in the mind of amy

di memma_
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"In the mind of Amy"

Odiava i muri in cui era rinchiusa 24 ore su 24. Odiava tutto, lei, odiava tutti. Ogni giorno per lei non era che uno spreco di minuti per la sua stessa inutile esistenza. Ogni giorno era un insieme di ore maledetto dal giorno prima.

Lei giaceva, sulla sedia in vimini appartenuta all'unica donna che l'avesse mai capita, la prozia Annabelle, e la sua mente ingorgava nei più oscuri meandri del proprio subconscio, insicura sul da farsi.

Quella sera il da farsi sarebbe stato discusso dal suo 'noi', fino a che la notte non avrebbe ritratto le sue spinose e deboli radici, attendendo attimi interminabili fino al tramonto del sole. Da quando Annabelle era morta, Amy non poteva fare a meno degli elaborati intrighi procurategli dalla sua mente, non da lei controllata ma bensì dal 'noi'.

Alle volte ci moriva sopra, su quei pensieri, poiché lei non era un'unica Emy. Si, da quando Annabelle era morta, quel che non difficilente si può definirsi il suo "grillo parlante" prendeva posto in lei e, involontariamente, cose incomparabili alle comuni attività quotidiane, l'invadevano.

I pensieri d'Emy s'impadronivano di lei. Emy non controllava i suoi pensieri. Lei, era solo Emy, una ragazzina di sedici anni incapace di un semplice rapporto, a partire da se stessa. In quel momento, l'incomprensibile Amy, avrebbe voluto uccidersi.

"Lambisco il mio sapere con una punta che trafigge, colmando la mia mente di inesorabili ricordi"

_memma_




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