ti degna di uno sguardo o di qualche gomitata?»
domandò Jordan, facendo quindi sospirare Julian,
evidentemente affranto.
«Né
dell'uno né dell'altro. Mi accontenterei anche di una
gomitata, pur di essere sfiorato da sì affascinante
donna.» disse teatralmente, facendo ridere Jordan, una risata
divertita e lievemente...
Julian non
sapeva riconoscere il tono nella voce dell'amico, forse malinconia,
forse rassegnazione. Conosceva il più piccolo dei Vandemberg
da quando lui e Sophia erano giunti al Collegio di Aldenor, quindi
ormai tre anni prima.
Julian e
Jordan erano fin da subito capitati in camera insieme, e da allora
erano diventati migliori amici e compagni inseparabili, sia nei momenti
di divertimento che negli allenamenti.
L'unico
rammarico del giovane Julian era, a volte, l'impossibilità
di poter stare con Jordan e con la sorella a causa del loro rango,
giovane rampollo Vandemberg e futura regnante sul trono di Altieres.
«Riuscirò
a conquistarla, un giorno. Altrimenti, amico mio, mi darò
alla macchia. Oppure sposerò te, tanto ormai già
condividiamo una camera, no?»
Tirò
una lieve gomitata sul fianco di Jordan, con voce scherzosa e
divertita, e l'amico si voltò verso di lui, ricambiando il
sorriso dopo solo un attimo di esitazione.
«Sei
sicuro di star bene, Jo'? Sei taciturno da un po' di tempo.»
Julian alzò un sopracciglio, visibilmente preoccupato per
Jordan, pensando che l'amico stesse ammalandosi. Troppa lettura,
evidentemente.
Jordan fece
per rispondere, ma il procedere a tutta velocità di una
carrozza lo obbligò ad avvicinarsi a Julian e spingerlo
verso una delle strade laterali sulla principale per il Collegio e,
istintivamente, premette le mani sul petto dell'amico, spingendo al
muro.
Julian
sgranò gli occhi, confuso da quell'atteggiamento, e rimase
ancora più immobile quando sentì sulle labbra
quelle calde e rigide di Jordan. Chiuse gli occhi qualche istante,
rimanendo paralizzato tra il muro e le mani dell'amico, e li
riaprì soltanto quando quel contatto improvviso e non
desiderato venne a mancare.
«Sì,
sto bene.» mormorò quindi Jordan a pochi
centimetri dalle sue labbra, prima di allontanarsi e riprendere a
camminare a velocità più sostenuta verso il
collegio, rosso in viso.
Julian rimase interdetto,
ancora premuto contro il muro e lo sguardo sgranato, fisso sulle spalle
del compagno di stanza. Quando si riscosse almeno venti metri li
separavano e, sistemandosi il bavero della giacca, iniziò a
correre verso Jordan, placcandolo per la vita e sbucando da sotto il
suo braccio quando lo sentì sobbalzare, osservandolo dal
basso.
«Quindi
ti piacciono i ragazzi!» disse Julian, divertito, e Jordan
roteò gli occhi al cielo, stringendo il braccio attorno al
collo di Julian che, tuttavia, non dava cenno di volersi allontanare da
lui.
«Per
il Presidio, abbassa la voce! Se lo venissero a sapere i miei fratelli
sarebbe la mia rovina!» si lagnò Jordan, guardando
male l'amico, che per tutta risposta gli diede una pacca sulla spalla,
prima di liberarsi dalla morsa del suo braccio e affiancarlo nuovamente.
«Sarò
muto come un pesce... Però» aggiunse «i
dettagli della tua vita sessuale devi tenerli lontani da me, basta che
tu sia... Felice, suppongo. E, soprattutto» si
avvicinò all'orecchio di Jordan, a quel punto
«spero tu sia l'attivo della coppia, amico mio.»
gli sussurrò con voce divertita, prima di ridere e
sorridendo nel sentir ridere Jordan a propria volta, che sembrava
adesso aver riacquistato l'allegria che nell'ultima mezz'ora di
conversazione era misteriosamente sparita.
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