Guarda come mi tremano le mani

di aelfgifu
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Hai la febbre? (Prima parte)

 

“Hai la febbre, Schneider?”

Lui alza la testa e incontra il viso enigmatico di Levin.

“No, perché?”

“Hai gli occhi lucidi”.

Karl si passa una mano sulla fronte. No, non ha la febbre.

“Sarà la stanchezza...”

“Senz’altro”.

L’azzurro cupo di quegli occhi, sempre così fermo e duro, oggi è più cupo, somiglia a un mare sconvolto. Sembra che Karl stia piangendo senza lacrime.

Dipenderà davvero dalla stanchezza? Ha giocato dando l’anima, quest’oggi. Ha segnato una doppietta e ha corso per tutti i novanta minuti senza interruzione, pieno di fiato e di energia più del solito. Naturale che sia stanco. Naturale che abbia quell’espressione febbricitante...

Schneider tira fuori uno a uno dalla sua sacca gli indumenti puliti e li sistema accanto a sé; si strofina ancora una volta i capelli con l’asciugamano, che poi posa sulla panca. Rimane quasi completamente nudo per qualche secondo, ed è a quel punto che Levin vede.

Un piccolo livido giallognolo, tra l’orecchio e la nuca, e all’altezza della poderosa spalla sinistra, quasi alla base del collo, il segno circolare di una chiostra di denti piccoli e regolari, il segno di un morso ben assestato e profondo.

Karl intanto ha incominciato a vestirsi, preciso e metodico come è nel suo stile, tutto compreso dalla sua occupazione, senza far caso a nient’altro. Non avverte gli occhi di Levin che pesano su di lui, non avverte l’impercettibile sospiro – di sollievo? – che esce dalla bocca dello svedese quando finalmente infila la camicia e copre il segno di quel morso.

Non vede che a un certo punto Levin gira la testa con un movimento brusco e distoglie lo sguardo da lui, come se la sua vista gli fosse diventata improvvisamente dolorosa.

***

Disclaimer. Karl-Heinz Schneider, Stefan Levin, Shunko Sho, Marie Schneider, R. Frank Schneider eccetera appartengono al maestro Yoichi Takahashi! Gli altri personaggi, invece, sono miei.





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