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mi appartengono
Ma sono di proprietà della Marvel ©
You Won’t
Find Me
{ The Past
Is So Behind Me }
I colpi alla porta sono timidi e «Avanti,
Skye» la invita Coulson, perché a produrre un suono tanto infinitesimale nella
circostanza in cui si trovano può essere soltanto lei. O Fitz che gli chiede
quanto farà male il pugno dell’Agente Ward una volta propostogli di indossare delle corna
da renna –Ma a quello ha già debitamente risposto, «Ti si slogheranno le
costole.» «Ma signore, non è anatomicamente, né fisicamente possibile.» «Far
indossare le corna da renna all’Agente Ward lo è, invece?»
La ragazza entra, un garbato Ehi appena sussurrato sulle labbra e
sulla punta delle dita, bene in alto come un’alunna diligente che chieda il
permesso di parlare.
Phil appoggia i fascicoli sulla
scrivania e le indica la sedia, ma Skye rifiuta scuotendo lentamente il capo;
si porta poi la mano alla bocca, per stringere l’unghia del pollice tra i
denti, la tira, si morde il labbro inferiore, si volta e tentenna mentre indica
la porta, poi un saltello imbarazzato nel tornare a guardarlo negli occhi.
Coulson solleva le sopracciglia, chiedendole in silenzio di esporre i suoi
dubbi in modo semplice e conciso.
«Fitz ha…Messo il DVD di A Christmas Carol. Quello della Disney.»
chiarisce «E, ahm, Jemma ha preparato la cioccolata calda. Coi marshmellow –Ne ho
portato una tazza anche a May, così può berla col terzo braccio che le spunta
dal petto e pilotare il bus mentre festeggia con noi. Ward è nel buio caravaggesco del suo alloggio, Fitz
gli ha accidentalmente sporcato di burro d’arachidi tutte le magliette e camicie. Ora gli è rimasto da indossare unicamente
un maglione fatto a mano con sopra i bastoncini di zucchero bianchi e rossi.»
«E…?» continua Coulson, sul cui volto
è ben visibile un sorrisetto paziente.
Sa che la ragazza non è venuta lì per
quello, giacché A Christmas Carol in
chiave disneyana è tradizione imprescindibile dai tempi dell’Accademia, la
cioccolata coi marshmellow di Jemma è più natalizia di Silent Night e niente potrà mai superare il cardigan con gli abeti
e le palline a pon-pon che Grant si è trovato in cabina l’anno precedente. C’è
qualcosa di altro, nella voce di Skye, una curiosità inespressa, una domanda di
cui non è ancora certa di voler sapere la risposta.
«E…» la ragazza deglutisce, s’umetta
veloce le labbra, aggrotta le sopracciglia «Non ha nessuno da contattare per
gli auguri? Un vicino di casa? Il postino? Persino Ward ha mandato una mail a
sua nonna…Sono capitata per caso sulla casella, lo giuro, non gli ho hackerato
il computer.» un attimo di silenzio «Non più di tanto, stavolta. Comunque.»
unisce tra loro le dita, per poi nascondere la bocca dietro le nocche alzate
«Nessuno nessuno? Una vecchia fiamma, magari?»
«Barton,
sono le due e mezza di notte, abbiamo appena scongiurato la terza guerra
mondiale Dio solo sa come, tu hai tre costole rotte e il bacino fratturato, io il
setto nasale deviato per la settima volta---»
«Ottava.»
«Settima, lo sportello del bagno che tu hai aperto senza accorgerti che ero proprio
lì accanto non conta.»
«Risentivo
ancora dei postumi del gas stordente.»
«Che
avevi inalato quattro
giorni prima.»
«Era
evidentemente un gas a rilascio graduale.»
«Ci
rinuncio.»
«Andiamo,
signore! È Natale! A Natale si mangia e si gozzoviglia! Il cenone natalizio è
tradizione!»
«…Davvero
il pacchetto di ciambelline zuccherate che hai in mano hai il coraggio di
chiamarlo cenone?»
«Snack
Natalizio le suona meglio?»
Coulson respira piano, i polpastrelli
sfiorano gli angoli perfettamente allineati dei fogli, gli occhi cercano sulle
dita i rimasugli ormai scomparsi di piccoli cristalli di zucchero, di piccole
briciole dorate, di piccoli baci cortesi.
«Li avevo.» risponde alla fine e alza
la testa e non c’è traccia di felicità nel sorriso accondiscendente. È incolore,
vuoto. I ricordi della pelle, del fiato, del battito cardiaco, delle risate e
della voce sono trincerati dietro la mascella innaturalmente contratta, dietro
il guizzo livido dello sguardo spento «Ma poi sono morto.»
Quando ho accettato questo lavoro ho fatto
una scelta.
La stessa scelta che qui hanno fatto tutti.
Questa vita…al posto dell’altra.
Phil Coulson.
1x10, The Bridge.
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