Essere cyborg

di Peppe_97_Rinaldi
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17 dicembre

 Sopraggiunge il tramonto. Il cielo si dipinge tenebrosamente come una volta cremisi, in un’unica stoffa sanguigna. Nel bel mezzo di una foresta, illuminata debolmente, come a controllare dall’alto l’intera distesa si erge una collina. Scavata nella roccia, un’apertura naturale si affaccia sinistramente in una caverna buia. Entriamo.                                   
Il silenzio della natura ammutolita per lo scempio viene soffocato da una risata disumana e orribile.     
Tutto è buio, l’oscurità sta per soverchiare incontrastata.                                                                                                             
Distesi su due letti, su lenzuola macchiate di crude sangue fresco, due giovani ragazzi giacciono inanimi.                         
Il dottor Gelo è lì, davanti a loro, con i lineamenti del volto disperatamente contratti. Ha uno sguardo folle, gli occhi spalancati, la bocca aperta per l’eccitazione. Un ribollire di odio, rancore, disgusto e mera, impetuosa pazzia lo riempiono di focosa felicità.              
<< Finalmente! >> Le sue urla accompagnano scrupolosamente ogni suo gesto, e con un’attenzione senza precedenti lo vediamo inserire ganci metallici all’interno dei due corpi, brutalmente laceri. << Tranquilli >> li rassicura, anche se non lo possono sentire, << fra poco gioirete! >> Comincia a sbavare, e una risata spietata si diffonde per la caverna.      
<< Tutti quegli anni di sacrifici, di finta benevolenza alla fine quindi sono serviti! E vi ricordate tutti i vostri sorrisi? Eravate così piccoli, innocui… e ingenui! >> Forse noi non possiamo nemmeno lontanamente immaginare il suo compiacimento in questo momento… Ride crudele, gioioso all’idea di quanto sta dicendo. Tuoni e lampi saettano furiosamente, come a voler punire il vecchio per quella terribile atrocità, ma purtroppo egli è ben riparato nel suo laboratorio.        
<< Peccato che lui sia così debole… >> prese un attimo il respiro << mi sarei divertito un mondo a vederlo diventare un inutile robot e obbedirmi così stoltamente! Inutile essere… ma non fa niente, adesso ho voi qui con me, e farete solo quello che vi ordinerò! >> . Fa qualche altra manovra, e completa l’operazione. << Pulcini miei… RINASCETE! >>                                     
Un tuono si schianta fragorosamente sul terreno, facendo vibrare la grotta. Nel chiarore del lampo, un figura corre disperatamente verso il laboratorio: ha appena udito quell’urlo. Il suo cuore sussulta un attimo, quasi fermandosi del tutto. Piange, ma poi riparte, va avanti: lo deve fare per loro. Gelo ascolta curioso i disperati passi nella pioggia.                                                                           
<< Uh uh, guadate, è venuto a salutarvi! >> Si volta, e in quel preciso istante il ragazzo appare sulla soglia della caverna.           
Ha un attimo per notare terrorizzato il vecchio, quando il suo sguardo corre dietro di lui. Sgrana gli occhi. << No… NO! >>         
<< Sono felice di rivederti, mio caro >> lo deride Gelo, divertito. << Così, prima che tu possa morire, potrò assistere ai sensi di colpa che ti divoreranno inesorabilmente! >>            
E’ stato come ricevere una pugnalata in pieno petto… no, il dolore che prova mai potrebbe essere più forte.            
<< Se solo… se solo li avessi ascoltati… >>                                                                                        
Il dottor Gelo si avvicina. << “Oh no, dovevo stare zitto, non dovevo rivelare il nostro segreto, non dovevo fidarmi…?” E’ questo quello che stai pensando, vero? Dì piuttosto: “Sono stato uno stupido per tutta la mia breve vita!”>>                                
Di scatto, i due ragazzi distesi aprono gli occhi. Un’improvvisa folata di gelido vento si disperde in tutte le direzioni, graffiando le lacrime del nuovo arrivato. Dall’epicentro della tempesta, si possono distinguere solamente due sagome, ritte in piedi, mentre  stanno rivestendosi. << Sì… >> comincia il dottor Gelo, con tono esaltato. << Forza, venite avanti, cyborg!>>               
Lentamente, i due fuoriescono dalla foschia, apparendo dinanzi agli occhi del ragazzo. Occhi gelidi, volto spietato; dorati fili d’oro lei, cupi filamenti corvini lui.                                                                                                                                                              
Il giovane comincia a singhiozzare, gettandosi in ginocchio per terra. << E’ colpa mia… Non sono stato neanche in grado di salvarvi… >> Squadrava con terrore i cyborg che gli si avvicinavano silenziosi come la morte. << Grazie di cuore per tutti gli anni passati insieme… >> E mentre li guarda con il volto gonfio di lacrime, il dottor Gelo grida: << C – 17, C – 18, UCCIDETELO! >>                             
Di scatto levano un braccio in avanti, tendendo le mani aperte, entrambe rivolte crudelmente verso il ragazzo. Il palmo di ognuno si illumina di una sconosciuta luce gialla. Avvicinandosi l’un l’altro, i cyborg spalancano bocca e occhi.                                
Due potenti saette sfrecciano confluendo in un unico, drammatico raggio…                                                      
Il ragazzo chiude gli occhi…                                                                                                                             
Una violenta esplosione rimbomba nel tramonto, segnando la fine di due umani e l’inizio della vita di due imbattibili cyborg. 
Esplosione che schizza nel cielo colorandolo come il sangue, portandosi dietro un’infinita scia di morte…




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