Questa è
la prima oneshort di una raccolta su Matt e Mello; i capitoli saranno
in ordine alfabetico (Ah! Ci sarà da ridere quando
arriverò all'H , o alla Z!).
Magari non tutti i capitoli saranno oneshort, ma potranno essere anche
drabble, chissà! xD
Le lettere sono riferite tutte a degli oggetti, che saranno un
pò il pretesto per rappresentare qualche scorcio di vita dei
due, senza badare all'ordine temporale.
Sono gradite critiche/consigli/commenti.
Buona lettura! ^^
Attenzione:
Spoiler su vero nome di Mello!
A come Armadio
Un bel giorno di qualche anno prima, Mihael Keehl tirò fuori
la valigia dall'angolo delle cose dimenticate e la riempì di
tutto ciò che aveva: vestiti un po' spiegazzati, libri alla
rinfusa, oggetti più o meno importanti.
Ad essere sinceri, in quella valigia ci finì anche un
pezzetto del cuore di Matt, che, con parole rabbiose ed occhi supplici,
ci provò, ci
provò veramente, a tenerlo stretto a
sé ancora per un po', solo
per un altro po'.
Eppure lo vide andar via, trascinando quella valigia troppo pesante per
lui, tra promesse incerte e sorrisi nascosti.
Lo osservò dal vetro della finestra, mentre si faceva
piccolo, sempre più piccolo, puntino nero tra migliaia
d'altri, per poi scomparire.
Non poteva essere vero.
Mello non poteva
essersene andato lasciandolo lì.
Era impossibile.
La giornata era galleggiata via come un sogno.
Fu una cosa stupida a far capire a Matt che, sì, Mello non
era più lì accanto a lui, e che non ci sarebbe
stato più per molto tempo, forse troppo.
Era la mattina seguente, anche se non ricorda più l'ora
precisa, ma non è questo l'importante.
Eppure era un gesto semplice, un'azione
comunissima, spalancare l'armadio.
Non ci voleva poi molto, e le ante cigolarono appena.
E Matt cercava disperatamente
di trattenere le lacrime.
L'armadio, nonostante contenesse tutti i vestiti del rosso, sembrava
vuoto, quasi mutilato d'una parte fondamentale.
I colori accesi dei maglioni di Matt sembravano smorti senza poter
brillare a confronto con il nero dei vestiti di Mello.
I ripiani vuoti sembravano infiniti e polverosi (ma questo era impossibile! Non
era neppure un giorno che il biondo si era chiuso alle spalle la porta
di quella che era stata la sua casa, per non riaprila mai
più!).
E Matt si rese conto che non solo non c'erano più le
magliette di Mello lì dentro, ma che in bagno c'era un solo
spazzolino da denti, e che il comodino accanto al suo era un comodino
come migliaia d'altri, senza più le tavolette di cioccolata
nascoste nei cassetti.
Matt
capì che Mello l'aveva lasciato solo.
Ma è inutile pensare a queste cose, adesso.
Matt spalanca le ante di quell'armadio un po' vecchiotto, e molto
diverso da quello che aveva alla Wammy's House.
Con una pila di magliette a righe tra le braccia, sorride, sorride un
po' stupidamente a tutti quei vestiti neri e un po' spiegazzati che
riposano lì dentro.
E nel poggiare le sue felpe accanto a quelle dell'amico, nota come i
colori siano più accesi del solito.
Mello è
lì con lui, e Matt l'ha capito.
Ora
può tornare a respirare.
FINE
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